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Agentic AI: l’intelligenza artificiale che lavora da sola

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L’intelligenza artificiale ha già trasformato il modo in cui viviamo e lavoriamo, ma la prossima rivoluzione è pronta a spostare ancora più in alto l’asticella. Non si tratta più solo di modelli generativi che scrivono testi, creano immagini o analizzano dati su richiesta. La nuova frontiera è quella della Agentic AI, un’intelligenza artificiale capace di agire in autonomia, prendere decisioni e portare a termine compiti complessi senza intervento umano diretto. Una tecnologia che secondo Jensen Huang, CEO di Nvidia, esploderà nei prossimi cinque anni, cambiando radicalmente le regole del gioco in ambito industriale e professionale.


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Il contesto: dalla GenAI alla Agentic AI

Se il 2023 e il 2024 sono stati gli anni dell’AI generativa, con ChatGPT, MidJourney e Gemini a dominare la scena, il 2025 segna l’inizio di una nuova fase. La Agentic AI è progettata non solo per rispondere a comandi, ma per prendere l’iniziativa: collegare più strumenti, gestire processi, monitorare risultati e adattarsi agli imprevisti.

In pratica, si passa da un modello “assistito” a uno “autonomo”: non più un software che risponde a un prompt, ma un agente digitale che lavora come un collaboratore virtuale. Può prenotare viaggi aziendali, monitorare il flusso di cassa di un’impresa, programmare macchinari industriali o gestire la supply chain globale. E tutto questo senza un controllo continuo dell’utente.

Per Nvidia – che con le sue GPU è già la spina dorsale dell’intelligenza artificiale – questo significa un’ulteriore spinta alla domanda di infrastrutture hardware. Ma il fenomeno è molto più ampio: coinvolge startup, grandi aziende e governi, tutti consapevoli che i sistemi agentici potrebbero essere la prossima grande piattaforma, al pari di internet o degli smartphone.

Una rivoluzione del lavoro

Le implicazioni sul lavoro sono enormi. Se la GenAI ha semplificato e accelerato compiti ripetitivi, la Agentic AI promette di assumersi interi processi. Nei call center, per esempio, agenti autonomi potranno gestire la quasi totalità delle conversazioni standard, lasciando agli operatori umani solo i casi complessi. Nella logistica, sistemi agentici monitoreranno spedizioni, gestiranno documenti doganali e riorganizzeranno rotte in base agli imprevisti.

Secondo stime preliminari del settore, entro il 2030 oltre il 40% dei task aziendali ripetitivi potrebbe essere automatizzato da sistemi agentici. Questo non significa solo perdita di posti di lavoro, ma anche una ridefinizione delle competenze: meno mansioni meccaniche, più controllo strategico e creativo.


📦 Box – 5 cose che la Agentic AI farà per te entro il 2030

  1. Gestione delle finanze personali 💳
    L’AI non si limiterà a darti suggerimenti di risparmio: controllerà entrate, uscite e investimenti, pagherà bollette, rinegozierà abbonamenti e ti avviserà se un’opportunità è più conveniente.
  2. Viaggi e spostamenti ✈️
    Niente più ore su comparatori di voli. Un agente AI confronterà opzioni, comprerà i biglietti, prenoterà hotel, organizzerà trasferimenti e invierà tutto direttamente sul tuo calendario.
  3. Salute e benessere 🩺
    Connessa a wearable e cartelle cliniche digitali, l’AI monitorerà in tempo reale i tuoi parametri, segnalerà anomalie e, se necessario, fisserà appuntamenti con medici o ti suggerirà cambiamenti nello stile di vita.
  4. Lavoro e produttività 🖥️
    Un agente digitale potrà gestire email, fissare meeting, preparare report, generare presentazioni e coordinarsi con altri agenti AI per eseguire interi progetti in autonomia.
  5. Casa intelligente 🏡
    Dal frigorifero che ordina la spesa, al termostato che regola la temperatura in base alle tue abitudini, fino alla manutenzione predittiva degli elettrodomestici: l’AI penserà a tutto ciò che oggi richiede attenzione manuale.

Agentic AI: dati, casi reali e scenari futuri

L’idea di un’intelligenza artificiale che lavora in autonomia non è più fantascienza. Le basi sono già operative: strumenti come AutoGPT e LangChain hanno dimostrato che è possibile collegare modelli linguistici a una catena di comandi e farli agire senza supervisione costante. Oggi sono prototipi, domani potrebbero essere infrastrutture su cui costruire interi settori economici.

Dal prompt all’azione

Il salto concettuale è chiaro: la GenAI risponde a un prompt (“scrivi un testo, genera un’immagine”), la Agentic AI definisce da sola i passi necessari per raggiungere un obiettivo. Ad esempio, se chiedi di “organizzare un evento aziendale”, un agente non si limiterà a produrre un piano:

  • contatterà fornitori,
  • confronterà preventivi,
  • prenoterà location,
  • coordinerà i pagamenti,
  • aggiornerà i partecipanti via email o WhatsApp.

È la differenza tra un assistente “passivo” e un vero collaboratore digitale.

