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Indispensabili hashtag per migliorare la strategia social

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I tanto amati e tanto odiati hashtag. Diventati famosi con Twitter, hanno raggiunto l’apice del loro successo con Instagram. In che modo utilizzare al meglio gli hashtag sui social in modo da ottenere il migliore effetto di comunicazione dei post? Questa è la domanda che può valere un milione di dollari!

Etichette digitali

Secondo quanto spiega Tinca Mantog, Digital Career Coach, SEO Manager e Digital Strategist, gli hashtag sono “etichette digitali” il cui scopo è organizzare i contenuti e catalogarli secondo una tematica. Come sistemare dei documenti in un archivio seguendo l’ordine di alcune parole chiave. Qui ci sono tutti i contenuti legati al tema “natura”, qui “tecnologia” e via di seguito.

Un hashtag è quindi una combinazione di lettere, numeri e / o emoji preceduti dal simbolo # (ad esempio, #socialmediamanager). Vengono utilizzati per classificare i contenuti e renderli più individuabili. A questo punto, chiunque faccia clic su un hashtag, o conduca una ricerca di hashtag, vedrà una pagina che mostra tutti i post taggati ad esso relativi.

Proprio per questo diventano indispensabili quando si tratta di voler aumentare la visibilità e i follower di un profilo, poiché consentono ad alcuni contenuti di essere individuati in modo semplice e veloce oppure di scoprirne di nuovi.

Due sono le azioni utili intorno ad un hashtag:

  • fare una ricerca per hashtag
  • seguire un # per individuare i migliori contenuti che lo utilizzano (come se fosse una macro-categoria quindi), pubblicati sia da utenti che già si seguono che da persone che non si seguono direttamente.

Diffusione

Nel nostro Paese gli hashtag si sono diffusi in maniera esponenziale solo dal 2015. Ma l’hashtag ha già compiuto quasi 14 anni. Il “cancelletto” è apparso infatti su Twitter per la prima volta il 23 agosto 2007 su idea e iniziativa di Chris Messina. Oggi è usato un po’ su tutti i social network. Facebook lo ha introdotto nel 2013, ma lo usa anche Instagram, Tumbrl, LinkedIn. L’idea di Messina, allora utente appassionato di Twitter, era quella di lanciare una proposta che avrebbe rivoluzionato l’utilizzo dei social: “How do you feel about using # (pound) for groups. As in #barcamp (msg)?” ovvero, “che ne pensate di usare # (cancelletto) per i gruppi, come nei messaggi #barcamp?”.

Sebbene gli hashtag siano comparsi per la prima volta in Twitter per permettere di connettere sotto un unico filone tutti i tweet che trattassero lo stesso argomento, numerosi altri social nel tempo hanno integrato questa funzionalità anche nei loro sistemi di pubblicazione. Fino ad arrivare ai giorni nostri dove, anche nel 2021, l’utilizzo di hashtag pertinenti e mirati su post e storie rimane uno dei modi migliori per essere scoperti da un nuovo pubblico. E questo può tradursi in più coinvolgimento, più follower e più clienti per la propria attività.

Gli hashtag stanno ai social network come il SEO sta ai motori di ricerca. Possiamo utilizzare pertanto gli hashtag per permettere al nostro pubblico di prendere parte a una conversazione, creando un gruppo virtuale relativo a interessi di nicchia. Per Instagram gli hashtag sono addirittura più importanti che per Twitter, mentre per LinkedIn la funzione è ancora relativamente centrale ma anche qui l’abitudine a usarli opportunamente si sta velocemente divulgando. In ogni caso, un # può sempre aiutare a migliorare i propri risultati, connettere con il proprio pubblico/target e anche costruire una brand awareness.

Numeri

Un post con almeno un hashtag di Instagram ha in media il 12,6% di coinvolgimento in più rispetto ai post senza hashtag, questo secondo il rapporto “Stato dell’influencer marketing nel 2020“. Quindi vale davvero la pena creare una strategia hashtag per il proprio marchio se si vuol far crescere il proprio account!

Chiediamoci allora, quali grandi tendenze del marketing di influencer  arriveranno nel 2021 e quanto incideranno?

L’influencer marketing è sulla buona strada per diventare un’industria da 15 miliardi di dollari entro il 2022 e non mostra segni di rallentamento. In effetti, il 63% dei marketer intende aumentare il proprio budget nel prossimo anno. Ogni piattaforma social attrae in una certa misura influencer, ma Instagram rimane il punto di rifermento. Quasi quattro brand su cinque (79%) utilizzano prevalentemente Instagram per le campagne di influencer, rispetto a Facebook (46%), YouTube (36%), Twitter (24%) e LinkedIn (12%). Numeri che, però, stanno cambiando velocemente e che promettono di far scalare presto la classifica all’ultima LinkedIn.

