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Il permesso di essere felice: i segreti del libro di Lucia Giovannini

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In un momento storico delicato e di profonda crisi interiore come quello che viviamo è ancora possibile trovare la felicità? E tu ti dai…”Il permesso di essere felice”?

“Darci il permesso di essere felici significa aprirci alla possibilità di farci contagiare dall’amore, dalla prosperità, dalla gioia, dalla vita. Senza questo lasciapassare non ci possono essere crescita, evoluzione, trasformazione.”

Iniziamo così il racconto di un libro fuori dal comune, Il permesso di essere felice, il nuovo libro di Lucia Giovannini uscito il 18 novembre scorso, edito da Roi Edizioni per la collana Semi di Luce, dedicato alla ricerca della felicità. In questo periodo, in cui stiamo vivendo un momento di grande fragilità, certezze, abitudini e rituali quotidiani vengono messi in discussione. Le nostre vite che oggi ricordiamo così piene, quelle di un tempo, dove ci si incontrava, ci si abbracciava, si organizzavano cene tra amici e vacanze in giro per il mondo, cose che riempivano la nostra vita, oggi lasciano spazio all’incertezza. Siamo sotto pressione, preoccupati e, in questo stato, la felicità diventa sempre più un orizzonte lontano, sempre un po’ più in là dall’essere raggiunta. Una chimera che si proietta in un futuro incerto, rende incerto anche il presente.

Ma prima? Prima eravamo felici? E che cos’è, davvero, la felicità?

Tempo fa mi sono imbattuto nella visione del film “Hector e la ricerca della felicità”. Hector, protagonista del film, è uno psichiatra annoiato dalla sua vita ed è convinto di essere infelice. Così parte alla… ricerca della felicità. Durante il suo viaggio per il mondo incontra il Prof. Coreman, un immaginario esperto nel campo della felicità che, durante una conferenza, dichiara:

“I ricercatori amano ricordarci spesso che il denaro non può comprare la felicità. Lo so cosa pensate: quanto guadagna un ricercatore?”

Dopo le risate della platea, prosegue:

“Al giorno d’oggi tutto aumenta sempre di più, ma la felicità scende sempre più in basso. Mi chiedo spesso quanti di noi si ricordino quel momento dell’infanzia in cui abbiamo provato la felicità come stato dell’essere. Quel grande singolo istante di gioia perfetta. Quel momento in cui tutto quanto nel nostro mondo, che si trovasse dentro o fuori, andava bene.” Secondo Coreman “Non ci dovremmo preoccupare tanto della ricerca della felicità, ma piuttosto della felicità della ricerca.”

Quindi la felicità è una ricerca? Anche senza vedere il film intuitivamente già sappiamo che la felicità è qualcosa che avviene in relazione, quando si costruisce un senso in se stessi e insieme all’altro. Alla fine del film Hector incontra un saggio che chiosa: “non è tanto avere il diritto di essere felici, quanto che: tutti noi abbiamo il dovere di essere felici!

Abbiamo il dovere di essere felici.

Nel libro di Lucia Giovannini – autrice di best seller, esperta di psicologia, fondatrice del metodo Tutta un’altra vita e formatrice degli insegnanti del metodo Louise Hay per l’Italia – c’è un messaggio cristallino e profondo: la felicità è un terreno di conquista che ognuno di noi può raggiungere, vivere interiormente, legandosi agli aspetti migliori della propria vita, del proprio essere. Qualcosa che ci appartiene nel profondo e che va solamente riscoperta. Spesso cerchiamo la felicità attraverso il guadagno, quel certo lavoro, la affidiamo ad un partner o all’allontanamento dal nostro attuale partner, ad un figlio, alla conquista del peso ideale, come al raggiungere questo o quel risultato.

Quante volte attribuiamo la fonte della nostra infelicità a cause esterne?

Lucia nel suo libro ci porta alla scoperta di alcuni strumenti pratici e concreti che permettono di accedere a quelle parti di noi dove l’autorizzazione alla felicità è rimasta bloccata, favorendo lo scioglimento dei vecchi imprinting che hanno congelato le nostre emozioni. Questi strumenti sono rappresentati da dodici codici capaci di liberarci dai pesi del passato e svelare la nostra espressione autentica.

Ci sorprendiamo spesso a chiederci come essere felici? I “dodici codici” sono lo strumento pratico per rispondere a questa domanda. Il libro di Lucia Giovannini sorprende per immediatezza e facilità di lettura. In modo semplice e leggero accompagna il lettore per mano in un percorso concreto e applicabile nella vita quotidiana che trae ispirazione dai diversi insegnamenti che l’autrice ha maturato nei suoi trent’anni di esperienza.

