di Follotitta –
Nel NY Times, Jamelle Bouie riporta l’opinione dello storico Eric Rauchway che nel suo nuovo libro ”Why the New Deal matters”, afferma come il programma del new deal fosse orientato, oltre che a sollevare il paese economicamente, anche a salvarne la democrazia.
“Impegno voi, impegno me stesso, ad un “new deal” per il popolo americano”, affermò Franklin Roosevelt durante la Convenzione Nazionale Democratica del 1932 a Chicago, promettendo un piano basato sul “semplice principio morale” per il quale “il benessere e la validità di una nazione dipende prima su quello che la gran massa del popolo desidera e necessita” e secondo sul fatto “che lo stia ottenendo o meno.”
Su Bloomberg, John Authers
Su Bloomberg, John Authers scrive a proposito del recupero economico e afferma la sua eccezionalità, argomentando che anche se il costante flusso di informazioni ci può far credere che l’importanza dei dati economici sia esagerata, in questo caso non lo è. E spiega che quando siamo sopra eccitati da un continuum di dati giornalieri, possiamo non renderci conto di quando qualcosa di veramente importante stia accadendo. Come per esempio pensare che lo stimolo in corso d’opera stia foraggiando solo parzialmente l’economia, quando in realtà si sta rivelando un vero e proprio boom.
Ed a questo proposito cita il gruppo di investimento Bespoke, che in un grafico dimostra come, così come il periodo di lockdown ha rappresentato un freno senza precedenti, così il rimbalzo odierno è ancora più rimarchevole. Non solo la spesa è tornata ai livelli precedenti, ma lo ha fatto molto più rapidamente che in precedenti recessioni.
Mai più Covid
In un tweet, @sciencecohen, Jon Cohen afferma che se le varianti Covid e le loro congiunzioni sono un incubo, può sollevarci pensare che un crescente numero di scienziati sta lavorando ad un vaccino da sogno che ci proteggerà da qualsiasi tipo di CoVs, incluso qualcuno non ancora emerso.
NY Times e presidenziali
Nel NY Times, Isabella Grullon Paz analizza le presidenziali del 2020 e scopre come Biden sia stato agevolato in distretti repubblicani in cui vi sono state previe campagne elettorali democratiche per bordi legislativi minori, anche se perdenti. Per esempio in Georgia, Biden ha vinto con soli 12mila voti di vantaggio ed una spinta decisiva l’ha ottenuta in quei distretti conservatori in cui almeno un candidato democratico aveva fatto campagna elettorale per una qualche carica legislativa. E questo fenomeno si è verificato a livello nazionale: Biden è stato sino all’1,5% più effettivo in distretti repubblicani dove vi era stata una anteriore contesa di un candidato democratico, piuttosto che in distretti senza alcuna previa contesa elettorale.
In un tweet, @saletan, Will Saletan percentualizza la simpatia del GOP per l’insurrezione del 6 gennaio. Il 45% dei repubblicani è convinto che i ribelli “had a point” avevano un motivo valido; il 51% pensa che il Congresso non abbia supportato abbastanza lo sforzo di Trump di capovolgere il risultato elettorale; il 78% che Biden non ha vinto in modo legittimo.
Riforma della polizia
In USA Today, il consiglio editoriale vorrebbe che nell’agenda del Presidente Biden fosse prioritaria la creazione di una commissione, con a capo la VP Harris, per la riforma della polizia. Sebbene questo sia stato un impegno improrogabile durante la campagna elettorale, Susan Rice, responsabile della politica interna, ha affermato che questa iniziativa è rimandata; inoltre lo stesso Biden non ne ha fatto cenno durante la sua recente conferenza stampa, in cui le priorità annunciate sono state il controllo della pandemia da Covid e lo stimolo economico. E sebbene Biden abbia firmato 40 Ordini Esecutivi, nessuno ha riguardato la riforma della polizia. Ma questo non vuol dire che Biden abbia dimenticato una promessa fatta alla sua base elettorale più importante. Infatti la sua amministrazione, in accordo con le organizzazioni sui diritti civili, piuttosto che parlare di riforme, preferisce attendere l’approvazione da parte del Senato della legge “George Floyd Executive Act, già approvata dalla Camera dei Rappresentanti. In questa ottica una commissione sarebbe un doppione controproducente.

In un tweet, @News Hour, PBS NewsHour informa, secondo una indagine PBS NewsHour-NPR-Marist, che ⅔ degli americani si oppongono in modo schiacciante alle leggi anti-transgender. Questa opposizione include maggioranze di ogni tipo di ideologia e gruppi di età.
In Substack (un contenitore per scrittori indipendenti), Noah Smith scrive che l’idea che sia in corso una loro sostituzione è diventata parte essenziale dell’ideologia del GOP. A supporto Smith riporta un intervento di un Rappresentante Repubblicano della Florida, Scott Perry, durante un incontro in una sottocommissione della Camera.
“Per molti americani, quello che sembra stia succedendo o quanto credono stia succedendo è che si stiano sostituendo gli americani nati qui, in modo da trasformare per sempre il panorama politico di questa nazione.”
Così, quella che prima era una lamentela neo-nazi periferica, è diventata parte integrale dell’ideologia del GOP. Ed è probabilmente ancora più diffusa presso chi vota repubblicano. Tanto che il giornalista di Fox News, Carlson Tucker non ha nessuna remora a giocare con le paure della propria udienza, e diffondere apertamente questa idea piuttosto reazionaria. Ma prima di chiedersi come si sia giunti all’idea del “Great Replacement”, bisogna chiedersi chi o cosa i repubblicani pensano stia per essere sostituito.
Infine, in un tweet, @AP DiploWriter, Matt Lee informa che la Casa Bianca il prossimo mese solleverà i limiti imposti da Trump sui rifugiati.