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“L’arte di essere felici”: intervista a Gabriella Compagnone e Marco Antuzi

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Gabriella Compagnone e Marco Antuzi sono la coppia professionale che non ti aspetti. Fanno squadra per creare nuove idee di formazione e guida verso uno scopo che poi è lo stesso che ci guida tutti: la felicità. Due persone (e personaggi) molto diversi tra loro, ma quanto mai una coppia affiatata che esprime con naturalezza la propria passione e l’entusiasmo necessario per “cavalcare l’onda”.

C’era una volta

Gabriella Compagnone, è nata a Sezze Romano il 30 gennaio 1990 ed è attualmente considerata la prima sand artist d’Italia.

Tutto comincia nel 2009 quando, chiamata a partecipare alla trasmissione “Italian’s Got Talents” di Canale 5, riesce ad incantare un’intera nazione, ipnotizzando il pubblico davanti agli schermi e ricevendo da subito un grande successo mediatico.

Da allora una lunga serie di collaborazioni e partecipazioni a importanti eventi e trasmissioni televisive, l’hanno portata ad essere riconosciuta come una delle più grandi artiste della sabbia del momento.

Marco Antuzi è life coach, counselor e trainer di comunicazione efficace e persuasiva. E’ scrittore premiato e ha collaborato in passato con l’Università Popolare della Tuscia.

Ed eccoci con Gabriella e Marco a parlare di felicità e di possibilità di cambiamento. Lei è la prima sand artist italiana, lui è un formatore e motivatore d’eccezione. Cosa possono creare insieme? Andiamo a chiederlo a loro.

L’intervista


Marco, tu  sei un formatore e un motivatore. Gabriella, tu sei una sand artist. Parlatemi un po’ di voi, come se non ci conoscessimo.

Gabriella – «Sono originaria del Lazio e umbra d’adozione. Ho iniziato ad occuparmi di Sand Art circa dieci anni fa: partecipai a una trasmissione televisiva la cui grande visibilità mi procurò moltissime richieste di eventi e da allora ho continuato a viaggiare in tutta Italia e in Europa, portando i miei spettacoli un po’ ovunque, nei teatri, nelle aziende, nelle piazze, nelle scuole… Raccogliendo sempre grandissime soddisfazioni.»

Marco – «Mi occupo di motivazione da 10 anni. Dopo una lunga formazione ho iniziato a collaborare con l’Università Popolare della Tuscia in qualità di trainer di crescita personale e comunicazione. Ho collaborato anche coi più importanti siti del settore della crescita personale e pubblicato diversi libri con i più importanti editori del settore tra cui Bruno Editore.

Sono il titolare anche di un noto canale YouTube sulla crescita personale che è stato uno dei primi in Italia sull’argomento. Nel 2019 ho tenuto anche un intervento sulla resilienza alla Camera dei Deputati

Entrambi avete iniziato dieci anni fa a solcare i palcoscenici delle vostre attività. Dieci anni alle spalle dunque di esperienza e di iniziative, tante collaborazioni e attività fatte. A questo punto la domanda nasce da sé: Come avete scoperto le vostre rispettive passioni? 

Gabriella – «Ho scoperto la Sand Art a scuola, frequentavo l’Istituto d’arte di Terni e l’insegnante di animazione mi fece scoprire questa tecnica fantastica e allora davvero inusuale, tanto che fui l’unica a volerla provare. Presi confidenza con la sabbia in un istante e da allora “mi prese del costui piacer si forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona”.»

Marco – «Ho scoperto la mia passione quando avevo 23 anni ed ero ancora un giovane informatico. Grazie a due libri che lessi per caso nacque la mia passione per l’auto miglioramento. Differentemente da molti miei colleghi non è nato tutto con la PNL, i due libri infatti erano “Un modo di essere” di Carl Rogers e “Logoterapia e analisi esistenziale” di Viktor Frankl»

Come in tutte le attività, non sono sempre rose e fiori. Esistono momenti complessi, di introspezione, dai quali si può risalire ricavando insegnamenti e riconoscendosi migliori. E voi quali difficoltà avete dovuto superare per arrivare al punto in cui siete oggi, con la vostra esperienza d’eccellenza?

