//

Lavoro, pandemia e la gestione delle emozioni

3 mins read

Oggi più che mai è importante prendersi cura del proprio benessere. Non essere leader solo nella gestione del lavoro, di problemi, scadenze, attività del team. Come si può gestire felicemente gli altri se non si sta facendo altrettanto con se stessi?

Gestire… se stessi

Il ruolo del leader in questo nuovo mondo targato COVID-19 è legato al dover operare in una profonda incertezza, mentre ci si aspetta da una persona che ha un ruolo dirigenziale che sia lei a fornire tutte le risposte e a prendersi cura della salute emotiva, mentale e fisica di tutti gli altri. Tara Swart, neuroscienziato, executive coach e docente senior presso il MIT Sloan School of Management, afferma che questo tipo di pressioni portano un particolare livello di stress che, prolungato nel tempo, può diventare molto dannoso per i propri equilibri.

Quindi, mentre l’incertezza sulle varianti del Covid-19 cresce in Italia, in Europa e nel mondo, gli esperti avvertono che coprifuoco, limitazioni e chiusure, con le varie difficoltà annesse alla vita familiare e la restrizione alla vita sociale, potrebbero tornare se non stiamo molto attenti all’evoluzione dei nuovi contagi. Allarmismo? Può darsi, ma intanto l’ansia per il futuro cresce. La responsabilità di un’azienda, dei suoi dipendenti, delle loro famiglie porta problematiche di salute emotiva che possono essere più o meno profonde. Ma come prendersi meglio cura di questa situazione e di se stessi? Vediamo alcuni spunti.

Parlane apertamente

Fingere che vada tutto bene, non fa che aumentare il problema. Gestire 24 ore al giorno il ruolo di personaggio infallibile può essere molto dannoso per il benessere personale. Josh Krichefski, CEO EMEA di Mediacom, consiglia di lasciare a casa gli eroi e di portare “solo” se stessi al lavoro. Per riuscirci è necessario che si possa trovare un luogo accogliente all’arrivo, dove viga una cultura in cui ci si senta bene e a proprio agio a condividere con gli altri.

Krichefski si rende conto della difficoltà di aprirsi in questi contesti, dove siamo abituati a vivere il ruolo di “uomini e donne duri” che vivono in una dimensione differente, più impostata, più seriosa o, peggio, dove giornalmente si rende necessario gestire dinamiche competitive, ma sa anche quanto sia dannoso tenere compresso tutto questo accumulo di emozioni tutto il tempo. Per questo ha lanciato una newsletter a livello aziendale chiamata “la mia storia”. E ammette: “Condividere qualcosa di molto personale con l’intera azienda non è stato facile. C’è voluto coraggio.”

Tutto continuerà a funzionare se ti prendi una pausa

Investire in salute emotiva è importante“, afferma Anna Baréz-Brown, co-fondatrice di Shine, “come lo è il dedicarsi alla cura di sé. Per farlo, il primo passo è scollegare la spina e guardarsi dentro, per imparare a comprendere meglio le emozioni e dar loro un senso. Solo a quel punto puoi prendere una decisione consapevole che ti permetta di andare avanti“.

L’approccio sul corpo funziona sulla mente e viceversa. Se vuoi ricaricare la tua energia mentale ed emotiva utilizza la tua “energia fisica”.

Da una corsa leggera a una veloce sessione di yoga in soggiorno prima dell’inizio della giornata, il movimento “aiuterà ad alleviare preoccupazioni e stress e farà miracoli per la tua salute fisica e mentale”, dice Baréz-Brown. Ma anche il lavoro sulla mente, prendendosi delle pause ogni tanto per “staccare”, magari per dedicarsi a una passeggiata nel verde, o iniziando la giornata con qualche minuto di meditazione, aiuta il corpo a eliminare le tensioni e a essere più energico.

Il suggerimento, quindi, è mantenere un regolare esercizio fisico, rimanere idratati, e dedicarsi ad attività periodiche di defaticamento mentale.

Formazione all’emozione

Al giorno d’oggi il mondo del lavoro pressoché ignora l’importanza di concedere spazi di defaticamento, relax e di formazione dedicata alla salute emotiva e mentale. Meno del 10% dei manager e dei dipendenti d’azienda riceve oggi in Italia una anche parziale formazione sulla comprensione dei fattori di stress sul posto di lavoro. Ignorando quanto questa mancanza si rifletta sulle performance personali e di gruppo. LA formazione aziendale è orientata al management, ai risultati dei team, con approcci che raramente prendono in considerazione l’aspetto psicologico delle persone. Mentre oggi sappiamo quanto il mindset, oltre alle emozioni, siano la fonte di performance di alto livello. Probabilmente questo succede perché gli stessi formatori non hanno una formazione a riguardo.

Molte ricerche oramai dimostrano che questo tipo di attività “soft” crea coesione e rilassa dallo stress, aumentando la qualità della comunicazione e della gestione delle situazioni problematiche. La produzione di cortisolo (il cosiddetto ormone dello stress) viene così inibita, con tutte le conseguenze spiacevoli per la salute ad essa connesse, mentre endorfine, dopamina e ossitocina equilibrano lo stato emotivo e fisico. Pratiche che, non solo cambiano la qualità del lavoro, ma che cambiano la vita.

Ecco, l’azienda dovrebbe poter essere integrata nella vita personale e sociale, proprio perché la vita lavorativa, oggi ancora più di ieri, è tessuta assieme alla propria vita. Ci riconosciamo in ciò che facciamo, ed è per questo che diventa così importante imparare a sviluppare le giuste difese emotive da qualcosa che ci appartiene così intimamente.

Con lo stress indotto dalla pandemia e dall’incertezza che ne deriva, può essere difficile distinguere le proprie reazioni emotive: paura, tristezza, rabbia, sono emozioni normali da provare in situazioni di allarme generale e, data la situazione che si prolunga nel tempo, condurre verso il loro acuirsi, diventando altro: depressione, ira, angoscia, panico. In queste situazioni, se non ben assistito, il problema può tendere a radicarsi nel profondo. Ma non si è in grado di affrontarlo se non si sa che è lì e se non si trova un valido sistema di supporto esterno.

Latest from Management

TUTTI I TEMI DALLA A ALLA Z