Oggi Conte si dimette e spera di avere il sostegno di un gruppo di responsabili. Il presidente del Consiglio spera di riottenere l’incarico da Mattarella, per formare un nuovo governo sostenuto da una maggioranza più ampia. Non è detto che il Quirinale glielo conceda. E, soprattutto, è possibile che il tentativo fallisca. Come è già accaduto in altre occasioni.
Lo storytelling
Conte, presidente del Consiglio dal 2018, è sopravvissuto al voto di fiducia alla Camera dei Deputati la scorsa settimana. Il voto è stato indetto dopo che l’ex premier Matteo Renzi ha ritirato il suo piccolo partito, Italia Viva, dalla coalizione e ha fatto capire che sarebbe tornato solo se Conte avesse accettato una lista di richieste.
Renzi, di fatto, si oppone al piano spese di Conte per il Recovery Fund, i 209 miliardi di euro di fondi UE – parte del salvataggio dell’UE da 750 miliardi di euro per la crisi Covid.
Poco prima delle dimissioni di Conte, il Movimento Cinque Stelle (M5S) “anti-establishment” ha detto che “sarebbe rimasto al fianco di Conte”. Le sue dimissioni arrivano prima di un voto sulle riforme giudiziarie alla fine di questa settimana su cui i parlamentari della sua coalizione avevano già espresso incertezze.
Conte, come è noto, ha guidato due governi successivi molto diversi. Per 15 mesi è stato a capo di una coalizione tra M5S e Lega, il partito di estrema destra il cui leader Matteo Salvini si è ritirato nel tentativo fallito di forzare le elezioni. Da allora ha presieduto una coalizione di centrosinistra di cui M5S e Partito Democratico sono stati i componenti principali. E arriviamo a oggi.
Conte sale al Quirinale
Gli italiani si trovano dunque costretti a seguire una nuova crisi di governo che potrebbe evolversi in più modi: l’ipotesi che sembra già probabile è che Giuseppe Conte riceva da Mattarella, Presidente della Repubblica italiana, l’incarico a formare un nuovo governo. Di fatto, il Conte Ter – formando una nuova maggioranza più ampia rispetto a quella che contava anche Italia Viva, magari coinvolgendo i partiti di centro e una parte di quelli del centrodestra sulla base di un nuovo patto di governo più appetibile.
Conte comunicherà al Consiglio dei Ministri l’intenzione di dimettersi e subito dopo salirà al Colle per rimettere l’incarico. Il Conte bis è arrivato al capolinea. E adesso si apre la fase più rischiosa.
Perché Conte si dimette e cosa succede adesso
Dopo l’uscita di Italia Viva dalla maggioranza e la precaria fiducia ottenuta al Senato la settimana scorsa, il governo rischiava seriamente di cadere sul voto previsto per mercoledì sulla relazione relativa all’amministrazione della giustizia che avrebbe dovuto illustrare il ministro Alfonso Bonafede. Conte ha quindi voluto evitare di scivolare in una minoranza, uno scenario nel quale sarebbe stato ben più difficile riottenere l’incarico da Mattarella. Il suo obiettivo principale, se riceverà nuovamente l’incarico, diventerebbe trovare una maggioranza più ampia di quella attuale senza Italia Viva, convincendo quei partiti di centro e forse anche un pezzo di centrodestra, sulla base di un nuovo patto di governo più attraente di quello proposto nei tentativi di allargare la maggioranza di questi giorni. Ma non è detto che andrà così, e ci sono diversi scenari possibili.
Ieri la giornata per il Presidente del Consiglio era cominciata non benissimo. Su Roma si abbatteva una fitta pioggia mentre per tutta la giornata di domenica si erano rincorse le voci sulle sue dimissioni. Ora le ipotesi in campo sono più di una a partire da un governo con la stessa maggioranza e un nuovo premier, che potrebbe essere del Partito Democratico condotto probabilmente da Franceschini o Zingaretti o uno del MoVimento 5 Stelle che potrebbe essere Di Maio. Ma il Conte-Ter è l’obiettivo del premier e, per ora, anche della maggioranza che lo sostiene. Con una maggioranza allargata a centristi e pezzi di Forza Italia, con o senza il ritorno di Renzi.
L’alternativa a questi scenari potrebbe essere un premier tecnico. Ricordiamo quello di Carlo Azeglio Ciampi nel 1993, in cui è previsto un presidente del Consiglio che si assuma il compito di gestire i dossier più rilevanti e l’emergenza mentre ci si prepara al ritorno alle urne.
L’ultima spiaggia potrebbero essere le elezioni anticipate. Improbabili.
Dal Movimento 5 Stelle, compattatosi intorno al premier arriva questo messaggio: ”Il passaggio per il cosiddetto Conte ter è ormai inevitabile ed è l’unico sbocco di questa crisi scellerata”, Anche il Pd con il segretario Nicola Zingaretti ribadisce il sostegno a Conte per una maggioranza con “una base parlamentare ampia”. Infine Leu con Roberto Speranza: “Sono al fianco di Conte”.