Le passioni contraddistinguono la vita di ogni persona, la quale le coltiva e le porta avanti nei momenti di pausa dal lavoro e dalle quali trae felicità, oltre che divertimento ed un modo di socializzare anche con altre persone che coltivano la stessa passione.
A volte queste passioni sono completamente diverse dalla zona dove si nasce o dal background in cui si cresce; ed in alcuni casi si riesci a fare della propria passione anche un lavoro.
Questi ultimi due casi presi in esempio li possiamo ritrovare nella vita di uno sportivo italiano, nato lontano dalle montagne ma con la neve nel cuore e nell’animo, uno sportivo che ha vissuto ogni discesa affrontata con grinta e determinazione: Alberto Tomba.
Alberto Tomba nasce esattamente 54 anni fa (19 dicembre 1966) a Bologna. Vive le prime esperienze di montagna e si avvicina allo sci sull’Appennino tosco-emiliano. Una disciplina che non lo lascerà mai più e lo porterà fino in Veneto, sulle vette di Cortina d’Ampezzo, dove inizia ad allenarsi in maniera decisa sotto la guida dell’ex sciatore Roberto Siorpaes.
L’esordio nelle gare arriva nel 1983, quando un Tomba 17enne partecipa alla Coppa Europa con la squadra C2 italiana (nazionale juniores). L’anno successivo viene promosso in squadra C1 e partecipa ai Mondiali Juniores dove arriva quarto e si conquista la promozione nella squadra B nazionale che dovrà disputare la Coppa Europa.
Ma è in una gara dimostrativa tenutasi sulla collina di San Siro (Milano) dove viene fuori l’estro di Tomba; che nel “Parallelo di Natale” si prende le luci dei riflettori ed i titoli di giornale dominando sui colleghi della squadra A nazionale. Un risultato che esalta lo sciatore bolognese e gli da la spinta per fare ancora meglio; arrivando a vincere varie gare del circuito FIS e conquistare la nazionale A. Nel 1985, dopo varie vittorie in Coppa Europa arriva la convocazione per la Coppa del Mondo dove esordisce il 16 dicembre sulla pista di Madonna di Campiglio.
Bisogna aspettare il 1987 per vedere Tomba per la prima volta sul podio, quando nei Mondiali di Crans-Montana conquista il bronzo dopo lo slalom gigante dietro a Pirmin Zurbriggen (che sarà uno dei suoi più grandi rivali) e Marc Girardelli.
Il podio esalta Tomba che vuole di più, portandolo a dare tutto sulla pista e mettendo in mostra il suo stile aggressivo ed espansivo. Due caratteristiche che faranno di Tomba lo sciatore che ancora oggi ricordiamo come uno dei migliori del mondo nella disciplina, nonché come uno dei più amati dal pubblico proprio per il suo stile. La svolta nella carriera di Tomba arrivò proprio grazie a queste due caratteristiche e dopo il successo nello slalom del Sestriere, dove Tomba dichiarò alle telecamere di non perderlo di vista perché avrebbe concesso il bis anche nel gigante. Detto fatto e due giorni dopo il 21enne Tomba vince, richiamando l’attenzione dei tifosi ancor prima di tagliare il traguardo , quando con un braccio alzato inizia a festeggiare e rivolgendo un “due” verso le telecamere per ribadire come la sua promessa sia stata mantenuta. Al termine della stagione vinse nove gare, due Coppe del Mondo di specialità e si piazzò secondo in classifica generale.
Nel 1988 arrivano i giochi olimpici a Calgary, con Tomba che conquista la sua prima medaglia d’oro in slalom gigante e bissandola in slalom speciale dopo una grande rimonta nella seconda manche. Una seconda manche che ha consacrato Tomba come grande atleta e simbolo nazionale. Infatti per trasmettere la sua seconda manche fu interrotto per qualche momento il Festival di Sanremo.