Dimmi che hashtag usi…

…e ti dirò chi sei! Quali hashtag scegliere, infatti, determina l’efficacia della propria azione sui social. Devono essere:

  • pertinenti, ovvero inerenti al contenuto del post pubblicato.
  • brevi, in modo da essere facilmente ricordati.
  • sensati. Così da essere anche rilevanti e utili per i propri follower. Usare parole a caso… non ha senso!
  • verificati. Verifica, cioè, l’hashtag che intendi utilizzare prima di pubblicare il post

Su Facebook la strategia del buon influencer è di non usarne più di 2. Su LinkedIn la cosa è leggermente diversa. Si possono usare più hashtag per una maggiore esposizione, sia ampi che di nicchia. Il principale obiettivo di includere hashtags su Linkedin è generare engagement e connettersi con altri utenti e audience potenziali. Su Instagram ci si può invece sbizzarrire, considerato che l’obiettivo è solo essere più popolari. Qui la regola è tenersi sotto ai 30, ma in media preferibilmente pubblicarne 10-12.

Quindi, visto che gli hashtag di Instagram funzionano organizzando e classificando foto e video, se si possiede un account Instagram pubblico e si aggiunge un hashtag a un post, quel post sarà visibile nella pagina hashtag corrispondente (fondamentalmente una directory di tutte le foto e i video che sono stati taggati con quell’hashtag).

Quali categorie di # esistono? Vediamole:

Hashtag di prodotto o servizio: sono parole chiave di base per descrivere il tuo prodotto o servizio, come #handbag o #divebar

Hashtag di nicchia: diventano un po’ più specifici a seconda del settore o contesto che si vuole mirare. Ad es. #travelblogger o #foodblogger. Quindi, un food blogger potrebbe pubblicare una foto di una splendida ciotola di frullato e utilizzare altri hashtag come: #superfoods, #cleaneating e #vegansofig.

Hashtag di una community: le community esistono per farsi trovare! Questi hashtag ti aiutano a trovarle e a unirti a loro. Pensa a #gardenersofinstagram o #craftersofinstgram

Eventi speciali o hashtag stagionali: possono riferirsi a vacanze o stagioni reali, come #summerdays, oppure possono essere utilizzati per tutte le festività nazionali, come #nationalicecreamday o #nationalnailpolishday

Ed ancora:

  • Hashtag di posizione: anche se si geo-tagga il proprio post, può comunque essere una buona idea includere un hashtag che si riferisca alla propria posizione, come #vancouvercraftbeer o #londoneats
  • Hashtag giornalieri: ogni giorno ha molti hashtag dedicati, da #MondayBlues fino a #SundayFunday. 
  • Hashtag di frasi pertinenti: questi hashtag combinano elementi di hashtag di prodotto, hashtag di nicchia e hashtag di community. Fondamentalmente, sono frasi che le persone usano per connettersi alle comunità esistenti in un modo leggermente insider, come #amwriting o #shewhowanders
  • Hashtag di acronimi: forse l’hashtag di acronimo più noto è #TBT per Throwback Thursday. Altri hashtag di acronimo popolari includono #OOTD per outfit of the day, #FBF per flashback Friday e #YOLO per te dal vivo solo una volta.
  • Hashtag emoji: questi hashtag possono includere emoji. Evitarle su LinkedIn.

Altra buona strategia, spiega Tinca Mantog, è valutare la “portata” di un hashtag, ovvero sceglierli in base al volume che generano. I “piccoli” si riferiscono a un massimo di un milione di post pubblicati. I “medi” fino a 5 milioni, mentre i grandi dai 5 milioni in su. Utilizzando su Instagram la combinazione: 10 grandi, 10 medi e 10 piccoli, si ottiene la migliore strategia di divulgazione su Instagram. Su LinkedIn vale il principio di una maggior sobrietà: quindi stesso approccio ma meno hashttag. Inoltre, la regola sempre valida: meno follower si hanno, e meno “voluminosi” devono essere gli hashtag utilizzati, per evitare che si disperdano in una competizione troppo alta. Utilizzando #piccoli si può finire nei “popolari” di questi ultimi, manifestando all’algoritmo del proprio social che il contenuto pubblicato è di qualità. I vantaggi saranno una maggiore visibilità organica e maggior crescita del profilo. Cosa che permetterà di entrare anche nei popolari # medi e piccoli.