I primi settori a beneficiarne

Secondo uno studio di Accenture del 2024, i primi ambiti di applicazione saranno:

  • Servizi finanziari: monitoraggio automatico dei mercati, gestione di portafogli, segnalazione di rischi in tempo reale.
  • Logistica e supply chain: tracciamento merci, ottimizzazione rotte, riorganizzazione dei flussi in caso di imprevisti.
  • Sanità: triage automatizzato, prenotazioni intelligenti, monitoraggio pazienti cronici.
  • Customer service: agenti virtuali capaci di gestire oltre il 90% delle interazioni standard, riducendo i costi operativi fino al 70%.

Non a caso, Goldman Sachs prevede che l’adozione di AI agentiche potrebbe generare oltre 4.000 miliardi di dollari di valore aggiunto entro il 2030.

L’impatto sul lavoro

Ogni rivoluzione porta con sé resistenze. In questo caso, la paura principale riguarda la sostituzione dei lavoratori. Se l’AI è in grado di eseguire interi processi, quale sarà il ruolo degli umani?
Le analisi più recenti parlano non tanto di una “scomparsa” di posti, quanto di una trasformazione delle competenze. Secondo McKinsey, il 60% delle professioni attuali vedrà almeno il 30% delle proprie mansioni automatizzate. Questo significa che chi oggi si occupa di attività ripetitive dovrà orientarsi verso compiti strategici, creativi o di supervisione.

Un esempio concreto arriva dai call center: se un agente AI può gestire centinaia di conversazioni in parallelo, l’operatore umano non sparisce, ma diventa un “case manager” capace di risolvere i problemi più complessi. Analogamente, nel settore legale gli avvocati junior potranno affidarsi a software agentici per la ricerca giurisprudenziale, concentrandosi sull’interpretazione e la strategia.

Il ruolo delle aziende tech

Nvidia, con le sue GPU, è l’attore chiave della nuova ondata. Non a caso, il suo CEO Jensen Huang parla di “esplosione” degli agenti digitali nei prossimi cinque anni. Ma non è sola: Microsoft, con Copilot e Azure AI, sta già lavorando a funzioni agentiche integrate nelle suite aziendali; OpenAI spinge sul concetto di “AI personal assistant” che interagisce con altri servizi; Google e Anthropic investono miliardi nella creazione di ecosistemi interoperabili.

In parallelo, decine di startup stanno emergendo in settori verticali: agenti AI per il recruiting, per il trading, per la cybersecurity. Il 2025 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui i primi agenti digitali specializzati hanno iniziato a entrare nei processi aziendali reali.

I rischi da non ignorare

Ogni opportunità porta con sé vulnerabilità. Nel caso della Agentic AI, i rischi principali riguardano:

  • Affidabilità: un agente che prende decisioni autonome può sbagliare o essere manipolato.
  • Etica: fino a che punto è accettabile lasciare a un algoritmo la gestione di compiti critici?
  • Sicurezza: un sistema autonomo mal configurato potrebbe esporre dati sensibili o creare danni economici enormi.
  • Dipendenza tecnologica: più affidiamo processi a entità digitali, più rischiamo di perdere capacità umane fondamentali.

Non a caso, l’Unione Europea ha già inserito l’AI agentica tra le aree ad “alto rischio” da monitorare con regolamenti ad hoc.

Agentic AI: rivoluzione o illusione?

La prospettiva di un’intelligenza artificiale che lavora da sola affascina e spaventa allo stesso tempo. Da un lato, la promessa è quella di una produttività senza precedenti, in cui i sistemi agentici liberano tempo e risorse per attività più creative, strategiche e a maggior valore umano. Dall’altro, però, emerge un interrogativo cruciale: chi controllerà chi controlla?

Se delegare a un agente digitale la prenotazione di un viaggio sembra innocuo, affidargli decisioni economiche, sanitarie o giudiziarie apre scenari delicati. La questione non è solo tecnologica, ma politica e culturale: chi stabilisce i limiti, chi vigila sugli errori, chi risponde delle conseguenze?

In un mondo dove l’AI è sempre più “agente” e sempre meno “assistente”, il rischio è che la linea tra autonomia e arbitrio diventi sfocata. E mentre i giganti tech spingono sull’acceleratore, la società sembra rincorrere senza avere ancora strumenti chiari per governare questa trasformazione.

Il punto, dunque, non è se la Agentic AI cambierà il lavoro: lo farà, e lo sta già facendo. La vera domanda è come riusciremo a incanalarla in un modello sostenibile, che non riduca l’uomo a spettatore ma lo mantenga regista delle proprie scelte.

Perché in fondo la sfida non riguarda solo il futuro del lavoro, ma la definizione stessa di responsabilità, autonomia e libertà nell’era digitale.

Paul Fasciano, Direttore di InsideMagazine e del Gruppo Editoriale Inside, è un mental coach prestato al mondo della comunicazione digitale. Con un background accademico in sociologia e una formazione in PNL, mindfulness e neuroscienze, ha dedicato oltre tre decenni allo studio delle dinamiche sociali odierne. E' autore di varie pubblicazioni incentrate sulla crescita personale nel complesso contesto contemporaneo. La sua missione è fornire ai professionisti le informazioni più aggiornate e rilevanti, migliorando la loro comunicazione e potenziando il loro mindset con strategie efficaci e mirate.

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