Dopo questi successi e la ribalta mondiale arriva un periodo buio per Tomba, che non convince come al suo solito e nel 1989 è vittima di un infortunio che gli fa prendere la decisione di saltare per precauzione due gare. L’anno seguente (1991) c’è il ritorno in grande stile di Tomba, che vince un’altra Coppa di Specialità ma dovrà fermarsi nuovamente nello slalom gigante a seguito di una caduta nella quale si frattura due costole.
Ma Alberto è un guerriero, rimette scarponi e sci e torna a vincere due Coppe di Specialità in slalom gigante e slalom speciale; e tornando a gareggiare in supergigante dopo l’infortunio di due anni prima. Una scelta che sottolinea in carattere forte e determinato dell’italiano, deciso a non fermarsi davanti a niente e desideroso di affrontare o lanciare sfide a se stesso e gli avversari. Ed è con questo spirito agonistico e combattivo che Tomba vince un’altra medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1992 dove fu alfiere della nazionale e uomo di punta della squadra azzurra, ed una medaglia d’argento dopo una rimonta nella seconda manche. Rimonte che sono state la sua peculiarità, avendo spesso e volentieri sfornato grandi prestazioni nelle seconde manche ribaltando le classifiche a proprio favore.
Nella stagione 1994/95 Tomba diventa il Re italiano delle nevi riportando in patria la Coppa del Mondo generale dopo 20 anni dall’ultimo successo (quello di Gustav Thoni). Decisive furono le sette vittorie consecutive che gli permisero di primeggiare sui rivali. Ma la Bomba non si ferma, la miccia è innescata e porta Tomba a vincere altre due medaglie d’oro ai Mondiali.
Inizia un periodo di valutazione per Tomba, che pensa al ritiro avendo ormai vinto tutto e non avendo ulteriori stimoli per andare avanti. Vincere fa sempre piacere e le passioni non ti lasciano mai, ma ad una certa età cambiano le priorità e gli obiettivi personali. Ma per fortuna dei tifosi e degli appassionati, Tomba decide di non fermarsi (almeno per il momento) e di gareggiare ancora.
Così torna sulle piste, sempre con quel suo spirito combattivo che lo ha accompagnato per tutta la carriera ed al Sestriere, nonostante la febbre e la caduta in slalom gigante, riesce a vincere la medaglia di bronzo in slalom speciale regalando ai 30 mila presenti una seconda manche spettacolare in cui ribalta nuovamente la situazione in proprio favore. Nel 1998, dopo i giochi olimpici in cui non riesce a portare a casa nessuna medaglia e dopo un nuovo infortunio, decide di lasciare lo sci ma non prima di aver vinto l’ultima gara nei mondiali di Crans-Montana; la stessa località dove tutto era iniziato nel lontano 1987.
Lascia lo sci dopo 50 vittorie in Coppa del Mondo; con una Coppa del Mondo assoluta in bacheca, e otto Coppe del Mondo di specialità equamente divise tra slalom gigante e slalom speciale. Appese al collo della Bomba troviamo invece tre ori e due argenti Olimpici oltre che due ori e due bronzi Mondiali. Vanta il quarto posto di sempre tra gli sciatori con più vittorie in ambito mondiale ed è considerato tra i migliori nelle prove tecniche.
Atleta di grandissima caratura nazionale e mondiale, dopo il ritiro si è dedicato alle telecamere partecipando a vari programmi televisivi e recitando un film (Alex l’ariete). Ma non ha mai abbandonato la passione per lo sci, divulgando i valori dello sport e l’amore per la neve nei vari “Tomba Tour“. E’ tra i soci fondatori e membro dell’associazione Laureus, che premia i migliori atleti dell’anno e vuole promuovere l’attività sportiva contro il disagio sociale.
Un uomo combattivo e determinato, un grande campione che ha raggiunto grandissimi traguardi con forza di volontà e determinazione. Un atleta che con il suo carisma e la sua espansività ha avvicinato al mondo dello sci anche chi non ne era molto affascinato. Un ambasciatore sia per lo sport che per i colori nazionali nel Mondo.
Una vera e propria Bomba, che detonando ha sparso sulle nevi del Mondo tutta la sua magia e la sua classe.
Tanti auguri al Re dello sci italiano.
Tomba la Bomba, il Re dello sci

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