Invece di allenarsi fino a cinque ore al giorno mentre si preparano per l’Australian Open, 72 giocatori si trovano nell’impossibilità di lasciare le loro stanze d’albergo in base alle regole di quarantena. Alcuni tra loro hanno voluto esprimere la propria frustrazione per questa situazione.
Se ne sentono molte in questo periodo. Nulla è normale. Lo sport non fa eccezione. Oltre ad abituarci malvolentieri agli spalti vuoti, siamo di fronte a veri e propri sconvolgimenti dei tornei, falsati dall’assenza di giocatori, atleti che possono spesso fare la differenza. Figurarsi nel tennis, dove si gioca one to one.
Emma Cassar, il commissario per la pandemia dello stato del Victoria, domenica ha voluto precisare che “ci sono poche persone” all’interno degli hotel che stanno accogliendo i giocatori dell’Australian Open che stanno “testando le nostre procedure”. Nove persone legate agli Australian Open sono ora risultate positive al Covid-19, incluso un tennista di cui non si sa però il nome. Il premier dello stato di Victoria, Daniel Andrews, ha detto in una conferenza stampa dello scorso lunedì che le persone infette sono “tutte al sicuro in quarantena”.
Domenica, gli organizzatori dell’Australian Open hanno annunciato che altri 25 giocatori erano stati messi in quarantena in hotel dopo che un passeggero su un volo Doha-Melbourne arrivato sabato è stato riscontrato positivo al test per il Covid-19. “Il passeggero non è un membro dello staff del torneo, ed era risultato negativo prima del volo”, ha detto l’organizzazione dell’Australian Open in un comunicato. “C’erano 58 passeggeri sul volo, inclusi 25 giocatori”. Tutti i 72 giocatori interessati sono tenuti a stare in quarantena per due settimane. Non potranno quindi lasciare le loro stanze d’albergo per un periodo di 14 giorni o fino a quando non saranno autorizzati dal punto di vista medico.” Giocatori che, pertanto, rimangono esclusi dagli allenamenti. C’è che si è lamentato sui social del trattamento e della scarsità delle informazioni che arrivano, e quei pochi che hanno provato a mettere il naso fuori dalla camera per comunicare con un collega o un trainer, sono stati minacciati di multe salatissime o di essere trasferiti in hotel con poliziotti ad ogni piano a controllarli.
Alcuni di questi giocatori che mal sopportano il loro status di “reclusi”, lo ha fatto notare con alcuni comportamenti poco consoni, secondo la Cassar, che ha detto con gran severità: “Si tratta di atti davvero di basso livello e davvero pericolosi che non possiamo tollerare”.
L’atmosfera a Melbourne si fa bollente, viste le polemiche causate dalle tante, pur giustificate, precauzioni che gli organizzatori e le autorità sanitarie del Victoria hanno imposto ai partecipanti. Tra i corridoi circola la voce che il torneo potrebbe anche slittare di almeno una settimana.
La numero 71 del mondo Sorana Cirstea ha detto di aver compreso la necessità di mettersi in quarantena, ma che non essere in grado di allenarsi avrebbe influenzato la sua capacità di competere efficacemente agli Australian Open. “Non ho problemi a rimanere 14 giorni nella stanza a guardare Netflix. Credetemi” ha twittato Cirstea “questo è un sogno che si avvera, anche le vacanze. Quello che non possiamo fare è COMPETERE dopo essere stati 14 giorni su un divano. Questo è il problema, non la regola della quarantena”.
“Avrei bisogno di almeno 3 settimane dopo per essere di nuovo in forma decente e competere ad alto livello!” Ha detto Cirstea in un altro tweet. Come darle torto? Chi ha organizzato forse avrebbe potuto prevedere dei campi di allenamento e dei turni?
«Se l’avessi saputo non ci sarei proprio venuta», hanno twittato la romena Sorana Cirstea la kazaka Yulia Putintseva. Parlando lunedì in risposta alle preoccupazioni dei giocatori, il Premier Andrews ha affermato che i giocatori di tennis sono stati informati sulle regole prima di venire in Australia. “Queste erano le condizioni. Non c’è nessun trattamento speciale qui… perché il virus non ti tratta in modo speciale”. Su questo, ci viene da dire, non v’è dubbio. Dubbio potrebbe esserci sulla capacità di organizzare un torneo in sicurezza, ma rispettando valori e requisiti sportivi. Altrimenti evitare di organizzarlo del tutto.
Belinda Bencic ha fatto eco all’osservazione di Cirstea secondo cui l’equilibrio competitivo all’Australian Open, che è il primo grande slam della stagione tennistica, potrebbe essere influenzato da giocatori in quarantena con uno svantaggio significativo.”Non ci lamentiamo di essere in quarantena”, ha twittato Belinda Bencic . “Ci lamentiamo a causa di condizioni di allenamento / gioco ineguali prima di tornei piuttosto importanti. In un altro tweet la numero 12 del mondo ha detto: “Superficie sbagliata ma per noi non importa”. Il tweet era accompagnato da un video di Bencic, con la racchetta in mano, che colpiva delicatamente una pallina da tennis contro la finestra della sua stanza d’albergo.