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L’etica, valore primo di Illy, esempio per gli altri cari illustri

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«L’ultima frase che mi disse mio padre Ernesto prima di lasciarci fu: “Ho riflettuto molto nella mia vita e sono giunto alla conclusione che l’unica cosa che conta è l’etica”.

In un recente post pubblicato su LinkedIn, il social dedicato al mondo del lavoro, Eleonora Chioda, Giornalista. Caporedattore di Millionaire, autrice del bestseller Startup. Sogna, credici, realizza. Dall’idea al successo (Hoepli), introduce un argomento principale, che costruisce le fondamenta di qualsiasi azione – o almeno dovrebbe farlo – della nostra vita, soprattutto quella professionale.

Eleonora Chioda argomenta così, citando la lettera alle figlie di Andrea Illy, presidente di illycaffé: “Etica significa altruismo, e dunque amore per il prossimo e riconoscere che la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri. Etica è dunque responsabilità nell’agire – agire, non stare a guardare – per contribuire a costruire un mondo migliore per noi e per le generazioni future.

Valori prima di tutto

Il secondo ingrediente è la competenza, intesa come conoscenza e capacità organizzative. Studiate, studiate incessantemente, perché non c’è limite ai traguardi che si possono raggiungere. Gli ultimi due ingredienti della leadership sono la vision e l’execution: non smettete mai di sognare e di perseguire i vostri sogni»

Ed ecco il nodo: Illy è un’azienda che si è saputa distinguere per la sua etica. L’azienda di Trieste è l’unica italiana tra le World’s Most Ethical Companies 2021, ed è così che per il nono anno consecutivo illycaffè entra nella lista delle aziende più etiche al mondo. Un bel vanto per il nostro Paese e per il Made in Italy in generale. Aziende che portano in alto i valori di un’Italia migliore fanno bene a tutto l’ambiente produttivo e sventolano un manifesto sul quale troneggia la scritta “si può fare!”. Possiamo essere migliori, possiamo lavorare con etica. Risuonano forti, ancora, le parole di Gianni Agnelli: “Per essere italiani nel mondo, dobbiamo essere europei in Italia.” In qualche modo l’imprenditore e politico italiano, tra i più illustri rappresentanti dell’italica professionalità di alto profilo, suggeriva che esiste un modo per dialogare al di là dei nostri confini ed è quello, appunto, di abbracciare valori universali, tra i quali l’etica, come suggerisce papà Ernesto ai suoi successori, lasciando in eredità il mindset giusto per guidare l’azienda nel futuro, è forse il primo tra tutti.

Andrea Illy

«Consolidare e promuovere l’etica e valori solidi è essenziale per generare un cambiamento positivo nella nostra società» ha così commentato Andrea Illy, oggi presidente di quell’azienda fondata dal padre nel 1933 dal quale ha acquisito una capacità manageriale che gli ha permesso di condurla alla conquista di più di 40 Paesi nel mondo, con 269 store, 1.405 dipendenti, 520,5 milioni di euro il fatturato (nel 2019).

«Essere un imprenditore etico? Significa spingere sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale» aveva spiegato qualche mese in un’intervista a Millionaire.

Un insegnamento che non può non essere colto da chi vuole vincere la sfida del futuro che sta arrivando. L’accelerazione è costante verso un modello di pianeta che non può più prescindere da questioni come la sostenibilità, l’ecologia, la democrazia, l’umanità. Valori che si legano ad altri valori in una catena portante che deve trasportarci in una nuova fase. La sostenibilità economica, dice Andrea Illy, è «avere a cuore gli interessi di tutti quelli che sono coinvolti nell’attività d’impresa. Si basa sul principio dell’equa ripartizione del profitto, che è un mezzo e non un fine: serve ad assicurare all’azienda le risorse per poter investire domani». Viene a mente l’ultima brutta figura fatta da Amazon in occasione del recente sciopero dei suoi dipendenti italiani. Un’azienda sempre più ricca non può non vigilare sul welfare della sua azienda, sulla qualità di vita dei suoi lavoratori che sono poi coloro che ne tengono alte le sorti.

Esempio anche per i grandi

Senza le consegne puntuali, l’impegno profuso in tutta la filiera da quegli uomini e quelle donne che vivono ormai di solo pane e pacchi marroni, Bezos non potrebbe vantarsi di essere tra gli uomini più ricchi al mondo.

C’è una parola che può accompagna questa narrazione: spillover. Termine che indica un fenomeno noto in economia e psicologia sinonimo di “ricaduta”, “ripercussione”. È l’effetto positivo di un’attività su altre. Rispettando i tre pilastri della ripresa: innovazione, sostenibilità ed etica, l’effetto spillover sarà enorme.

Sostenibilità sociale, continua Illy, «significa spingere sulla crescita individuale e sulla conoscenza. Abbiamo creato nel 1999 l’Università del caffè, che ha 28 sedi in tutto il mondo, programmi per agricoltori, baristi, produttori e 30mila partecipanti l’anno. È il rispetto del Pianeta: non inquinare, non sprecare, usare risorse rinnovabili, abbracciare l’economia circolare».

Etica. Al lavoro ora.

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