di Ileana Barone –
Alla ricerca di qualcosa di interessante da guardare per trascorrere la serata, mi sono imbattuta in una mini serie su Netflix dedicata a Fran Lebowitz e raccontata dal regista Martin Scorsese.
Chi è Fran
Il titolo della mini serie è “Fran Lebowitz: una vita a New York” e tra una battuta e una risata, attraverso domande dirette alla Lebowitz, scopro che è una scrittrice, un’opinionista e umorista.
Nata a Morristown, New Jersey, nel 1950 da una coppia di ebrei russi immigrati, si trasferisce a New York non appena ha l’età legale per farlo, con soli 20 dollari in tasca.
Per mantenersi, come racconta nella serie, farà molti lavori: da donna delle pulizie a taxista, da venditrice ambulante ad autista, tutti lavori che odierà profondamente. A 21 anni inizia a lavorare per Interview come columnist e ci rimane per 11 anni, anche se non andrà mai d’accordo con Andy Warhol.
Dai saggi usciti sui magazine con i quali collaborava ha tirato fuori i due libri più importanti della sua carriera: Metropolitan Life del 1978 e Social Studies del 1981.
Il suo unico libro per bambini, “Mr. Chas and Lisa Sue Meet the Pandas” (tradotto in italiano con Due panda a New York) è del 1994 e coincide con un lungo periodo di silenzio editoriale.

Il racconto
Tra le sedie del “The Players”, club privato fondato dall’attore shakespeariano del 19esimo secolo Edwin Booth a New York, inizia il racconto dei ricordi degli anni 70/80 di Fran e del cambiamento, anche tecnologico, che la Grande Mela ha conosciuto.
Ad accogliere le chiacchere della Lebowitz oltre a Scorsese c’è anche il produttore Ted Griffin, mentre dietro la macchina da presa c’è Ellen Kuras, collaboratrice di Scorsese.
Tra un’intervista e l’altra passano pubblicità vintage o clip di film, filmati d’archivio e vecchie conversazioni, come quelle tra la Lebowitz e Spike Lee o Alec Baldwin.
Non è la prima volta che una conversazione tra Scorsese e Lebowitz si trasformi in documentario. Era già successo dieci anni fa in “Public Speaking” e i due si trovavano al The Waverly Inn.

Attraverso i ricordi
La gente per strada mi infastidisce molto, vi spiego perché. Sento che dovrei scrivere un manifesto, un tempo scrivevo, e come titolo, che sarebbe una sorta di consiglio per le persone userei ‘Fingi che sia una città’.
Io non posso fermarmi un secondo o fumarmi una sigaretta davanti un locale senza che dieci persone mi chiedano indicazioni all’istante e questo mi stupisce. Penso “davvero vi sembro un tipo cordiale”?
È così che Fran si presenta al pubblico di Netflix.
Pura, diretta e senza peli sulla lingua. Girovagando tra i suoi posti preferiti della città: da Time Square alla metropolitana vicino a casa, dalle piccole librerie che stanno chiudendo alle grandi biblioteche.
Un giro intorno alla vita di questa incredibile donna e alla città che l’ha accolta a soli vent’anni. Un modo carino di raccontare la vecchia e la nuova New York, sentendoci parte integrante di questo meraviglioso viaggio.

La consiglio? Sì, senza alcun dubbio. Per la profondità dell’artista, della donna e della sua vita. Amate o vi è indifferente New York? Non conta, dopo questa mini serie probabilmente penserete alla Grande Mela in un modo differente, non migliore, ma differente.
Qui il link alla serie!