Negli ultimi anni, i diversi Bonus edilizi hanno rappresentato uno strumento strategico per riqualificare il patrimonio edilizio italiano. Nel dettaglio il Bonus ristrutturazione 2025, confermato anche per quest’anno, continua a sostenere cittadini e imprese in interventi volti all’efficienza energetica e alla transizione ecologica. Spesso si fa confusione tra “Bonus ristrutturazioni” ed “Ecobonus 2025”, ma si tratta in realtà di due facce della stessa medaglia: entrambi consentono detrazioni fiscali per lavori su edifici esistenti, differenziandosi principalmente per gli interventi ammessi. Le aliquote di rimborso seguono gli stessi criteri, solo che nel caso dell’Ecobonus, le cifre massime di detrazione cambiano intervento per intervento.
Vediamo nel dettaglio cosa cambia nel 2025, come accedere ai bonus, e quali opportunità si aprono soprattutto per chi intende investire nel fotovoltaico e nelle tecnologie per il risparmio energetico.
Bonus ristrutturazione ed Ecobonus 2025: due nomi, stessa visione
Il Bonus ristrutturazioni copre una gamma ampia di interventi edilizi, dalla manutenzione straordinaria alla riqualificazione energetica. Quando si parla invece di Ecobonus 2025,si fa riferimento in particolare agli incentivi per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici.
L’obiettivo comune è promuovere un’edilizia più sostenibile, sostenendo famiglie e proprietari nel rendere le abitazioni più efficienti e meno energivore. Oltre a benefici ambientali, questi interventi influiscono positivamente sul valore immobiliare degli edifici e riducono la dipendenza energetica.
Ecobonus 2025: come funziona
Nel panorama delle agevolazioni edilizie, è importante distinguere tra Bonus ristrutturazione 2025 ed Ecobonus 2025, spesso citati insieme ma riferiti a interventi differenti. Il primo riguarda principalmente opere di manutenzione straordinaria (incluso il fotovoltaico), recupero e messa in sicurezza degli edifici, mentre il secondo è pensato per incentivare interventi mirati all’efficientamento energetico, come l’installazione di infissi ad alte prestazioni, pompe di calore o caldaie a condensazione.
Con l’ultima Legge di Bilancio, l’Ecobonus 2025 subisce una revisione significativa. A partire dal 1° gennaio, la detrazione fiscale per la maggior parte degli interventi ammessi scende al 36%, applicata sulle spese sostenute entro l’anno. Questa quota si ridurrà ulteriormente al 30% nel 2026 e 2027. Tuttavia, per gli interventi realizzati su prime case (ovvero abitazioni principali di proprietà o godimento) viene mantenuta una detrazione al 50% nel 2025, che si ridurrà al 36% a partire dall’anno successivo (come nel Bonus Ristrutturazione).

L’Ecobonus può essere richiesto per lavori su edifici esistenti, regolarmente accatastati o in fase di accatastamento, senza vincoli di categoria catastale. La detrazione, da portare in dichiarazione dei redditi (IRPEF o IRES), viene suddivisa in dieci quote annuali di pari importo, secondo quanto stabilito dal decreto legge n. 63/2013, ora aggiornato con un nuovo comma che regola le spese sostenute dal 2025 in poi.
In un contesto di transizione ecologica e rialzo dei costi energetici, l’Ecobonus 2025 rappresenta ancora una leva strategica per migliorare l’efficienza della propria abitazione, anche se con condizioni meno generose rispetto al passato. Per questo motivo, è consigliabile valutare attentamente quale agevolazione attivare tra Ecobonus e Bonus ristrutturazioni, in base alla tipologia di intervento prevista.
Lavori ammessi, detrazioni e massimali aggiornati dell’Ecobonus 2025
La nuova normativa elimina le precedenti differenziazioni sulle aliquote: nel 2025 si applicherà una detrazione fissa del 50% per le prime case e del 36% per tutte le altre tipologie di immobili, pubblici o privati, a prescindere dalla categoria catastale.
L’Ecobonus 2025 si applica a un elenco preciso di interventi, ciascuno con il proprio tetto massimo di spesa detraibile. Tra i più rilevanti:
- Riqualificazione energetica globale (finoa100.000€)
- Coibentazione di pareti, tetti e pavimenti (finoa60.000 €)
- Sostituzione di infissi e installazione di schermature solari (massimo60.000€)
- Caldaie a condensazione su singole unità o su parti comuni condominiali (30.000 €)
- Pompe di calore ad alta efficienza e scaldacqua a pompa di calore (30.000€)
- Collettori solari termici (100.000€)
- Sistemi di building automation (15.000€)
- Microcogeneratori (100.000€)
Per ciascun intervento, la spesa sostenuta va indicata nella dichiarazione dei redditi e la detrazione viene ripartita in dieci quote annuali di pari importo. È importante sottolineare
Che gli incentivi si applicano solo su edifici esistenti, già accatastati o con richiesta di accatastamento in corso, e non su nuove costruzioni.
