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Intervista con Anurag Rocco Gaeta: le Costellazioni Sistemiche in azienda

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Le Costellazioni Sistemiche sono un metodo per lo sviluppo personale, dei team e di progetti che aiuta a chiarire la posizione di un soggetto o un team rispetto a un tema importante e a trovare nuove soluzioni e possibilità per muoversi verso il risultato desiderato, mettendo in luce le condizioni ottimali e le risorse per realizzarlo.

Costellazioni sistemiche in azienda

Intanto, stabiliamo cosa siano in breve le Costellazioni Aziendali. Costituiscono un’applicazione delle Costellazioni Familiari sistemiche che sono state ideate a partire dagli anni ’80 da Bert Hellinger, Costellatore Familiare tedesco e studioso di filosofia, teologia e pedagogia. Dopo aver lavorato per anni come missionario cattolico con gli Zulu in Africa, ha praticato dinamiche di gruppo, analisi transazionale, ipnosi per poi ideare il metodo denominato “Costellazioni Familiari sistemiche”. Tale tecnica potrebbe essere definita “psico/quantica”, nel senso che interpreta il mondo come l’influenza che le cose hanno le une sulle altre, e riprenderebbe aspetti dall’ipnosi di Milton Erickson, dallo psicodramma di Moreno, dalla Gestalt di Perls, secondo il quale il tutto è più della somma delle singole parti, ispirandosi anche agli assunti di Carl Gustav Jung legati all’inconscio collettivo. Ciò che ha capito Hellinger è che quello che accade in una famiglia e quello che è accaduto ai nostri antenati rimane come imprinting in un sistema legante che, come una catena, crea un flusso di significati a cui sono legati di conseguenza i comportamenti dei singoli. Ciò che viene agito dagli altri elementi di un sistema, pertanto, anche nel tempo passato, rimane nella psiche e si trasmette a livello trans-generazionale.

L’aspetto interessante di un approccio di questo tipo è il lavoro che si fa direttamente sul significato e, attraverso il significato, sul contesto. La base teorica è che ogni cosa assume un particolare significato quando viene inserita nel suo contesto. Al di fuori del contesto, questo qualcosa significa diversamente. Il significato, di per sé, è fuori dal tempo e dallo spazio. Questo vuol dire ad esempio, che un calice significa “contenitore” al di là che si consideri oggi o 50 anni fa, o mille. Lo stesso calice durante una liturgia, assume un significato ulteriore, anche in questo caso oggi, ieri o domani.

Nessun vero processo di ottimizzazione può avvenire se non si lavora con il singolo e i significati che condivide in tutto il suo sistema in cui è calato, sia questo familiare o aziendale o di altro tipo. Il singolo può essere trattato solo nell’ottica dell’intero sistema che poi non è che un campo energetico in cui governano leggi precise. Nei sistemi ci si comporta “uno in relazione all’altro”, in una dimensione risonante in cui vengono portati a evidenza meccanismi e fattori che normalmente, nella quotidianità in cui le cose si svolgono, non è possibile, o è comunque assai difficile, determinare.

Chi si occupa di team, sa bene quanto gli elementi tra loro si muovano secondo dinamiche di interdipendenza. Ciò che agisce una persona si riflette necessariamente su un’altra, e poi sul gruppo, quindi sul sistema nel suo complesso. Nel momento in cui si verifica una disarmonia all’interno di questo sistema, si ha una conseguente reazione in un altro punto dell’organismo. Una costellazione sistemica è in grado di tradurre queste dinamiche. Infatti, grazie alle Costellazioni possiamo comprendere come gli elementi del sistema agiscono “tra” loro. Ad esempio, portare a evidenza se il gruppo è impostato allo scopo o alle relazioni, chi al suo interno è pro, chi avverso, chi è leale, chi disinteressato, quasi sempre per motivi che vanno al di là della consapevolezza dei singoli. Si tratta sempre di sistema e di disposizione all’interno di questo. Parliamo di strutture di fondo che condizionano il successo di un’azienda ed evidenziabili secondo un approccio che permette di decodificare e di accedere a quella parte nascosta del sapere che chiamiamo intuizione.