Un libro che fa luce su alcune delle grandi domande che tutti almeno una volta ci siamo posti, ma che spesso rimangono prigioniere dentro di noi e non trovano le risposte giuste o un’applicazione pratica. Capire chi siamo, come siamo fatti e come potremmo trasformare la nostra vita è la missione di un libro che sviluppa il tema “felicità” anche dal punto di vista neuroscientifico, approfondendo quelle che l’autrice definisce le 4 “droghe della felicità”: Dopamina, Ossitocina, Serotonina, Endorfine.

Così, il libro svela come la dopamina sia l’ormone del desiderio e della motivazione, che ci mette in grado di avvertire quel senso di ricompensa quando abbiamo realizzato qualcosa, facendoci venire voglia di ripetere quella medesima esperienza. La dopamina, però, crea anche una forte dipendenza dai falsi portatori di felicità alla base di un meccanismo di gratificazione che può essere perverso. Sostituiamo, così, le autentiche fonti di felicità, che promuovono abitudini positive per la nostra salute (la pratica di un’attività motoria corretta, una sana nutrizione, le esperienze di Flow, ecc.) con abitudini sostitutive: accendere la sigaretta o mangiare quella “fetta di torta in più”. Come ha elegantemente sintetizzato il noto esperto di stress Robert Sapolsky della Stanford University: “la dopamina non ha a che fare con il piacere ma con l’anticipazione del piacere, ha a che fare con il tentativo di perseguire la felicità piuttosto che con la felicità stessa”.

Come possiamo quindi scegliere noi, volontariamente, da quali comportamenti sani e funzionali diventare dipendenti per la nostra felicità? L’idea è di innescare un meccanismo che faccia sentire bene per il semplice fatto di aver portato a termine un bisogno specifico in modo da avere un ritorno immediato e risolvere i problemi futuri (ritorno ritardato). Es. includere l’esercizio fisico nella routine quotidiana fa sentire vitali al momento e assicura una migliore salute a lungo termine. Oppure domandarsi “cosa deve accadere perché tu possa sentire che la tua vita è di successo? Farsi questa domanda significa entrare in contatto con i propri reali desideri e propositi, disvelare l’attesa e rendere la felicità un’esperienza del presente. Nel rispondere possiamo comprendere, cioè, quando è il momento di fermarci ad assaporare la soddisfazione del traguardo raggiunto.

Il libro svela poi come l’ossitocina, l’ormone dell’amore e dell’empatia, sia alla base delle connessioni emotive, ristabilite le quali ognuno di noi può essere in grado di ritrovarsi. Ritrovare se stessi, attraverso il trovare l’altro. Guardarsi negli occhi e sorridersi (anche con addosso una mascherina), permette di stabilire istantaneamente una connessione. Praticare il potere della gentilezza produce in noi e negli altri ossitocina, un ormone molto importante per la nostra felicità. La serotonina, invece, è l’ormone dell’apprezzamento e del buonumore. Ha a che fare con le nostre emozioni, soprattutto quelle “difficili da digerire”. Uno dei codici legati a questo ormone è il “vivere sopra la linea”: significa essere presenti a quello che stiamo vivendo con un senso di apertura, curiosità e disponibilità. Ed ecco cosa fare per produrre facilmente serotonina: almeno 3 volte durante il giorno mettere una sveglia a orari diversi e ogni volta che suona chiedersi: “Cosa sto provando ora?” “Quanto sono presente?” Essere presenti ci aiuta ad attuare un controllo di qualità nei confronti di pensieri, emozioni e stati d’animo, ci spiega Lucia Giovannini.

Le endorfine, infine, sono gli ormoni legati al benessere e alla vitalità, e ci vengono in aiuto per attraversare i momenti difficili, dissipare i ricordi dolorosi, cercando di dare un senso al perché delle cose. Per essere felici, ci suggerisce l’autrice, bisogna sciogliere i giuramenti del passato e non lasciare che il passato definisca il futuro.

La vera trasformazione avviene quando iniziano ad abbracciare le sfide e le difficoltà della vita trasformandole in agenti per la nostra crescita.

La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto. Le domande da porsi in questo caso sono: “Cosa è importante per me? Cosa rispetta i miei valori?”. Solo il coraggio dell’autenticità può renderci felici. Questo è il messaggio profondo e intenso che ci lascia il libro di Lucia Giovannini, in grado di aprire una porta su una straordinaria possibilità: quella di essere felici. Tornare a quello stato di quiete che, da qualche parte dentro di noi, sappiamo esistere, qualcosa che abbiamo sperimentato e che possiamo imparare a sperimentare di nuovo. Fare della felicità un’abitudine e un dovere. Il dovere di essere felici.

Lucia Giovannini con il suo Il permesso di essere felice ci guida verso una nuova conquista, quella di noi stessi, per abbracciare una nuova vita ed essere finalmente capaci di donarci alla felicità, svelando la nostra espressione autentica, vivendo la nostra piena realizzazione.


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