Covid lavoro crisi e opportunità
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Coronavirus. Previsioni di cambiamento nel mondo del lavoro

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La disoccupazione continua a crescere in periodo di pandemia e nessuno sa bene, o ha dato particolari indicazioni in merito, cosa succederà nei prossimi mesi, nei prossimi anni, sul fronte lavoro. A fronte di migliaia di aziende e partite IVA che chiudono ogni giorno, si contano su un pallottoliere quelle che aprono. Le donne, poi, soffrono più degli uomini in questo schema malato. Nel quadro inseriamo anche le preoccupazioni sulla riapertura delle scuole o sulla loro chiusura. Una montagna russa continua che non fa che destabilizzare tutti a partire dagli studenti e dai loro famigliari: i genitori vivono nel continuo timore di dover scegliere tra il loro lavoro e le loro famiglie. E, ovviamente, questo calcolo potrebbe avere un impatto maggiore sulle donne che lavorano, che ancora oggi (nonostante le pubblicità di IKEA, ndr) assumono la quota maggiore di istruzione domiciliare e assistenza all’infanzia. Perché parlo di IKEA? Perché, scrive Francesco Pierucci su LinkedIn: “in occasione dell’#InternationalWomensDay, IKEA ha invitato a una riflessione sull’importanza del linguaggio tra le mura domestiche quando si parla di disparità di genere. Un’espressione ambigua come “Posso aiutare?” infatti orienta la responsabilità dei lavori in casa direttamente sulle donne.”

Se le donne continuano a perdere guadagni di forza lavoro in questa recessione economica, ciò potrebbe avere enormi ripercussioni sui guadagni che le donne hanno ottenuto nella forza lavoro negli ultimi anni, aggravando i divari salariali e di promozione. Ecco il punto.

Donne e crisi

Le donne sono state colpite più duramente dalla crisi economica innescata dal Covid-19. I dati sulla disoccupazione di giugno mostrano che più di una donna su 10 di età superiore ai 20 anni sono disoccupate, il che è un punto percentuale più alto della disoccupazione maschile nella stessa fascia di età. Ciò è in parte dovuto al fatto che è più probabile che le donne occupino posti di lavoro nei settori che sono stati particolarmente colpiti dalla recessione, come i settori dei servizi e del commercio al dettaglio.

Le madri lavoratrici subiscono ulteriori pressioni proprio perché generalmente più orientate ai lavori casalinghi. Le donne spendono 15 ore in più alla settimana rispetto agli uomini nel lavoro domestico, secondo i consulenti di strategia aziendale Boston Consulting Group. Inoltre, Catalyst, organizzazione no-profit focalizzata sull’aiutare le aziende a servire meglio le donne, riferisce che le stesse hanno il doppio delle probabilità degli uomini di avere responsabilità nell’istruzione domiciliare.

Appare di grande interesse la serie intitolata ILO Monitor: COVID-19 and the world of work, un documento contenente preziose informazioni a livello macro circa gli effetti della pandemia sul lavoro e da cui emerge, in prima istanza, che la stragrande maggioranza dei lavoratori di tutto mondo sperimenta qualche forma di chiusura dei luoghi di lavoro. “Il descritto scenario” riporta lavorodirittieuropa.it, “sta determinando uno shock economico non solo dal lato dell’offerta (a causa della interruzione e/o del rallentamento di buona parte sia della produzione, sia dei servizi), ma anche dal lato della domanda (a causa della inattività obbligata di gran parte della forza lavoro), destinato ad innescare una recessione a livello mondiale senza precedenti.”

Secondo ILO, “le nuove stime su base annua confermano che nel
2020, nel mondo, i mercati del lavoro hanno subito interruzioni di portata senza precedenti. Nel 2020, l’8,8 per cento delle ore lavorate a livello globale
sono andate perdute rispetto al quarto trimestre del 2019. Questa perdita corrisponde a 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. In totale, nel 2020 si sono registrate perdite occupazionali senza precedenti a livello mondiale rispetto al 2019, pari a 114 milioni di lavori. In termini relativi, le perdite occupazionali sono state maggiori per le donne (5,0 per cento) rispetto agli uomini, e per i giovani lavoratori (8,7 per cento) rispetto ai lavoratori più anziani.”

L’impatto finanziario

Un altro fattore da considerare è il grande impatto finanziario quando si esce effettivamente dalla forza lavoro, afferma Mary Beth Ferrante, CEO di WRK / 360, che consiglia alle aziende come mantenere i genitori che lavorano. I lavoratori che sono costretti o decidono di lasciare la forza lavoro, temporaneamente o permanentemente, quando hanno figli in età scolastica in casa, vuol dire che molto probabilmente sono a metà carriera, quindi a un punto in cui dovrebbero passare a ruoli di leadership. “Quindi a lungo termine continueremo a vedere molte lacune nei ruoli di leadership”. 

L’economista di Harvard Claudia Goldin afferma che, nonostante questi danni a lungo termine per la carriera, questa situazione potrebbe essere un’opportunità di cambiamento. “Cose come pratiche di assunzione, pratiche di promozione, opportunità di riqualificazione, retribuzione, tutto questo subirà degli scossoni”, afferma in accordo Lorraine Hariton, CEO di Catalyst, che continua sottolineando i margini dell’opportunità come: ″la nuova necessità di concentrarsi sulla costruzione di un ambiente di lavoro più inclusivo e su tutti i cambiamenti culturali coinvolti”.

La crisi sanitaria dovuta allo scoppio della pandemia ha riportato alla luce molte incongruenze e ritardi del sistema Italia sul fronte del lavoro e dell’impresa: smart working, digitalizzazione, produttività, divario Nord-Sud e non solo. Quella posta dal Covid-19 è sicuramente una sfida complicata, ma costituisce anche l’apertura di un nuovo terreno di gioco per imprese e lavoratori, cittadini e pubbliche amministrazioni. Quanto alle imprese e ai settori che subiranno maggiori stravolgimenti, politici, economisti e la stessa Unione Europea con il Recovery Fund, sembrano convergere verso un’Europa e un’Italia sempre più verde e sempre più digitale, in cui le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale e servizi a portata di smartphone dovrebbero portarci verso un mondo con maggiori opportunità per imprese e lavoratori nel rispetto della sostenibilità ambientale. Una grande sfida ma anche una grande opportunità in un momento di cambiamenti epocali. 

 “Il Covid-19 ha messo a nudo le disuguaglianze che esistono nella nostra società, che si tratti di genere o razza, e ha mostrato davvero quanto siamo tutti interconnessi”, dice la Hariton. “Quindi, ecco un’opportunità per impostare, programmare, determinare davvero il cambiamento”, conclude.

Fonti: CNBC, Ilo.org, lavorodirittieuropa.it, UnipolSai

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