L’orto botanico di Padova anticipa il ritorno dell’energia solare previsto per il 2021/22

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Di Nicola Venturini –

Annunciato dalla presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen alla fine del 2019, il progetto Ue sul Green Deal ha mosso i suoi primi passi nel 2020, complice proprio la pandemia. Tecnicamente denominato Next Generation Eu, il programma di sostenibilità europea prevede che il 70% dei fondi erogati da Bruxelles siano spesi per la conversione delle economie da un modello basato sui combustibili fossili a uno basato sulle energie rinnovabili. Questo significa che 209 miliardi di euro saranno erogati alle casse italiane.

Il lockdown ha causato il crollo delle emissioni di CO2 del 7% rispetto al 2019. Ma l’emergenza si tornerà a produrre, a viaggiare, dunque a inquinare in maniera “insostenibile”.

Un passaggio di testimone dal fossil al green è stato ratificato persino dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), e a corroborare la cosa lo scorso ottobre il suo direttore esecutivo Fatih Birol ha dichiarato:

“Il futuro è dell’energia solare”.

L’ Orto Botanico antico e l’edificio Solar Active Building

L’Orto Botanico di Padova risale al 1545 ed è considerato la “culla della scienza” dal Comitato del Patrimonio dell’Umanità: un luogo dove ora crescono più di 5000 specie diverse e scienza e natura creano un legame indissolubile.

Per gli amanti e appassionati della botanica l’Orto Botanico – che è inserito nell’elenco dei siti Patrimonio UNESCO e si trova a due passi dalla Basilica di S. Antonio – è una tappa fondamentale.

Nel suo progetto antico è un esempio di architettura cinquecentesca dove si intrecciano concezioni scientifiche e filosofiche ma nel nuovo millennio portò una ventata di novità con il progetto del Giardino della Biodiversità, una sezione dedicata alla coltivazione di piante estremamente diverse tra loro, provenienti da ambienti con situazioni climatiche agli antipodi. Il progetto è stato sviluppato all’interno di un’enorme serra, costruita secondo le più avanzate tecnologie moderne per soddisfare le necessità di piante diverse tra loro. L’edificio è stato denominato Solar Active Building per il grosso contributo che l’energia del sole apporta nel mantenimento delle biodiversità.

Il Giardino della Biodiversità si trova in una avveniristica teca di vetro delle dimensioni di 100 m di lunghezza per 18 m di altezza la cui forma è stata appositamente studiata per trarre ogni tipo di vantaggio dall’energia solare, gratuita e soprattutto naturale. Per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua, è stato costruito un pozzo artesiano, che funge anche da riserva idrica durante le siccità. I pannelli fotovoltaici producono l’energia elettrica necessaria al funzionamento delle pompe idriche. All’interno della serra l’inquinamento atmosferico è considerevolmente ridotto grazie a un composto fotocatalitico applicato sulle superfici delle pareti. D’inverno l’effetto serra mantiene la temperatura giusta per far prosperare le piante tropicali, mentre d’estate le vetrate vengono aperte per equilibrare il calore tra interno ed esterno. Un gioiello, quindi, della tecnologia moderna in funzione della natura.

Per approfondire leggi l’articolo completo su VeraClasse di Ivana Cenci.

Veneto. Ex curatore di magazine e libri, approfondisce ora il mondo dell’editoria digitale e del web marketing. Ama la montagna e le lunghe camminate. Frase preferita: “chi no ga testa, ga gambe”.

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