di Follotitta – from USA
Il Presidente Biden ha tenuto, giovedì 25/3 nella East Room della Casa Bianca, la sua prima conferenza stampa. I media si lamentavano del ritardo e lo attribuivano, con la solita sicumera, all’impreparazione di Biden a sottoporsi al loro giudizio. Il coro era generale, da destra tipo Fox News, come da testate indipendenti come il Washington Post che ha pubblicato nel mese di marzo non meno di 5 editoriali su questo ritardo. Jen Psaki, la portavoce del Presidente, tiene conferenze stampa giornaliere alla Casa Bianca, ma era imperativo ascoltare gli stessi argomenti ripetuti da Biden.
Il che rende alquanto strano il fatto che alla fine ad essere impreparati siano stati i giornalisti e non il Presidente.
Una conferenza stampa “spiazzante”
All’inizio di una amministrazione, si sarebbero aspettate domande che spaziassero su una grande varieta’ di temi, primo fra tutti la pandemia. Invece no, i temi sono rimasti limitati ed hanno teso più sul personale; inoltre si sono ignorate le risposte e si sono continuate a domandare le stesse cose, dando l’impressione che si fosse interessati più alle domande che a quanto il Presidente avesse da dire. Come se l’occasione della conferenza servisse solo ad inquadrare una opinione preconfezionata. Per esempio sul Covid-19, intorno al quale Biden ha reso esecutivo un Rescue Plan da 1,9 trilioni di dollari, e che ancora prende la vita di mille persone al giorno, e che per debellare il quale è in corso un’ambiziosa campagna vaccinale da 2 ½ di milioni di dosi al giorno, neanche una singola, solitaria, domanda. E neanche sul fatto che gli Stati Uniti stiano inviando vaccini ad altre nazioni, in particolare al Messico per alleviare la crisi dei migranti.
Evidentemente sapere che finalmente qualcuno stia facendo qualcosa per arginare la pandemia e relativa crisi economica, non è cosa che possa dare adito ad interpretazioni negative; quindi anche se è quello che obiettivamente più interessa gli Americani, è da ignorare.
Invece molti giornalisti hanno continuato a fare domande sullo stesso argomento: la crisi migratoria al confine meridionale. E malgrado Biden abbia dato, nel corso della conferenza, risposte esaurienti e dettagliate, hanno continuato a battere sullo stesso tema.

Biden, da 2 mesi al lavoro
Il fatto è che Biden parla la stessa lingua dell’uomo comune. Non ricorre ad iperboli per enfatizzare l’opera di una amministrazione diventata operativa da poco più di 2 mesi. I suoi argomenti sono di una semplicità disarmante e sono radicati sui bisogni reali della popolazione, senza sconti per giochi di potere politici o lobbistici. Sa che dopo una pandemia devastante per l’economia e 4 anni in cui il governo di Washington è risultato o assente o più che compiacente nei riguardi delle grandi corporazioni, la gente vuole sentire parlare di piani vaccinali e di massicci investimenti infrastrutturali. Ed al di là del fatto che l’opposizione sia d’accordo o meno, per Biden è sufficiente che la maggioranza degli Americani, inclusi quelli che votano per il GOP, sia d’accordo.
A volte si è dimostrato disarmante; ad un giornalista che gli chiedeva se era accettabile che in Texas una struttura di accoglienza per minori non accompagnati, stesse funzionando oltre il massimo della sua capacità, ha chiesto a sua volta: “E’ una domanda seria, giusto?”. Infatti chiunque, minimamente informato, dovrebbe sapere che la situazione disastrosa dei migranti è stata ereditata dalla amministrazione precedente e che, a parte i provvedimenti di emergenza in atto già esposti e dettagliati, tutta la materia ha bisogno di una legge che inquadri il problema nella sua complessità; una legge che ha sempre trovato sulla sua strada, sin dai tempi di Clinton e Obama, l’opposizione dei Repubblicani.
