di Ileana Barone –
In attesa di capire come evolverà la crisi di Governo, gli italiani sono interessati a capire quali saranno le novità del nuovo DPCM che dovrebbe entrare in vigore il 16 gennaio 2021.
L’aumento dei contagi dovuta al periodo festivo ha dato vita alla terza ondata che porterà quindi ad ulteriori restrizioni per limitare il più possibile i danni. Anche in questo caso l’Italia sarà divisa in zone – giallo, arancione e rossa – e rimangono attive tutte limitazioni fin ora attuate.
Tuttavia, nonostante il quadro sia ancora poco chiaro e incoraggiante, potrebbe esserci un piccolo spiraglio di luce: la riapertura dei musei in zona gialla.
A chiedere di riaprire gallerie e spazi culturali è il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ai microfoni di Rai Radio 2 si è rivolto direttamente al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini: “Capisco la sua prudenza, ma io penso che nelle regioni gialle si possa prevedere una graduale riapertura dei musei. I musei sono molto sicuri, ben organizzati. Non vedo le folle come al supermercato, purtroppo. Scuola e cultura possono essere le leve per uscire da questa emergenza, abbiamo bisogno assolutamente di tutto questo”.
Ad unirsi al sindaco Firenze ci sono i direttori di musei e gallerie di tutta Italia, pronti a riaprire le porte con ingressi contingentati, orari più lunghi e nuove misure di sicurezza.
In questi lunghi mesi di chiusura sono molti i musei che si sono reinventati. Il 2020 per i luoghi della cultura italiana è stato una specie di “anno zero” dal quale ripartire con nuovi format e nuovi pubblici. E le sperimentazioni fatte durante il lockdown possono essere prese come spunto per aiutare musei, gallerie d’arte, siti archeologici e spazi espositivi a riconsiderare il ruolo del patrimonio culturale, non più basato solo sul numero dei biglietti staccati.
Adesso resta solo da capire quali regioni potranno riaprire i musei e se l’impossibilità di spostarsi da regione a regione avrà delle ripercussioni sul flusso dei visitatori.