Era nell’aria. La strategia di Trump, sin dall’inizio, e’ stata quella di porre il virus nello specchietto retrovisore e di puntare ad una realtà alternativa, concentrandosi sul proprio avversario politico e sulla sua presunta fragilità. Ma ignorare la realtà, anche se in politica può creare illusioni di grandezza, non è mai consigliabile. E sette milioni di contagi. con duecentomila decessi, dovrebbero dimostrarlo ampiamente.
Non per Mr. Trump. Per lui no. Sino a quando il disastro politico e personale non si è palesato con drammatica evidenza attraverso una diagnosi di positività al Covid. Un male senza cure certe, ad un mese dalle elezioni presidenziali, con un paziente settataquattrenne, obeso e bugiardo compulsivo.
Per la concatenazione degli eventi verrebbe da pensare alla tragedia greca. Il coro lo possiamo mettere dentro la Casa Bianca dove il virus (la peste dell’Edipo Re) imperversa come fiamme fuori controllo e le furie sono lì a falciare quasi mille persone al giorno. L’unico che non torna è Edipo, perché lui i suoi sudditi li avverte della peste e cerca di salvarli.