Il governo sta valutando il ritorno in classe il 7 gennaio. Lo chiedono diverse Regioni. E, a proposito delle lezioni il sabato e la domenica, la ministra De Micheli ha voluto precisare ciò che pensa: “Ho semplicemente detto che non ci devono essere tabù pur di garantire la sicurezza dell’organizzazione dell’apertura di tutte le attività“.
Tutti in classe dal 7 gennaio, quindi. o almeno questa è la speranza, nonché l’orientamento prevalente nel governo, in vista del varo del nuovo Dpcm con le misure anti contagio da Covid. Conte e i capi delegazione non hanno a tal proposito preso una decisione finale: “La discussione sulla scuola è ancora aperta“.
Fonti dei diversi partiti di maggioranza confermano che i ragazzi delle superiori dovrebbero tornare in classe solo all’inizio del nuovo anno, mentre a dicembre proseguirebbe per loro la didattica a distanza anche nelle zone gialle.
Sembra essere definitivamente tramontata anche l’ipotesi del ministro De Micheli di riaprire le scuole a dicembre, con la possibilità di tenerle aperte anche il sabato e la domenica per diluire l’afflusso degli studenti. “Lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola. Tra le 7 e le 9 di ogni mattina la metropolitana e gli autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9,15. Dobbiamo spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20″. Una soluzione che sembra difficile da realizzare a causa della carenza di personale nelle scuole. Siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato e la domenica. Sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati”, aveva recentemente dichiarato il ministro.
La situazione, dunque, resta in evoluzione. I timori di una terza ondata di contagi dopo le feste natalizie contrastano con quelli lo stesso legittimi e molto diffusi che riguardano le scuole superiori chiuse. Le pressioni per un rientro in classe si moltiplicano, con la ministra dell’Istruzione Azzolina a chiedere al suo stesso governo una strategia certa e sicura per programmare la riapertura dopo le vacanze.
Potrebbe allora forse avviarsi una riduzione graduale della didattica a distanza per le superiori. Un’ipotesi è quella di iniziare già dal 14 dicembre nelle aree a più basso contagio. Il confronto è aperto in vista del varo del nuovo Dpcm: tutte le scelte, viene sottolineato, sia quelle su dicembre che quelle su gennaio, dipenderanno dai prossimi aggiornamenti sui dati del contagio.