Uno strumento di lavoro molto efficace

Questo strumento di lavoro altamente efficace per decifrare i meccanismi che soggiacciono alla base del buon funzionamento di un’azienda, un team, un progetto, si rivolge sia a imprenditori e manager desiderosi di trovare nuovi spunti, sia a consulenti che vogliono acquisire nuovi strumenti. I primi saranno indotti a dare più ascolto ad alcuni fattori critici, dei quali forse non hanno sempre tenuto debitamente conto. I secondi potranno facilmente integrare le tecniche personali sviluppando nuovi modelli di lavoro e applicazione più efficaci da affiancare al loro approccio consueto.

Ne parliamo con Anurag Rocco Gaeta, coach sistemico, “tras-formatore” di dinamiche di team, essenzialmente una guida per crescere nella professione e nella vita. In particolare Anurag è uno specialista di Costellazioni Organizzative e Manageriali, di Costellazioni Familiari, di cambiamento organizzativo e personale, di Mindfulness. 

L’intervista con Anurag Gaeta

Anurag dove nasce il tuo interesse e la tua conoscenza per i principi sistemici?

«La vita ti mette di fronte ciò che cerchi, consciamente o inconsciamente. E un giorno, mi sono imbattuto nelle Costellazioni Organizzative. Sono da sempre interessato al cambiamento delle persone e al loro miglioramento. Fin da giovane addetto alle risorse umane al Sole 24 Ore ero interessato alla trasformazione e alla crescita delle persone. Le Costellazioni Sistemiche mi sono apparse subito il miglior strumento per favorire il cambiamento organizzativo. Ero direttore del personale a Class Editori, all’epoca, e partecipai alla prima costellazione familiare come rappresentante, con la mia compagna impegnata in un workshop di Costellazioni Familiari. Fare il rappresentante significa che partecipi nella costellazione di un cliente come rappresentante di un membro della famiglia. Fu stupefacente! La stessa mia compagna, Siddho Marchesi, con la quale oggi tengo un training di Costellazioni Sistemiche, mi indicò che c’era un workshop di Costellazioni applicate alle organizzazioni. Fu amore a prima vista. Si era manifestato uno strumento di cambiamento da portare nel mondo manageriale e delle organizzazioni più in generale.

Feci la mia costellazione, sfidando i facilitatori di allora. La mia sfida consisteva in questo: non fornii nessun dato sulle persone, nessuna storia. Volevo solo capire se un progetto aveva possibilità di successo o no. Loro accettarono la sfida. Il campo in quel caso riportò un disordine sistemico e loro riportarono ordine.

Sono molto grato ancora oggi a quella costellazione: cambiò il corso degli eventi perché mi resi conto che ero coinvolto in un progetto senza basi, in cui il leader non prendeva il suo peso, e nel quale, nel tempo, c’erano state molte esclusioni. Insomma, ero l’ultimo arrivato nel progetto e portavo in me il peso di condurlo al successo. Non era adeguato. Ma nella vita normale, io non vedevo tutto questo. Anzi, mi sentivo gasato di essere il portatore di nuova energia.

La costellazione rivelò le dinamiche nascoste e io cambiai direzione e abbandonai il compito impossibile.»

A tuo avviso Anurag, perché le Costellazioni sono così importanti per un’azienda?

«Bisogna distinguere due possibilità. Fare una costellazione per tentare di risolvere un problema o farla per acquisire un approccio sistemico da integrare nella quotidianità.

Fare una costellazione può dare elementi di comprensione e intervento sul perché di certi blocchi, di certe resistenze consolidate, oppure per evitare sprechi di risorse all’avvio di nuovi progetti. La costellazione mette in evidenza alcune disfunzioni dovute alla violazione dei principi che reggono l’impianto fenomenologico dell’approccio sistemico. Tali principi sono 3:

ordine che garantisce le basi della sopravvivenza di un determinato sistema;

equità degli scambi, che garantisce che i carichi emozionali rispetto ai ruoli siano distribuiti equamente;

inclusione, che garantisce che nessun ruolo previsto all’interno del sistema venga trascurato per motivi di relazione.

