Nella storia di un partito vi è sempre un momento in cui, attraverso un faticoso selezionamento di idee, una parte arriva a distinguersi e cambiare la propria posizione sino ad integrarsi nel partito avversario. E’ successo negli anni ’60 con il Partito Democratico quando i cosiddetti Dixiecrats, o Democratici del Sud, in seguito alla promulgazione delle leggi sui Diritti Civili, che evidentemente contraddicevano le loro idee separatiste, si riversarono nelle braccia del Partito Repubblicano. Questo cambio di affiliazione influì profondamente e per generazioni nella dinamica politica americana, rivoltando anche i risultati elettorali. Il Presidente Lyndon Johnson, responsabile della promulgazione del “Civil Right Act” (1964) e del “Voting Right Act” (1965), confidò ad un amico: “Abbiamo perso il Sud per una generazione.”
E’ stato ottimista.
Infatti, malgrado Watergate ed il momentaneo effetto di deterioramento del Partito Repubblicano, il GOP ha vinto 8 elezioni presidenziali delle 14 disputate E questo perché, da una parte, il blocco elettorale sudista si è completamente allineato col Partito Repubblicano, dall’altra, al Partito Democratico è mancata la volontà di contrapporsi con decisione all’ala sudista dissidente e di abbracciare senza tentennamenti la causa della giustizia sociale ed economica.
Qualcosa di simile succede oggi col Partito Repubblicano. Mentre una forte base trumpista (il 20% dell’elettorato?) minaccia la scissione, la parte più moderata del partito prende le distanze e molti lo abbandonano diventando o democratici o indipendenti. Il risultato di questa selezione darwiniana potrebbe dar vita ad un partito neo-nazista, QAnon aderente, razzista, fanatico religioso, ricettacolo di pazzi assortiti, decisamente anti-costituzionale e con una visione aberrante dell’America. In questo modo il conservatorismo, nella sua essenza, sarebbe completamente abiurato, separato dalla storia delle sue origini, e decisamente capovolto. Un “Grand Old Party” non piu’ erede di “Honest Abe” (Abraham Lincoln).
Infatti Trump non ha niente in comune con Lincoln, mentre è completamente in linea con l’assassino di Lincoln, la cui congiura si può paragonare a quella del contingente QAnon che ha invaso il Capitol il mese passato, provocando la morte di 7 persone, fra cui un ufficiale di polizia.
In calce a questo articolo riporto una dichiarazione premonitrice di Goldwater, ma questi è responsabile anche di questa asserzione:
“Vorrei ricordare che estremismo in difesa della libertà non è vizio! E lasciate che vi ricordi anche che moderazione nel cercare giustizia non è virtù”.
Probabilmente è da qui che comincia l’allineamento di un nuovo conservatorismo che, insieme con l’anticomunismo del dopo guerra, porta all’idea basilare di limitare al minimo le funzioni governative e di agevolare al massimo l’accumulo di ricchezza.
E dopo 50 anni di propaganda anti comunista e anti governativa, il Partito Repubblicano ha finito col chiudersi in se stesso, col perdere lo slancio per la ricerca di nuove idee e la volontà di scendere a compromessi. Sino a quando, dopo 4 anni di tweets trumpiani, di martellante rimbalzo di notizie false e di teorie aberranti, si è arrivati al tentato colpo di stato del 6 gennaio.
“Segnatevi le mie parole… se e quando questi predicatori prenderanno il controllo del Partito Repubblicano, e per certo lo stanno facendo, sarà un grosso, dannato problema. Francamente questa gente mi spaventa. La politica e il governo richiedono compromessi. Ma questi cristiani credono di agire nel nome di Dio, e per questo non possono e non vogliono mediare. Lo so perché ho provato ad interagire con loro.”
Barry Goldwater (Senatore Repubblicano che nel 1964 vinse le primarie del suo partito per la Presidenza degli USA, vinta poi da Jimmy Carter).