Gabriella – «Per quanto riguarda le difficoltà incontrate con me stessa, ti risponderei il perfezionismo. Ho dovuto accettare che il miglioramento è  una conseguenza dell’azione la quale, per sua stessa natura, comprende gli errori e i fallimenti. Ho imparato quindi a perdonarmi le imperfezioni e a considerarle delle inevitabili tappe per raggiungere la meta, non la meta in sé. 
Per quanto riguarda il rapporto con gli altri invece, l’unica vera difficoltà è  stata capire come fronteggiare la malafede o la scarsa considerazione del settore artistico da parte di qualche cliente e la risposta che cerco di attuare sempre e non senza difficoltà è di non scendere a compromessi perché spesso porta ad un ulteriore abbassamento del livello e delle condizioni nelle quali poi si deve lavorare.»

Marco – «Inizialmente la prima difficoltà che ho dovuto superare consistette nel riuscire a farmi conoscere nel mondo della crescita personale. Internet non era ancora un mezzo così potente però la concorrenza era molto forte perché, nonostante questo mondo non fosse molto conosciuto, si erano già affermati diversi esperti che erano molto popolari nell’ambiente. Poi c’era anche lo scetticismo nei confronti dell’automiglioramento tipico della cultura italiana di quei tempi. Le soddisfazioni però arrivarono presto. Quando iniziai a scrivere sul blog di piuchepuoi.it iniziarono ad arrivare molti follower e persone che trovavano aiuto nelle mie parole e questo mi fece capire che avevo intrapreso la strada giusta.»

Quali sono gli aspetti della vostra attività che più vi piacciono?

Gabriella – «Senza ombra di dubbio l’aspetto filosofico che l’animazione su sabbia incarna. Ad esempio la Sand Art non si basa sul disegno o sulla sabbia ma sulla luce. A tavolo spento un qualunque capolavoro non potrebbe essere visto. In secondo luogo i disegni non possono essere “fermati”, quindi l’unico modo per andare avanti è trasformare la scena passata in quella futura: un divenire in cui nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma, proprio come in natura. Infine la Sand art insegna a non fermarsi ai risultati immediati e a saper essere lungimiranti. Esattamente come nel teatro vige la regola secondo cui lo spettacolo deve continuare, sempre! Quindi non importa che il quadro che lascio sia perfetto né che lo sia il quadro finale; conta il presente, come riesco, nonostante gli imprevisti, ad andare avanti e portare a termine il lavoro.»

trasformare la scena passata in quella futura: un divenire in cui nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma

Marco – «Io amo del mio mestiere il fatto che ti fa conoscere tante persone e tante storie. Il mondo della crescita personale poi è vasto e affascinante e c’è sempre da imparare.»

Passiamo a parlare di voi, come squadra. Un team che si sta riscoprendo unito nelle idee e nelle ambizioni che ponete sotto l’unico comun denominatore della conquista della felicità. Come si incontrano e decidono di collaborare un motivatore e una sand artist?

Gabriella – «Come in tutti gli avvenimenti un po’ magici, è capitato che le persone giuste si trovassero al momento giusto. Un primo contatto lo avemmo dieci anni fa quando ognuno di noi era all’inizio di un nuovo percorso e poi ci siamo ritrovati, forse maturati e scoperti profondamente simili sia nel modo di essere che nel modo di lavorare. Con mezzi diversi cerchiamo di raggiungere obbiettivi molto simili se non identici.»

Marco – «Io e Gabriella ci siamo incontrati grazie a un caso che sembrava programmato. Tutto è nato 10 anni fa quando io ero un fan di Gabriella Compagnone che aveva partecipato a una nota trasmissione TV. Poi quest’anno la nostra sinergia ha potuto trovare compimento. L’ho contattata per poterla intervistare per una rubrica che tengo sui social, da là ho conosciuto oltre che un’artista straordinaria anche una persona eccezionale. Abbiamo davvero tantissimo in comune seppure apparentemente siamo molto diversi. Le nostre anime però sono davvero quasi identiche.»

Ars Vivendi è il vostro primo progetto. “Arte di vivere” suona molto bene. Cosa succede durante questo evento?

Gabriella – «In termini tecnici succede che Marco racconta a parole e io ad immagini, creando un intreccio di suggestioni che hanno lo scopo di illuminare concetti talvolta difficili da afferrare con chiarezza e lo facciamo attraverso emozioni espresse simultaneamente.»

Marco – «Durante un evento di Ars Vivendi si uniscono due competenze e due mondi che finora sembravano apparentemente in conflitto. Mentre io faccio un intervento sulla motivazione Gabriella “mostra” con le immagini ciò che io sto raccontando in quel momento. Un evento che parla alla testa e al cuore

Oltre ad Ars Vivendi coltivate anche un altro progetto. Live@casatua parla di temi sociali: cosa vi proponete con questo speciale progetto dedicato ai media?

