Il primo ad essere epurato dalla entrante amministrazione Biden, sarà certamente l’Attorney General (da noi Ministro di Grazia e Giustizia) William Barr. E’ stato il più corrotto della corrotta amministrazione uscente; avvocato in capo di Donald Trump, più che della nazione. Che ora, sapendo di avere i giorni contati, li sta spendendo attuando le riforme federali più aderenti al suo contorto modo di pensare.
Dato che sinora il pressante interesse dell’amministrazione Trump è stato quello di rendere la nazione più brutale e autoritaria, Barr, prima di andarsene, sta cercando di uccidere il maggior numero possibile di persone. Si porta avanti col lavoro per rendere l’intenzione di Biden di abolire le sentenze federali di pena di morte, meno effettiva. Per questo non solo ha sveltito le pratiche per l’esecuzione di 3 condannati prima del 20 gennaio, ma cerca freneticamente di espandere le regole per agevolare i modi di uccidere
ProPublica e CNN riportano che oltre la sedia elettrica, tornerà in auge, nelle esecuzioni federali, il plotone di esecuzione.
Così che il conservatorismo repubblicano possa equipararsi quanto più possibile a paesi tipo la Corea del Nord.
E’ stato provato che la pena di morte non è efficace come deterrente, è più costosa dell’ergastolo e, più spesso che volentieri, rischia di uccidere persone innocenti. A parte la questione morale, solo per queste ragioni dovrebbe essere abolita. Ma Trump e la sua banda di ultra conservatori repubblicani (leggi “filofascisti”), con a capo Barr, hanno sveltito le esecuzioni e sono sulla strada di battere il record del maggior numero di esecuzioni federali in più di 200 anni. E certamente ne saranno orgogliosi.
Il leitmotiv della politica conservatrice è stato sempre quello di rendere la nazione inutilmente crudele e violenta. Nel partito questo sembra una cosa buona e giusta ed è celebrato come il modo di tornare ad essere “great” (grande? Come in MAGA, Make America Great Again).
E’ “great” la cocciutaggine di McConnell nell’impedire l’aiuto alimentare durante una pandemia senza precedenti; è “great” la separazione di bambini, anche minori di 5 anni, dai genitori per confinarli in campi di concentramento; è “great” gassare con lacrimogeni e manganellare, impiegando anche poliziotti a cavallo, protestanti pacifici davanti alla Casa Bianca; tutto questo per permettere a Trump di farsi fotografare con una Bibbia in mano davanti a una chiesa che non aveva mai frequentato prima; ed è “great” sentire l’urgente necessità di introdurre i plotoni di esecuzione.
Anche se è un atto legislativo inutile che verrà certamente dismesso, per Barr vale la pena renderlo attuativo; in esso vi è tutto il simbolismo di un’amministrazione ultra conservatrice.
Da questo possiamo ricavare molte considerazioni, ma quello che risalta maggiormente è il desiderio di specchiare l’America nelle rimanenti dittature in giro per il mondo. Barr si è operato per isolare i collaboratori di Trump dalle conseguenze dei crimini commessi per suo conto; ha bloccato ogni intento degli organi legislativi di provare, e quindi di non impedire, azioni criminali o corrotte da parte dello stesso Trump; ha aiutato a eliminare dall’amministrazione i supposti sleali; ha ordinato di investigare chi aveva testimoniato contro Trump.
E adesso i plotoni di esecuzione.
Che lo avesse inteso o meno, William Barr lascia il suo incarico nell’amministrazione Trump con un lascito ben preciso: rendere l’America una nazione anti morale e fascista. E se in parte ha fallito nel suo intento è a causa dell’incompetenza di Trump. Con un altro “capo” chissà quanti altri passi avrebbe potuto azzardare su una strada che ha dimostrato essergli più che familiare.