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Crisi in Ucraina. Equilibri complessi in un’era complessa. Parte 3

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Segue dalla 2a Parte –

Continuiamo a parlare della crisi in Ucraina. Al confine tra Russia e Ucraina non c’è segno di allentamento. Il 27 gennaio Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha detto a Volodymyr Zelensky che un’invasione russa dell’Ucraina a febbraio si palesava come una “distinta possibilità”. Intanto, i social media russi pullulano di video di truppe in movimento su rotaia e su strada. Ma torniamo al nostro racconto da dove lo avevamo lasciato.


Questa comunione di interessi tra Manafort e Trump con il Presidente russo Putin, ha trovato una cassa di risonanza anche nel Partito Repubblicano che nel corso del tempo ha sviluppato una aperta ammirazione per il capo del Cremlino. E molti rappresentanti eletti, in unisono con i media di destra, si sono impegnati a diffondere gli argomenti della disinformazione russa.

In aggiunta bisogna tenere in conto l’abilita’ russa nell’infiltrare agenti capaci di  usare i ‘social media’ per creare divisioni politiche interne che, insieme alla politica suprematista di Trump, ha rafforzato la vicinanza dei Repubblicani verso il dittatore russo. Tra le altre posizioni estremiste, Fox News, durante questa crisi, si è mostrata favorevole al dismembramento di un alleato dell’America ed ha considerato la difesa della democrazia un fattore negativo. Ha elogiato la ‘forza di Putin’ e le ‘risorse energetiche’ della Russia, mostrandosi contraria a supportare un paese alla ricerca di una completa indipendenza e di una identità democratica dopo essere stato soggetto per decenni al totalitarismo sovietico.

La Russia si prepara ad invadere l’Ucraina

Attualmente, mentre la Russia si prepara ad invadere l’Ucraina, la domanda che circola negli ambienti politici di destra e’: “perché è sleale appoggiare le richieste della Russia, mentre è leale spalleggiare l’Ucraina?” E la gente si chiede se non sia più ragionevole stare dalla parte della Russia. Insomma si è formata una “quinta colonna” negli Stati Uniti che cerca di avanzare l’agenda russa.

Paul Manafort è stato il primo a spalleggiare ed agevolare le mire espansionistiche di Putin. In seguito Trump ha raccolto il testimone ed insieme con i Repubblicani pro-Russia ed i “social media” come Fox News, si sta opponendo alla politica di Biden cercando di insinuare nell’opinione pubblica un sentimento di avversione per l’alleanza con l’Ucraina.

Rispondere a questi attacchi politici ed informatici ed orientare l’opinione pubblica verso un sentimento meno estremista, dovrebbe essere semplice. Basterebbe far considerare che l’Ucraina è un alleato a cui l’America è legata da trattati diplomatici e promesse di aiuti militari e che la Russia, al contrario, è un’antagonista che da sempre ha cercato di boicottare la sua politica estera ed interna ed ha interferito nelle sue elezioni presidenziali. Ma non c;e più sordo di chi non vuol sentire.

D’altra parte l’Ucraina non rappresenta alcuna minaccia per la Russia e l’allargamento ad est della Nato è solo una scusa per una guerra di conquista; infatti questa situazione potrebbe essere risolta diplomaticamente con garanzie reciproche. La Russia ha invaso l’Ucraina nel 2014 e nello stesso periodo ha occupato la Crimea; ed ha finanziato nell’est dell’Ucraina un contingente di ribelli che rappresentano un drenaggio di risorse per la giovane democrazia ucraina.

L’Ucraina è una ex repubblica sovietica che dal momento dallo scioglimento del suo vincolo con l’Unione Sovietica, ha cercato disperatamente di sfuggire all’influenza di uno Stato totalitario come la Russia; e a questo scopo ha cercato ad ovest appoggio ed alleanze. La sua agognata adesione alla Nato non è stata solo sponsorizzata dagli Stati Uniti, ma ha trovato una risonanza anche nell’Unione Europea e soprattutto nella stessa Ucraina. Ma vi sono state forze interne pro-Russia, insieme alla politica antidemocratica di Trump ed i buoni servizi di Manafort e dei media di destra, a minare le sue aspirazioni.

Cosa succederà adesso?

Non si sa cosa succederà adesso. Una guerra non conviene a nessuno, specie alla Russia e si spera che questa flessione muscolare delle truppe russe al confine con L’Ucraina sia solo un modo per guadagnare maggiori concessioni una volta che ci si siederà intorno ad un tavolo diplomatico.

Una speranza corroborata anche dal fatto che dopo due mesi e mezzo da questo enorme spiegamento di forze russe, l’invasione, ritenuta sempre più prossima, non è ancora avvenuta. Nella storia le invasioni sono state sempre improvvise, come è successo anche nel 2014. E’ l’unico modo per penetrare più a fondo nel tessuto di uno stato avverso e, approfittando della impreparazione, creare caos e sconvolgimento politico. Infatti nel 2014 la reazione di Obama e dell’Unione Europea, trovandosi davanti ad una situazione già risolta, fu blanda e le sanzioni poco efficienti.

Questa volta è diverso ed alla Russia si prospetta una reazione militare molto più consistente con morti e feriti da entrambe le parti, una resistenza sfiancante ed una prospettiva di forti sanzioni e veri e propri boicottaggi che certamente indebolirebbero la già debole economia russa.           

Follotitta vive tra New York e Miami, è architetto e appassionato di storia, architettura e politica. Una visione a 360° sul clima made in USA vista dagli occhi di un professionista "italiano in trasferta".

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