Incredulo che una tale domanda gli fosse stata posta, Biden ha continuato: “Se per me e’ accettabile? Dai su.” E oltre ad umanizzare la disperazione di tanti genitori costretti a separarsi dai propri figli, ha indicato quello che il suo governo stesse facendo per alleviare la situazione, come per esempio l’apertura di Fort Bliss ed il suo adattamento per ospitare 5mila minori.
Ed i 231 mila ponti che hanno bisogno di essere riparati, le circa 10 milioni di abitazioni che ancora ricevono acqua attraverso tubazioni in piombo, le perdite di metano da oltre 100 mila pozzi non sigillati? Nessuna domanda. Ma ci pensa Biden a colmare questa finta ignoranza, dettagliando il suo “Jobs Plan” infrastrutturale da 2,25 trilioni in 8 anni che alla fine sarà il vero lascito della sua amministrazione e sul quale si sarebbe dovuta addensare tutta la curiosità della sala stampa. Ma invano.
Domande tendenziosamente “serie”
E quando qualcuno gli ha chiesto se fosse preoccupato di poter perdere nel 2022 la maggioranza nel Congresso, viste le nuove leggi restrittive sul voto che gli Stati retti da Repubblicani si stanno affrettando ad approvare, Biden ha stigmatizzato quelle leggi come “sick”, malate. Proibire che si fornisca acqua ai votanti in coda da lunghe ore, o chiudere i seggi alle 5 del pomeriggio quando la gente finisce di lavorare o durante i giorni festivi, è semplicemente “sick”. E’ un Jim Crow rinforzato con steroidi (Jim Crow era una legge segregazionista dell’inizio del secolo scorso), o anche un Jim Crow divenuto un Jim Eagle (gioco di parole fra cornacchia ed aquila). Ed in una successiva occasione ha enfatizzato che si tratta di una atrocità che non ha niente a che fare con l’imparzialità di una libera elezione.
Nell’attuale partito Repubblicano non vi è nessuno capace di appellarsi ai bisogni degli elettori più o meglio di Biden, il quale in tutto il corso della conferenza stampa, si è rivolto più ai lavoratori americani che ai giornalisti.
“Ho stabilito il traguardo di riuscire a realizzare qualcosa per quelli che più mi stanno a cuore, gli Americani decenti, quelli che lavorano duro e che hanno tutto contro. Voglio cambiare il paradigma. Voglio premiare il lavoro e non la ricchezza.”
E per enfatizzare questo concetto, di per sé rivoluzionario nell’era trumpiana, ha stigmatizzato l’ipocrisia del GOP che non si è mai opposto ai deficit di bilancio quando si è trattato di ridurre le tasse dell’83% all’1% della popolazione più benestante, facendo pagare percentuali minori a compagnie con utili di bilioni di dollari, rispetto ad un insegnante elementare.
L’abilità di Biden di empatizzare e collegarsi con i lavoratori americani non ha rivali nel Partito Repubblicano odierno. Ogni volta che apre bocca davanti ad una telecamera pianta un seme di dubbio nella mente di quei Repubblicani che, avendo adottato Trump come loro salvatore, oggi si ritrovano con “Cancun” Cruz nascosto fra i canneti del Rio Grande.**
E ad ulteriore dimostrazione della superficialita’ dei giornalisti accreditati presso la Casa Bianca durante la conferenza stampa, l’unica “breaking news” uscita il giorno dopo è stata: Biden non ha ancora deciso se correre nel 2024. Fra l’altro tendenziosa perché Biden ha semplicemente detto di porre i passi uno di seguito all’altro. Ma le metafore, in certi ambienti, si interpretano solo a senso unico.
**Ted Cruz, Senatore del Texas che durante la recente crisi energetica del suo Stato, colpito da una insolita tormenta di neve, in luogo di occuparsi dell’emergenza, ha preferito andare in vacanza a Cancun. Da qui il soprannome. Ed ora, durante la presunta crisi dei migranti, si è fatto videografare in tenuta mimetica ed armato alla Terminator, nascosto fra i canneti del Rio Grande, quale ultimo baluardo ad una orda inarrestabile di malintenzionati pronta ad invadere gli Stati Uniti.