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Capitol Hill: una lezione da imparare… un anno dopo

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Ad un anno dall’assalto al Capitol in Washington, dopo il secondo processo per impeachment di Trump, dopo innumerevoli scritti e parole spesi sull’argomento, con una commissione congressuale attualmente al lavoro per indagare su quanto è successo, appare chiaro che si è trattato dell’assalto alla stessa democrazia americana; inoltre che il partito repubblicano ha abbracciato una deriva autoritaria e violenta di tipo fascita.

Capitol Hill un anno dopo

Noi italiani sappiamo bene cosa sia il fascismo. Lo conosciamo come il convergere degli interessi delle grandi corporazioni  con quelli dello stato; come la fusione della politica col mondo degli affari. Questa fusione fu specificamente rigettata dagli estensori della Costituzione americana, creata per servire “we the people” attraverso un governo controllato dal popolo, per il popolo, attraverso libere elezioni.

Ma sin dall’inizio questa forma democratica di governo si vide circuita da chi era interessato ad agevolazioni che incrementassero piuttosto i propri interessi a scapito di quelli della comunità. Per chiarire meglio questo stato di cose, bisogna guardare al recente operato della Suprema Corte, quando a prevalere è l’opinione di una maggioranza formata da giudici conservatori.

Conflitti d’interesse

Nel 1976 e reiterato nel 2010, la CS ha deliberato che comprare un politico da parte di un bilionario è “free speech” e non corruzione. E nel 1978, sempre reiterato nel 2010, ha stabilito che le corporazioni sono “persone” con gli stessi diritti di parola, libere assemblee, istanze presso il governo e supporto finanziario dei politici. Naturalmente dissentire da questa assurda opinione è facile, non fosse altro perché quando la Costituzione fu redatta non esistevano corporazioni organizzate nella forma attuale. E quindi esse non possono equipararsi al popolo (“we the people”) a favore del quale essa fu concepita.

Ma molti politici a caccia di una rielezione, bypassano volentieri questa concezione e si pongono senza remore al servizio di chi li finanzia. Negli anni ’80, al tempo di Ronald Reagan, in America non vi erano bilionari; ma fu allora che cominciò la svolta verso una oligarchia neoliberale.

Allora nessuno controllava fortune dell’ordine degli oligarchi americani di oggi come Bezos o Musk; piuttosto la ricchezza fluiva e si spandeva beneficiando un po’ tutti e produsse, tra il 1940 ed il 1980, la classe media con maggiore potere d’acquisto nel mondo. Questo prima che la Corte Suprema entrasse in azione e quando le corporazioni, a parte gli usuali rapporti di pubbliche relazioni, evitavano di farsi coinvolgere nella politica.    

Lobbisti alla riscossa

Oggi i lobbisti spendono ogni anno intorno ai 3 bilioni di dollari per comprare e vendere voti e leggi. In questo modo hanno eroso la fede nel governo e provocato l’attuale crisi democratica. Ma al di là delle opinioni espresse dalla Corte Suprema imbottita di giudici conservatori, questa crisi è figlia soprattutto di una svolta autoritaria del partito repubblicano.

The shame lobby - POLITICO

La destra americana, non riuscendo a concepire una politica che non sia solo volta a soddisfare le classi più abbienti, si è data il compito di apparire eroica e quindi di presentarsi come unico baluardo dei valori repubblicani. Naturalmente ogni eroe ha bisogno di nemici, veri o immaginari che siano, così, dal dopo guerra in poi gli ideologi di destra, unendo mezze verità con paure indotte, si sono impegnati nella loro creazione insieme alla formulazione di teorie destabilizzanti.

Così comunisti, occultisti satanici, fautori di nuovi ordini mondiali, marxisti, afro americani, reti pedofile liberali, antifa, minoranze etniche, ebrei, sono tutti diventati parte di un complotto volto a destabilizzare i valori patriottici su cui è fondato lo stato americano. Valori attaccati anche dall’interno per mezzo di meccanismi psicologici quali la ‘Critical Race Theory’ secondo cui, in estrema sintesi, verrebbe indotto un senso di colpa nei confronti delle minoranze razziali e specie nei giovani in età scolastica questo provocherebbe vergogna per la propria identità.

Una teoria senza basi

E’ una teoria senza serie basi scientifiche che sembra sia diventata la peggiore minaccia per l’America. E’ venuta fuori dal nulla nel 2019 quando Fox News ne a parlato 4 volte, per arrivare a 77 volte nel 2020 ed a 626 volte nel 2021. Un’altra teoria, questa più antica e già radicata nella ideologia del partito repubblicano, è quella del “Great Displacement” secondo la quale i liberali stanno deliberatamente cercando di sostituire il voto maggioritario dei bianchi con quello delle minoranze migratorie e di colore.

E questa teoria, insieme alla isteria cospirazionista intorno ai vaccini ed all’obbligo di indossare la mascherina, si è rivelata molto utile per provocare rabbia e odio nell’estremismo di destra sino ad acquistare un ruolo predominante nel dibattito politico e nei media più accreditati. Tutti questi nemici e teorie, oltre a provocare la radicalizzazione della destra, hanno creato una politica nihilistica diretta ad incoraggiare la destabilizzazione della fabbrica sociale. E da qui alla formazione di una rete terroristica domestica formata da gruppi paramilitari quali gli “Oath Keepers” o i “Proud Boys” attraverso le possibilità associative offerte dalla rete, il passo è stato breve.

Continua…

Follotitta vive tra New York e Miami, è architetto e appassionato di storia, architettura e politica. Una visione a 360° sul clima made in USA vista dagli occhi di un professionista "italiano in trasferta".

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