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Ora solare: maneggiare con cura

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Durante la notte è arrivata la tanto temuta ora solare. Quasi a nessuno piace, infatti, vedere le giornate accorciarsi drasticamente con la sera e l’oscurità che arrivano già alle cinque del pomeriggio.

Come forse avrete sentito vociferare da qualche tempo a questa parte, al Parlamento europeo si sta discutendo molto sull’opportunità di mantenere l’ora legale come unico fuso condiviso. Alcuni europarlamentari hanno infatti chiesto alla commissione di cancellare l’ora legale. Il motivo? Fa male alla salute. Turberebbe per ben due volte all’anno l’orologio interno degli individui secondo la scienza che gravita attorno al sonno. Ognuno di noi ha degli equilibri, un ritmo circadiano, che ne agevola le prestazioni psicofisiche. E anche solo spostarlo di un’ora non sembra creare poche difficoltà.

In Italia l’ora solare è stata adottata definitivamente nel 1966 dopo essere stata introdotta come misura per il risparmio energetico durante la prima e la seconda guerra mondiale. Economia vs salute, quindi.

Con la lancetta che torna indietro di un’ora, anche i bambini sono coinvolti, perché sono i primi a soffrire di disturbi del sonno. Gli esperti suggeriscono di prepararli qualche giorno prima anticipando un po’ tutte le attività della giornata, dal risveglio alla cena. Ma sembra più un’operazione militare che qualcosa davvero facilmente realizzabile.

Per Alberto Villani, responsabile del reparto di Pediatria generale e Malattie infettive all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, il passaggio dall’ora legale all’ora solare è un’occasione per i genitori, che in questo modo possono improvvisamente anticipare di 60 minuti la messa a letto dei bambini. Per farci cosa di questa ora in più? E soprattutto viene da chiedersi: quanto durerà questo vantaggio? Il tempo di abituarsi al nuovo jet lag, probabilmente.

Che la notte in cui entra in vigore l’ora solare si dorma un’ora di più è un fatto generalmente condiviso da tutti. Se ne parla d’altronde già dai primi del mese di ottobre: “oh, lo sai che tra un po’ arriva l’ora solare?” Il problema è che in molti meno sanno che in realtà subiamo un debito di sonno, il quale non è limitato al giorno successivo, o al primo lunedì di lavoro con le occhiaie a borsa sotto gli occhi. La cosa dura qualche giorno in più, per alcuni anche molti giorni in più. Ci sono persone che si stanno ancora riprendendo dall’ultimo passaggio dall’ora solare per le quali è un vero e proprio dispetto cambiarla ancora sei mesi dopo.

Succede allora che, per grandi e piccini, un sonno disordinato è per tutti più disturbato, come ha evidenziato un recente studio su Neuroscience Letters. Chi ne sa di sonno, ne conosce anche l’importanza per fissare la memoria degli eventi, per trovare soluzioni, per ripristinare il corretto funzionamento dell’organismo. Il sonno restaura il nostro sé a vari livelli. E quando ci cambiano la routine di questa apparentemente insignificante ora, molto semplicemente per un po’ di tempo siamo meno performanti, reattivi, energici e resilienti.

Come detto, l’impatto dell’ora solare sul nostro organismo è dovuto al ritmo circadiano, l’orologio interno che regola molte funzioni cicliche del nostro corpo. La melatonina, una delle sostanze coinvolte, viene sintetizzata quando è buio, e favorisce il sonno. Ecco, nella produzione di melatonina è coinvolta direttamente l’epifisi. Per Cartesio la ghiandola pineale era il luogo privilegiato dove mente (res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono. Per decenni si è considerata l’epifisi una buffa e incomprensibile ghiandola pressoché inutile. Ma recentemente le neuroscienze hanno svelato il segreto di questa ghiandola endocrina. Il fatto che riceva il più abbondante flusso sanguigno di qualsiasi altra ghiandola nel corpo ha fatto riflettere più di uno scienziato, accompagnato dalla domanda “ci sarà pure un motivo?“. Il motivo è che l’epifisi è responsabile del ciclo di veglia/sonno, del nostro invecchiamento, di stati a più alta coerenza neurale (maggior chiarezza mentale), del nostro intuito dunque, e del ritmo di secrezione del cortisolo. La melatonina, poi, viene sintetizzata da due sostanze: il triptofano e la serotonina. Quest’ultima è un neurotrasmettitore impiegato nella regolazione della temperatura del corpo, del senso di fame/sazietà e dell’umore, infatti è soprannominata anche “l’ormone della felicità”.

Ala luce di quanto detto, viene spontaneo pensare che, soprattutto in questo periodo di virus dilaganti, porre più attenzione a questo cambio del ritmo circadiano può essere saggio, per evitare di abbassare le difese e mantenere alto il morale. Un’alimentazione corretta, adattare la sveglia adeguandosi per gradi se possibile, e mantenere l’organismo in attività, ma evitando di fare sport la sera, sono i suggerimenti più immediati da adottare. Altrimenti? E’ come se l’organismo ci dicesse “è l’ora” e noi continuassimo a ignorarlo puntualmente scatenandone ire e dispetti: leggeri disturbi come emicrania, insonnia o alterazioni d’appetito, possono essere avvertiti nei soggetti più sensibili alla variazione dell’orario.

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