Superlega
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Caos Superlega, il mondo del calcio trema e la UEFA minaccia serie ripercussioni

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di Giacomo Torresi –

Sembra si sia giunti al punto di non ritorno. La Superlega viene ufficialmente annunciata dai 12 club fondatori nel cuore della notte tra domenica 18 e lunedì 19 aprile. In Italia in prima linea c’è la Juventus, che con un comunicato spiega i dettagli del nuovo progetto e soprattutto lancia la sfida per il nuovo calcio.

In contemporanea il presidente bianconero Andrea Agnelli, nominato vice presidente della Superlega, lascia la carica di numero uno dell’ECA (l’associazione che riunisce 248 club europei, tra i quali ora non c’è più la Juve) e quella di membro del Comitato Esecutivo dell’Uefa.

Andrea Agnelli Juventus
Il presidente della Juventus Andrea Agnelli

Un vero e proprio terremoto quello che colpisce il mondo del pallone, ma soprattutto si preannuncia una guerra legale.

Nel documento ufficiale rilasciato dalla Juventus si legge:

I club fondatori continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali e, fino all’avvio effettivo della Super League, Juventus ritiene di partecipare alle competizioni europee alle quali ha titolo di accedere.

I club fondatori desiderano attuare il progetto Super League in accordo con Fifa e Uefa, tenendo in considerazione gli interessi degli altri stakeholder che fanno parte dell’ecosistema calcistico.

Al contempo, onde assicurare il buon esito del progetto e così darvi pronta esecuzione, la società costituita per la Super League potrebbe anche agire in via giudiziale al fine di tutelare i propri diritti.

I club fondatori della Superlega

Juve, Milan, Inter, Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Arsenal, Tottenham e Chelsea parlano di “progetto a lungo termine“, ma ovviamente non possono avere certezze sui tempi e sui modi anche se vorrebbero partire già ad agosto.

Nel comunicato della Juventus si legge ancora “la Società non può al momento assicurare che il progetto sarà effettivamente realizzato né prevedere in modo preciso la relativa tempistica. La Società non dispone quindi allo stato di tutti gli elementi necessari al fine di svolgere valutazioni di dettaglio sull’impatto che la Super League potrà avere sulle sue condizioni e performance finanziarie ed economiche“.

Per ora si sa che ci saranno al massimo 15 club fondatori (20 saranno le squadre in totale) e ognuno verserà 2 milioni di euro, incrementabili fino ad 8 milioni, mentre “all’avvio ed a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo di importo netto indicativamente pari a 3,5 miliardi di euro, che verrà erogato in un’unica soluzione“.

La reazione della UEFA

La UEFA è pronta a fare una causa da 50 / 60 miliardi di euro contro i club partecipanti al progetto della superlega e, assieme alla Fifa, si è accordata per far sì che i giocatori che giocheranno in superlega non potranno essere convocati in Nazionale.

Peraltro, oggi a Montreux si riunisce l’esecutivo Uefa che, oltre a definire la pratica Europei, darà il via libera al nuovo formato della Champions League, in programma dal 2024 (si dovrebbe passare da 32 a 36 squadre, con la garanzia di giocare almeno 10 partite nella prima fase e il totale dei match salirebbe da 125 a 225).

Superlega UEFA
Nyon, sede dell’UEFA

Come spiega il comunicato, l’UEFA e le Leghe insieme alle Federazioni

hanno appreso che alcuni club inglesi, spagnoli e italiani potrebbero aver intenzione di annunciare la creazione di una cosiddetta superlega privata. Se ciò dovesse accadere, ci teniamo a ribadire che noi – UEFA, FA inglese, RFEF, FIGC, Premier League, LaLiga, Lega Serie A, ma anche FIFA e tutte le nostre federazioni affiliate – resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto, un progetto che si fonda sull’interesse personale di pochi club in un momento in cui la società ha più che mai bisogno di solidarietà.

La nota congiunta rilasciata dalla Uefa va avanti così:

Prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada.

Il calcio si basa su competizioni aperte e meriti sportivi; non può essere altrimenti. Come annunciato in precedenza dalla FIFA e dalle sei Federazioni, ai club interessati sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l’opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali.

Ringraziamo quei club di altri paesi, in particolare i club francesi e tedeschi, che si sono rifiutati di iscriversi a questo. Chiediamo a tutti gli amanti del calcio, tifosi e politici, di unirsi a noi nella lotta contro un progetto del genere se dovesse essere annunciato. Questo persistente interesse personale di pochi va avanti da troppo tempo.

Quando è troppo è troppo.

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