di Giacomo Torresi –
Ridurre la disuguaglianza, la povertà e l’esclusione sociale.
Sono questi alcuni dei punti evidenziati da Mario Draghi nella bozza (ottenuta in esclusiva dal giornale Il Foglio) dell’introduzione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il Recovery Plan sarà presentato il 28 e il 29 aprile alle Camere, prima della scadenza per l’invio alla Commissione europea, fissata per il 30 aprile.
Scrive Mario Draghi:
L’Unione europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (Ngeu).
E’ un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
Per l’Italia il Ngeu rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme.

Le risorse
Riforme che secondo il premier devono puntare alla modernizzazione della pubblica amministrazione, oltre a rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze.
Il Ngeu può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.
L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del Next Generation.
Ovvero del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (React-Eu). Solo il primo garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto.
I fondi
I fondi, sottolinea il premier, saranno usati per mettere in pratica un piano che si articola in 6 missioni e 16 componenti.
Le sei missioni sono:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
- rivoluzione verde e transizione ecologica
- infrastrutture per una mobilità sostenibile
- istruzione e ricerca
- inclusione e coesione
- salute
La quota di progetti verdi è invece pari al 38% del totale.
Il 40 per cento circa delle risorse del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale.
(fonte: Open, Il Foglio, ANSA)