La costellazione rivela il disordine sistemico e il facilitatore evidenzia i nodi da sciogliere. L’effetto è pressoché immediato, perché il sistema risponde immediatamente.

C’è un vantaggio nell’approccio con le costellazioni: non agiamo sulle persone e sui loro caratteri, agiamo sulle dinamiche di interazione che, quando violano i 3 principi, causano arresti, rallentamenti e perdite di energia dell’intero sistema.

Fare una costellazione è come avere occhiali ad infrarossi che vedono nel buio in cui siamo immersi quotidianamente.

Per un leader, sviluppare una mentalità sistemica significa imparare come portare i 3 principi nella pratica quotidiana. Significa avere dei sensori e un cruscotto di comando che ti permettono, da una parte di rilevare in poco tempo che qualcosa non va (prima che peggiori) e dall’altra, avere strumenti che ti permettono di non fare errori di impostazione di un team o di un progetto, di verificarne l’andamento e apportare le correzioni attraverso semplici domande e risposte altrettanto semplici.»

Puoi raccontarmi brevemente di quando sei riuscito ad ottenere “quello” straordinario risultato con una particolare azienda”?

«La cosa più straordinaria, che mi confermò la forza del metodo, è accaduta 4 anni fa. Dei miei clienti mi sottoposero questo caso: avevano in corso una causa internazionale e poche chance di vincere. Si battevano contro un colosso mondiale nella patria di quell’azienda.

Mettemmo in scena la costellazione. Mi avventurai. Era la prima costellazione non propriamente organizzativa. Si trattava di una causa legale. E comunque c’era un sistema di fronte a me: giudici, avvocati, controparti e clienti e l’oggetto del successo. Insomma, feci alcune consulenze sul tema. Prima di ogni udienza facemmo una costellazione, la fiducia verso il successo cresceva, le azioni che venivano intraprese dai miei clienti tra un’udienza e l’altra acquisivano maggiore chiarezza di direzione e i miei clienti si sentivano sempre più fiduciosi.

Partivano in svantaggio e vinsero la causa.

Ricordo l’eccitazione e anche il dubbio. Questo lavoro è così: ti muovi su un campo di simulazione del reale… e ogni tanto ti chiedi: funzionerà? La domanda resta nonostante gli anni che passano e l’esperienza che si accumula e i successi che si susseguono.

Certo, un leader che utilizza le costellazioni è un leader coraggioso.

Non sempre ho incontrato tali uomini. Oggi li incontro soprattutto nelle nuove generazioni, che amano confrontarsi con la verità del loro agire e di ciò che gli si presenta sotto gli occhi.”»

Con Anurag Rocco Gaeta è possibile, non solo fare una costellazione sistemica per la propria azienda, al servizio di un team o per sviluppare al meglio ogni fase di un progetto che si vuol far partire, ma anche acquisire la mentalità sistemica attraverso un percorso che Anurag ha chiamato Leader Consapevole di cui fanno parte una serie di laboratori, ad esempio, quello per migliorare la propria leadership grazie alla comprensione delle Leggi Sistemiche che governano i team. E’ il primo percorso, chiamato “Nodo Rosso” che propone Gaeta, in un viaggio di approfondimento professionale che comprende anche altri laboratori. Il secondo dei quali: Creare le condizioni per liberare l’energia potenziale dell’organizzazione.

Ed ancora, un laboratorio, denominato “Nodo Blu” per Dare spazio all’intelligenza collettiva per l’innovazione. Ed un ultimo, il “Nodo Arancio” intitolato “Da un team abitudinario a un team creativo, risonante e consapevole” utile, come scrive Anurag sul suo sito, “per trasformare le abitudini collettive in abilità di risposta, elevare l’attenzione dei e tra i collaboratori, coordinare con rilassamento evitando lo stress.”

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