In parallelo, rispetto al Bonus ristrutturazioni, che resta più generico e applicabile a interventi edilizi di vario tipo, l’Ecobonus 2025 rappresenta la misura più mirata per chi desidera migliorare l’efficienza energetica dell’immobile, riducendo i consumi e aumentando il comfort abitativo.
Alla luce della riduzione graduale delle percentuali previste dal 2026 (dal 50%/36% al 36%/30%), il 2025 si conferma un anno chiave per intervenire sfruttando condizioni ancora favorevoli.
Bonus ristrutturazione 2025: fotovoltaico e detrazione al 50%
Tra le agevolazioni fiscali previste dal Bonus ristrutturazione 2025, uno degli interventi più apprezzati dai cittadini riguarda l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici residenziali. La normativa attuale conferma la possibilità di beneficiare di una detrazione fiscale del 50%, calcolata su una spesa massima di 96.000 euro per unità immobiliare, da ripartire in dieci quote annuali di pari importo.
Il fotovoltaico rientra infatti tra le opere ammesse dal Bonus ristrutturazioni, misura pensata per incentivare il recupero edilizio e l’ammodernamento degli edifici esistenti.
Come anticipato, la detrazione si estende anche ai sistemi di accumulo energetico e a tutte le componenti utili che consentono di ottimizzare l’autoproduzione e aumentare l’indipendenza energetica dell’abitazione. Questa possibilità rafforza ulteriormente il legame tra ristrutturazione edilizia e sostenibilità, rendendo il fotovoltaico una scelta strategica non solo per chi desidera rinnovare il proprio immobile, ma anche per chi vuole ridurre i costi a lungo termine.
È importante ricordare che il Bonus ristrutturazione 2025 si distingue da altre forme di agevolazione, come l’Ecobonus o il Bonus bolletta, che affronteremo più avanti. In questo capitolo ci siamo concentrati esclusivamente sugli interventi edilizi ammessi alla detrazione del 50%, con un focus particolare sull’impianto fotovoltaico come soluzione efficiente e pienamente incentivata.
Requisiti e come accedere al Bonus ristrutturazione 2025
Per usufruire della detrazione prevista dal Bonus ristrutturazione 2025, è fondamentale rispettare alcuni requisiti specifici sia per l’immobile oggetto dell’intervento che per l’impianto fotovoltaico installato. A differenza di altri incentivi più complessi, il Bonus ristrutturazioni offre una procedura relativamente semplificata, ma comunque vincolata a una serie di regole precise.
Requisiti dell’immobile e dell’impianto
L’impianto fotovoltaico per cui si intende richiedere la detrazione del 50% deve essere installato su un immobile residenziale esistente. Sono ammesse anche le pertinenze (come box auto, garage, magazzini agricoli), purché l’energia prodotta venga destinata all’abitazione principale. Non è invece previsto alcun incentivo per edifici a uso non abitativo, come uffici, capannoni o locali commerciali.
Inoltre,l’impianto deve rispettare questi criteri:
- Potenza nominale massima di 20 kW;
- Destinazione d’uso esclusivamente residenziale;
- L’energia prodotta deve servire principalmente al fabbisogno domestico, e non essere orientata alla vendita.
Queste condizioni servono a garantire che il Bonus ristrutturazione 2025 venga utilizzato per interventi finalizzati all’efficienza energetica familiare e non per finalità speculative o professionali.
Documenti richiesti per accedere alla detrazione
Pur essendo meno complesso rispetto ad altri bonus edilizi, il Bonus ristrutturazioni prevede un iter documentale preciso. Per evitare contestazioni e usufruire correttamente della detrazione, è essenziale conservare tutti i documenti richiesti, a partire dalla fase di installazione fino alla dichiarazione dei redditi.
I principali documenti da conservare sono:
- Fatture e ricevute di pagamento: Devono riportare con chiarezza la descrizione dettagliata dei beni acquistati (pannelli, inverter, struttura di supporto) e dei servizi erogati, specificando che si tratta di componenti per impianto fotovoltaico.
