Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno. (Pablo Neruda)
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E’ Natale: il momento del rilancio delle “buone intenzioni”

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Dovrebbe essere il periodo più bello dell’anno. Negozi, catene, brand famosi che lanciano i loro migliori annunci pubblicitari. I Babbo Natale in mostra presso i negozi, che si arrampicano dai balconi, le vie cittadine vestite per le feste, piene di luci. Ma questo è un Natale diverso, molto, molto meno fastoso. Ridotte al minimo anche le vetrine dei giocattoli natalizi destinate ai bambini, che aspettano il barbuto panciuto scivolare giù dal caminetto (e per chi non lo ha, chissà, forse dagli sfiati dei termosifoni?). Il messaggio è chiaro: quest’anno il Natale è parsimonioso, sulla scia di quanto dichiarato da Papa Francesco: “il consumismo ha sequestrato il Natale, allontanandolo dal suo vero significato. In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa.”

Parole che raccontano questi giorni non solo di shopping ma di vita al ribasso, nonostante TV e giornali narrino di assembramenti allarmanti nei centri commerciali e tra le vie delle grandi città. E’ Natale. Ma è anche tempo per l’altra grande tradizione italiana: lamentarsi di tutto e del contrario di tutto. Dell’economia che piange, dei negozi che chiudono, ma anche dei loro clienti che hanno azzardato l’ultimo acquisto.

E così, le giornate più brevi e buie di novembre e dicembre inaugurano più che mai un aumento dei livelli di stress, specialmente per tutte le persone che vivono dinamiche familiari complicate e ristrettezze economiche, afferma tra molti altri esperti, la psicologa Michi Fu, professoressa presso l’Alliant International University in California. 

Attenzione al vischio!

Attenzione al vischio: era il 21 dicembre 1918 e la pandemia di Spagnola imperversava, mentre dalle pagine dell’Ohio State Journal, il Commissario alla sanità locale invitava i lettori a resistere alla tentazione del tradizionale bacio di Natale: “Quest’anno – scriveva – mostrerete più amore per vostro padre e vostra madre, per vostro fratello, vostra sorella e il resto della famiglia rimanendo a casa anziché andandoli a visitare per Natale, o tenendo feste o riunioni familiari”. Il messaggio è chiaro ed è lo stesso che circola quest’anno. La cosa che conforta è che poi la pandemia di Spagnola è passata e le cose sono tornate alla normalità. Sembra strano a dirsi in questo momento, ma succederà anche questa volta. E allora come prepararsi a rilanciare il futuro? Sappiamo bene come le “buone intenzioni” siano il frutto magico del Natale, ben oltre lo scarto dei regali rituale. Buone intenzioni. Vuol dire cominciare a immaginare qualcosa di migliore e, si sa, immaginare è il primo passo per poter materializzare.

Una curiosità: anche in periodo di Spagnola imperversavano i no-mask. Si diffusero gli antesignani dei movimenti di denuncia: alcuni descrivevano l’obbligo di mascherina come una violazione dei propri diritti, altri, nel non indossarle, adducevano motivazioni religiose. Alcuni si lamentavano della scomodità (e non con tutti i torti: le mascherine consistevano, allora, in diversi strati di garza da far bollire per 10 minuti al giorno per un effetto sterilizzante).

E’ stato un tempo che in tanti hanno vissuto con un cuore appesantito ma prima la Pasqua, vissuta in lockdown in Italia, oggi il Natale vengono a dirci che c’è un bene grande che non muore, e che la vita rinasce. E non è solamente una questione di credo religioso, ma di credere, in generale. Che qualcosa si può sempre fare. Cominciando a pensare in modo diverso e a creare un mondo intorno a noi migliore. E, a guardar bene, questo dipende in larga misura dalla nostra intenzione. Anche se spesso ci ritroviamo ad essere trascinati dagli eventi, non riusciamo a controllare la rabbia, lo sconforto, la paura per il domani incerto. Eppure è ricca la storia di grandi personaggi che ci suggeriscono come, attraverso la volontà, la fiducia, la fede che la nostra “buona intenzione” avrà dei risultati, si possano cambiare cose che sembravano impossibili fino a un minuto prima.

Gli esperti sono preoccupati dal fatto che la combinazione del consueto stress da festività unito all’ansia relativa alla pandemia siano la premessa perfetta per vacanze malsane, all’insegna dello stress, tanto per gli adulti quanto per i bambini.

Ma val la pena riflettere su un fatto: così come la pandemia di Spagnola è passata, passerà anche quella di Covid-19. Tutto passa. Tutto cambia. Come nel fiume che scorre di fronte a chi lo guarda. Sembra uguale a se stesso, ma in ogni secondo è completamente diverso dal secondo prima. Solo se ci si fa caso, certo, se si mette intenzione nell’osservarlo meglio, nel viverlo meglio. La differenza la fa, allora, la decisione che quel cambiamento, di per sé inevitabile, possa essere diretto da qualche parte, e non lasciato agire indiscriminato.

Ho sorriso senza accorgermene, dev’essere così che si ricomincia.
(MisSchianto, Twitter)

È inutile negarlo. Tra tradizioni cancellate, restrizioni sui viaggi, quarantene, tamponi e infinite ansie e stress, ci attende un Natale diverso dal solito. Se aggiungete un bambino che non può abbracciare sua nonna, eccovi servito il momento peggiore dell’anno! Certo che si può vedere così.

Covid-19 ci costringe ad allentare relazioni e a rinchiuderci, ma dall’altra parte è lo stimolo in più per invitarci ad aprirci, per mettere ancora più voglia e spirito nel rilanciarci. Se non ci fosse crisi dalla quale uscire, rimarremmo semplicemente fermi. Un periodo complicato serve a stimolare reazioni, a coltivare la resilienza a metterci in contatto con le nostre qualità, attitudini e abilità. Chi saprà cogliere questo stimolo ne uscirà prima e meglio, dando alla sua esistenza e aiutando chi gli è vicino, un senso e una direzione in quel tumultuoso fiume che passa. Per questo, sì, proprio per questo commemoriamo il Natale, per ricordarci che è possibile ripartire, rinascere. La festa del Natale ci aiuta a vivere anche la precarietà, il limite e la malattia e ci aiuta a rilanciarci ogni mattina con speranza e buone intenzioni. Quell’attimo prima di farne realtà.

Ciao, sono Paul Fasciano, un mental e powerful coach con una profonda specializzazione nel business e life coaching. Con un background accademico in sociologia e un'intensa formazione in PNL e neuroscienze, ho dedicato oltre tre decenni allo studio delle dinamiche che regolano la realtà e il comportamento umano. Guido il Gruppo InsideMagazine e ho scritto vari libri, concentrando i miei sforzi su come gli individui e le organizzazioni possano realizzare il loro pieno potenziale. La mia missione è assistere i professionisti attraverso un coaching potente, aiutandoli a definire e raggiungere i loro obiettivi più significativi, migliorando la comunicazione e implementando mindset e strategie efficaci.

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