di Ileana Barone –
La pandemia ha messo a dura prova i musei di tutto il mondo, tra chiusure altalenanti e l’impossibilità di portare avanti una programmazione espositiva continua.
Nel contesto storico che stiamo vivendo i musei rivestono comunque un ruolo fondamentale in quanto luoghi di conservazione e narrazione di ciò che avviene ma anche di futura memoria e riflessione per le generazioni che verranno.
Proprio per questo lo Smithsonian’s National Museum of American History ha recentemente acquisito le fiale delle prime dosi di vaccino anti-Covid iniettate negli Stati Uniti e diventati quindi parte integrante della collezione del museo.

La collezione Smithsonian Covid19
Gli oggetti comprati dal museo comprendono le fiale vuote di vaccino che il 14 dicembre sono state somministrate presso l’ospedale Northwell Health di New York.
L’infermiera di terapia intensiva dell’ospedale, Sandra Lindsay, è stata la prima persona a ricevere il vaccino negli USA.

Il Northwell ha donato anche la scheda di registrazione delle vaccinazioni dell’infermiera, lo scrub, il badge di identificazione dell’ospedale e la fiala Pfizer-BioNTech che conteneva le prime dosi di vaccino approvato e distribuito in America.
C’erano inoltre anche una serie di oggetti relativi alla distribuzione del siero e alla campagna realizzata per spingere il popolo a farsi vaccinare.
L’acquisizione comprende altre fiale dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna (quest’ultimo somministrato per la prima volta il 22 dicembre 2020) somministrate al Northwell, e le attrezzature necessarie per preparare, iniettare e monitorare le vaccinazioni come diluente, siringhe e schede di registrazione delle vaccinazioni.
“L’urgente necessità di vaccini efficaci negli Stati Uniti è stata soddisfatta con una velocità senza precedenti”, ha dichiarato la direttrice del museo Anthea M. Hartig. “Questi oggetti ormai storici documentano non solo il notevole progresso scientifico, ma rappresentano la speranza offerta a milioni di persone”.
“Il 14 dicembre è stato un momento storico per tutti. Ringrazio lo Smithsonian per aver preservato questo importante oggetto” ha aggiunto il presidente e CEO di Northwell Health Michael Dowling.
Il Covid19 nei musei
Ma non è solo lo Smithsonian ad aver creato una raccolta che racconti questo periodo storico particolare.
Lo scorso aprile, lo Science Museum di Londra, fondato nel 1857 e che custodisce oltre 300mila oggetti e che ha recentemente inaugurato le “Medice: The Wellcome Galleries”: una nuova sezione del museo dedicata alla storia della medicina, aveva preannunciato l’idea di una collezione a tema Coronavirus.

Lo scorso maggio il Victoria & Albert Museum ha dato vita ad una call che raccoglie disegni, cartelli e segnaletiche realizzati durante la pandemia.