- Bonifici parlanti: Il pagamento deve avvenire esclusivamente tramite bonifico bancario o postale dedicato, che riporti la causale corretta (ai sensi dell’art.16-bisdel Dpr 917/1986), il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita IVA dell’impresa esecutrice. Altre modalità di pagamento non sono accettate ai fini della detrazione.
- Comunicazione ENEA: Entro 90 giorni dalla fine dei lavori, è obbligatorio trasmettere online i dati tecnici dell’intervento al portale ENEA. Anche se non viene richiesta la certificazione del risparmio energetico ottenuto, questa comunicazione è essenziale per il monitoraggio nazionale e la validità dell’incentivo.
L’importanza del supporto professionale
Vista la delicatezza della documentazione fiscale e la necessità di rispettare scadenze e modalità formali, è fortemente consigliato affidarsi a un installatore qualificato, che possa gestire sia la parte tecnica che quella burocratica. Un professionista esperto fornisce non solo assistenza nella corretta compilazione delle pratiche, ma garantisce anche che l’intervento rispetti i requisiti richiesti dalla normativa vigente.
Chi si affida a operatori improvvisati o non aggiornati rischia di compromettere l’intero beneficio fiscale, perdendo l’opportunità di accedere a una detrazione importante come quella offerta dal Bonus ristrutturazione 2025.
Bonus bolletta 2025: cos’è e come funziona
Il Bonus bolletta 2025 è un contributo una tantum di 200 euro introdotto dal decreto-legge 19 del 28 febbraio 2025, conosciuto come “decreto bollette”, per aiutare le famiglie con ISEE fino a 25.000 euro a sostenere le spese per la fornitura di energia elettrica. È una misura di natura sociale, ideata per alleggerire il peso delle bollette in un contesto di difficoltà economica, e non ha alcun legame con i bonus edilizi come il Bonus ristrutturazione 2025 o l’Ecobonus 2025: per riceverlo non è necessario eseguire lavori in casa o installare impianti.
Cumulo con il bonus sociale per disagio economico
Il Bonus bolletta può sommarsi al bonus sociale per disagio economico, già previsto per le famiglie con redditi sotto determinate soglie ISEE. Il bonus sociale consiste in uno sconto automatico sulle bollette di elettricità, gas e acqua e, per l’elettricità, garantisce un aiuto compreso tra 167,90 e 240,90 euro all’anno, erogato in rate mensili di pari importo.
Grazie al cumulo tra le due misure, una famiglia avente diritto può arrivare a ottenere un sostegno complessivo di circa 500 euro annui, a seconda della composizione del nucleo e della fascia ISEE. Le soglie ISEE per il bonus sociale sono fissate a 9.530 euro per famiglie con fino a tre figli a carico e 20.000 euro per famiglie numerose con almeno quattro figli.
Requisiti e modalità di erogazione
Per accedere al Bonus bolletta e al bonus sociale, l’utenza deve essere domestica, quindi destinata ad abitazioni a carattere familiare, e la bolletta deve essere intestata a un componente del nucleo familiare indicato nella dichiarazione ISEE. La fornitura deve essere attiva, ma sono ammesse anche le utenze temporaneamente sospese per morosità. Se il contratto è intestato a un soggetto esterno al nucleo familiare, come il proprietario dell’immobile in caso di affitto, il contributo non viene riconosciuto.
L’erogazione avviene in modo automatico: una volta presentata la DSU e ottenuto l’ISEE 2025, i dati sono trasmessi al Sistema Informativo Integrato (SII), accessibile ai gestori energetici, che applicano direttamente lo sconto in bolletta. Per chi ha già un ISEE valido, il contributo sarà applicato da aprile 2025, mentre per chi lo presenta in un secondo momento lo sconto scatterà nel primo trimestre utile dopo l’invio.
Prospettive future e consigli pratici
Secondo le proiezioni del Ministero dell’Ambiente, il Bonus ristrutturazioni sarà mantenuto anche nel 2026, seppur con possibili rimodulazioni. Tuttavia, proprio per l’incertezza normativa, il 2025 si configura come l’anno ideale per investire.
Intervenire ora consente di beneficiare delle attuali percentuali di detrazione, degli incentivi cumulabili e di un quadro burocratico più snello.
Inoltre, i dati confermano che gli immobili con impianti efficienti sono più appetibili sul mercato: un edificio in classe energetica A o B può valere fino al 30% in più rispetto a uno in classe G.
Il consiglio? Valutare subito con un tecnico abilitato le soluzioni più adatte, pianificare gli interventi in modo coerente, e non attendere ulteriori modifiche normative.