Gabriella – «Lo scopo principale è rieducarci al dialogo, alla riflessione, a trattare temi anche delicati nel pieno rispetto dell’altro e del suo punto di vista, nell’intento di accogliere le argomentazioni altrui e trovare, quando possibile, un punto di incontro. Cerchiamo di valorizzare e difendere la  diversità attraverso il pensiero critico, con lo scopo di ottenere non la ragione ma la verità.»

Marco – «Live@casatua è una trasmissione che teniamo sui più importanti social e che abbiamo l’ambizione di trasformare in un format televisivo, grazie a degli spunti di riflessione cerchiamo di stimolare il nostro pubblico. Abbiamo due stili opposti ma complementari. Io mi espongo in modo pacato e riflessivo. Gabriella ha un linguaggio più diretto e incisivo.

Trattiamo temi alti ma con un linguaggio adatto a tutti. Il nostro fine è di valorizzare ogni tipo di unicità e di diversità e di dare voce anche ad argomenti che solitamente non riescono a ritagliarsi uno spazio proprio per essere trattati al meglio.»

Marco, in questo periodo di maggiori incertezze, di emozioni contrastanti, cosa ti ritrovi a suggerire più spesso alle persone che incontri tutti i giorni? 

Marco – «Durante il lockdown tenevo una rubrica gratuita su facebook in cui davo dei consigli per superare questo periodo difficile. Il mio consiglio è il seguente: “Cerca di considerare ogni crisi come qualche cosa che ti toglie e nello stesso tempo ti dà”. Bisogna anche cercare di vedere questa crisi come passeggera e focalizzarsi sul futuro. Guarda avanti tra 3 anni come se avessi una sfera di cristallo. Ora che non c’è la crisi puoi voltarti e guardare il tuo passato (che è il tuo attuale presente). Cosa hai imparato da quello che è accaduto? Da cosa hai capito che questa crisi ti ha dato qualche cosa? Questo piccolo esercizio può aiutarti a vivere con meno stress questo momento.»

“Bisogna anche cercare di vedere questa crisi come passeggera e focalizzarsi sul futuro. Guarda avanti tra 3 anni come se avessi una sfera di cristallo

E tu Gabriella, come riesci a integrare la tua vita da sand artist con le restrizioni dovute al covid?

Gabriella – «Non ci riesco! E mi pare di capire che non ci riesca quasi nessuno… Gli eventi dal vivo costituiscono il 90% del mio lavoro, posso capire che ad aprire i teatri ed altre attività, si corra un rischio troppo alto per la salute pubblica, ci mancherebbe altro, ma allora bisogna considerare un sostegno economico dignitoso per TUTTI coloro che restano a casa e per tutto il tempo che vi restano, avendo per altro l’accortezza di valutare che molti lavoratori, anche nel settore dello spettacolo, non sono regolarizzati o adeguatamente registrati. Comprendo benissimo che sia un’impresa  colossale ma purtroppo stiamo pagando il prezzo d’aver tirato la corda per anni e il covid l’ha spezzata definitivamente.»

Se poteste già creare oggi il futuro che ci aspetta domani, come lo inventereste?

Gabriella – «Io approfitterei per creare un futuro 100% green, in cui le parole d’ordine siano natura, cultura, limite e possibilità.»

Marco – «Immagino un futuro con una sincera inclusione sociale. Ho un progetto, Parità e disabilità, che si occupa dell’inclusione dei disabili nella società spezzando ogni pregiudizio, il futuro che immagino quindi non può prescindere da questa caratteristica. Sogno anche un futuro in cui la tecnologia sia sempre al servizio della gente e aiuti le persone a superare i propri limiti. Immagino anche un futuro in cui la tecnologia sia evoluta e poco inquinante. Infine immagino un futuro dove non ci siano barriere tra gli esseri umani ma non perché saremo tutti uguali ma perché avremo imparato ad amare le nostre differenze. E non posso anticiparti troppo ma io e Gabriella abbiamo anche un progetto votato a far accadere queste nostre speranze.»

“Immagino un futuro dove non ci siano barriere tra gli esseri umani ma non perché saremo tutti uguali ma perché avremo imparato ad amare le nostre differenze

La chiacchierata con Marco Antuzi e Gabriella Compagnone volge al termine. Dieci domande dieci per entrare in un mondo fatto di impegno e di speranza, con la consapevolezza che lavorando insieme si possono creare grandi cose. Di progetti Marco e Gabriella ne hanno pieno un sacco, dove sono custoditi anche alcuni preziosi segreti della felicità. Seguendoli e partecipando alle loro iniziative, vi saranno svelati.

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