Sia che Biden vinca, più che probabile, o che i democratici raggiungano la maggioranza al Senato, meno probabile, le presidenziali americane del 2020 lasceranno scorie tossiche antidemocratiche difficili da smaltire. Non necessariamente perché i repubblicani e Trump abbiano condotto una campagna elettorale di una scorrettezza inaudita, ma soprattutto perché, malgrado l’evidenza delle menzogne e degli imbrogli, non siano stati puniti né da un sistema di controllo, né tantomeno dagli elettori, facendo rischiare al paese di dover rinnovare l’affitto della Casa Bianca, per altri 4 anni, ad un autocrate del calibro di Trump. Il sistema di controllo esiste, è la Suprema Corte, ma imbottita quale è di giudici conservatori, è pressoché inefficace a gestire le sfuriate anticostituzionali dei repubblicani.
Perché uno stato democratico funzioni, i suoi cittadini dovrebbero saper distinguere fra realtà e illusioni ingiustificate. In queste elezioni quasi 70 milioni di votanti hanno negato la realtà di una pandemia che, trattata con sicumera ed incompetenza, sta infestando il paese come non mai nella sua storia; ed hanno ignorato completamente la realtà dei cambiamenti climatici, della disuguaglianza sociale rampante, di un partito repubblicano corrotto e autoritario.
Troppi hanno creduto in favole poco edificanti, ad un capo autoritario che ha risvegliato la fantasia di poter contenere e isolare i neri, di quantizzare gli ebrei, di asservire donne obbedienti all’uomo padrone, di ostracizzare gli omosessuali, di rendere la Bibbia l’unica guida, morale e legale.
E’ stata una elezione in cui una minoranza delirante si è imposta ad una maggioranza guidata dalla bussola del reale.
Per mezzo secolo, le forze reazionarie fondamentaliste e quelle legate agli interessi minerari petroliferi, hanno cercato di restringere l’istruzione pubblica (l’unica mediamente alla portata delle classi subalterne), comprimendo il mezzo più efficace in grado di garantire il funzionamento di una vera repubblica democratica. Infatti, solo una diffusa educazione può garantire un pubblico dibattito basato su una realtà fattuale, garantendo il rispetto di opinioni, culture e credo differenti. Un dibattito razionale che non solo rispetti altri punti di vista, ma compartisca l’onore e l’onere del potere, ed eventualmente ne accetti pacificamente la perdita. L’esatto contrario di quanto sta facendo Trump in questo momento, infestando di cause legali ogni stato in cui i risultati siano ancora in bilico.
L’esperimento americano, forgiato sull’incudine dell’età dei lumi, preconizza proprio questo: l’idea che, “we the people”, possiamo governarci da soli, tramite un dibattito basato sulla ragione.
E’ inutile dire che, in mancanza di questa idea fondante, c’è l’oscurantismo con la Bibbia in luogo della Costituzione. Ma più di Trump e del partito repubblicano, le scorie tossiche della democrazia sono un prodotto dei quasi 70 milioni di votanti che hanno “legittimato” la diffusione di odio, rabbia e sfiducia. Dividendo inesorabilmente il paese.
Un’orda destinata a restare oltre l’uomo che per 4 anni si è atteggiato a presidente.
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