Il Piano nazionale (Pnrr) non ha ancora fatto a tempo ad arrivare in Parlamento per la formale approvazione di rito e l’invio a Bruxelles che già spunta l’innalzamento dell’età pensionabile con la definitiva archiviazione di Quota 100 e il ritorno ai 67 anni e 7 mesi di età anagrafica per ambire alla pensione. Insomma, si tornerebbe ai crismi e ai precetti della riforma Fornero. Al 31 dicembre la fase sperimentale Quota 100 si concluderà.
La pensione tripartita secondo Tridico
Nella discussione sulla previdenza si potrebbe ragionare sulla divisione della pensione in due quote: una contributiva che si può anticipare e una parte retributiva che si otterrebbe solo a 67 anni. E’ la proposta del presidente dell’INPS, Pasquale Tridico. L’anticipo pensionistico per la parte contributiva si potrebbe dare a 62-63 anni – ha spiegato – mentre il resto (la quota retributiva) la si otterrebbe a 67 anni.
Tridico ha anche proposto un “pensionamento anticipato sperimentale nel periodo post-pandemico per i cosiddetti “lavoratori fragili” (es. i lavoratori immunodepressi e i pazienti oncologici)”. E’ una platea non particolarmente estesa, ha spiegato, che richiederebbe costi molto minori rispetto, ad esempio, a quota 100. Bisognerebbe poi rafforzare l’Ape sociale al momento prorogato solo fino al 2021. Infine Tridico rilancia la staffetta generazionale e l’utilizzo del contratto di espansione sostenendo l’ipotesi di estenderlo anche alle aziende al di sotto dei 250 lavoratori.
La quota 100 della Fornero
Elsa Fornero, Ministro sotto il “governo Monti”, ha commentato con sdegno la decisione del Governo Draghi di eliminare la parte del Recovery plan relativa alla non conferma di Quota 100 al termine del periodo di scadenza.
È notizia delle ultime ore, infatti, che nel testo del Recovery plan italiano è stata eliminata la parte riguardante Quota 100, laddove si leggeva chiaramente che per la misura di flessibilità voluta dalla Lega durante il primo Governo Conte “non ci sarà alcun rinnovo” al termine del periodo di sperimentazione, fissato per il 31 dicembre 2021.
“Non vorrei che il Governo rimanesse impigliato nella ragnatela dei partiti e della loro caccia al consenso”, ha spiegato la Fornero, raccontando poi il motivo per cui la riforma delle pensioni voluta dalla Lega non ha funzionato e non può farlo nemmeno in futuro.
A dieci anni di distanza la sua riforma viene ricordata ancora con particolare negatività dagli italiani, visto l’incremento dell’età pensionabile che questa ha comportato; la Fornero, però, si è sempre difesa dicendo che in quel momento “era necessaria”, in quanto c’era il rischio concreto di non riuscire a pagare le pensioni negli anni avvenire.
La pensione secondo l’Europa di Draghi
Ma c’è una riforma su cui l’Unione Europea ha espresso un no categorico: si tratta di quella del sistema previdenziale. Per questo motivo, il Governo Draghi “non può cedere su Quota 100”, anche perché il Presidente del Consiglio “sa che quella è stata una misura miope e propagandistica”.
Alla Fornero, quindi, la riforma voluta da Salvini proprio non piace, per una lunga serie di motivi. Si tratta, infatti, di una riforma che “fa pagare il conto ai giovani”, anche perché “andando contro l’andamento demografico del Paese” va ad innalzare di molto la spesa pensionistica. Spiega la Fornero:
“Fatta salva la tragedia della pandemia, l’Italia ha uno dei trend di invecchiamento più rapidi d’Europa ed entro un paio di decenni avrà la parità tra persone attive e inattive”.
Salvini mantiene i piedi per terra
Salvini mette le mani avanti. L’ipotesi di accettare che l’età pensionabile possa essere innalzata a 67 anni dal 2022, non viene neppure lontanamente presa in considerazione. L’anticipo a 62 anni per andare in pensione è ammesso solo per mansioni logoranti. Peccato che la famosa commissione che avrebbe dovuto definirle ed identificarle non sia mai andata oltre le buone intenzioni. Il leader leghista lo ribadisce chiaramente: «Dopo un anno di Covid, di morte, di sofferenza e di paura, con 500.000 posti di lavoro già persi e migliaia di aziende chiuse, con almeno 2 milioni di donne e uomini che rischiano il posto di lavoro non si può certo alzare l’età per andare in pensione». Anzi: «All’Italia», dice, « serve semmai il contrario, cioè andare verso Quota 41, per garantire quel ricambio generazionale e quelle opportunità di futuro si giovani che altrimenti sarebbero negate». Per il momento le danze non sono ancora aperte. I giochi veri cominceranno in autunno quando il governo (questo o il prossimo) dovranno mettere mano alla manovra di bilancio 2022.
Conclusioni
Le conclusioni portano sempre allo stesso punto: Draghi è L’Europa e L’Europa è Draghi. Se il diktat europeo va verso una direzione è meglio prepararsi, perché in un modo o nell’altro verrà messo in atto. La strumentalizzazione di qualsiasi tipo di fattore socio-economico per portare acqua al mulino della grande pandemia è ormai sotto gli occhi di tutti. Se si mantiene alta l’età pensionabile, ne guadagnano i giovani. Se invece si abbassa, i giovani ne sono appesantiti. Ma che notizia! Peccato che piangere sul latte versato, tratto che il ministro Fornero ci ha già dimostrato di possedere, non serva a nulla. Soprattutto se davanti a te hai Mario Draghi. L’età pensionabile andava sempre mantenuta bassa, non la si sarebbe mai dovuta alzare in primo luogo. Uno come Draghi di questi errori cavillosi va ghiotto, tutto ciò che concorre a portare avanti l’agenda europea-transatlantica-mondialista è ben accetto, a breve lo vedremo ancor più chiaramente.
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