Come sceglierli? A differenza di Twitter, Instagram non pubblicizza un elenco di hashtag di tendenza. Tuttavia, se si cerca un hashtag su Instagram, si vedranno quanti post usano quell’hashtag, nonché un elenco di altri hashtag popolari di Instagram che utilizzano parole simili, dando evidenza anche al conteggio dei post pubblicati.

Screenshot che mostra come trovare e cercare hashtag di tendenza su Instagram

A questo punto, per cercare un hashtag sul desktop, inseriamo l’hashtag incluso il simbolo # nella casella di ricerca. Su dispositivo mobile, invece, inseriamo il termine di ricerca nella casella di ricerca, quindi tocchiamo Tag. Il modo più semplice invece per cercare più hashtag su Instagram è impostare flussi di ricerca in uno strumento come Hootsuite per tenere traccia degli hashtag che ci interessano in modo da poter vedere tutti i contenuti pertinenti su una schermata senza dover condurre ciascuno come un ricerca hashtag individuale. Questi sono quelli più popolari su Instagram a livello internazionale, tanto per dare un’idea:

#love #TagsForLikes #TagsForLikesApp #TFLers #tweegram #photooftheday #20likes #amazing #smile #follow4follow #like4like #look #instalike #igers #picoftheday #food #instadaily #instafollow #followme #girl #iphoneonly #instagood #bestoftheday #instacool #instago #all_shots #follow #webstagram #colorful #style #swag

Hashtag e LinkedIn

Amy Jones suggerisce in un articolo di Linkedin di evitare l’uso di hashtag troppo generali o che non hanno a che fare con l’attività. Utilizzarli nel modo opportuno può portare vari vantaggi anche su LinkedIn:

  • identificare tematiche importanti, rilevanti e necessarie per gli utenti che formano parte della propria audience potenziale.
  • Migliorare l’ottimizzazione del motore di ricerca nella piattaforma. Ciò significa che gli hashtags su Linkedin aiuteranno le proprie pubblicazioni a comparire nei risultati di ricerca di Google.
  • Promuovere l’engagement e le connessioni professionali.
  • Trasformare gli aggiornamenti di stato in post più interessanti. Sempre che includano informazioni di valore.
  • Identificare tendenze che possono essere utili per la propria strategia di digital marketing.

Per aggiungerli agli articoli interni a LinkedIn:

  1. Dalla pagina iniziale, cliccare su Scrivi un articolo, sotto il riquadro Aggiorna.
  2. Quando si è pronti per pubblicare la propria bozza, cliccare su Pubblica nell’angolo in alto a destra. Comparirà una finestra.
  3. In Comunica alla rete il contenuto del tuo articolo, aggiungere un testo introduttivo, insieme ai relativi hashtag. Al momento della pubblicazione, apparirà come un commento sopra l’articolo.

Gli hashtag possono essere inseriti dopo il testo oppure integrati nel testo stesso, purché abbiano un senso e mantengano fluida la lettura e il senso di ciò che vuoi comunicare. Italiaonline spiega il modo più corretto per scrivere il miglior post su Linkedin:

  • creare un breve testo descrittivo con CTA finale;
  • utilizzare un visual di impatto, che sia una immagine o un video;
  • integrare gli hashtag in modo fluido nel testo o aggiungerne qualcuno in fondo al copy del post. (mai esagerare, per un post è consigliabile non utilizzarne mai più di 5)

Un’altra regola importante da seguire riguarda la punteggiatura:

  • gli hashtag che raggruppano più parole non devono prevedere gli spazi tra una parola e un’altra;
  • inoltre è consigliabile evitare di usare dei simboli;
  • è possibile negli hashtag composti da più parole utilizzare le lettere maiuscole.

E’ importante creare il perfetto bilanciamento tra hashtag popolari e hashtag specifici della nicchia di riferimento del brand. A tal proposito, è possibile fare una ricerca incrociata anche su altri canali social, come Twitter, per rintracciare gli hashtag più performanti. Un altro elemento da considerare riguarda la posizione geografica: se un post o un articolo si rivolgono ad un target di una determinata area geografica, può essere utile inserire un hashtag di destinazione. 

È la stessa LinkedIn che consiglia uno o più hashtag in funzione degli argomenti contenuti in un post o articolo. Quando si inizia a scrivere un post, si vedrà che LinkedIn suggerisce in maniera automatica alcuni hashtag che potrebbero essere attinenti. Valutare però con cura se vale la pena seguire il suggerimento dell’intelligenza artificiale, è buona pratica. In alternativa basterà andare nel campo di ricerca, digitare “#” seguito dal termine che si vuole utilizzare, e studiare i risultati ottenuti e come gli altri utenti che hanno utilizzato lo stesso #, lo abbiano abbinato ad altri. Infine, nella barra laterale a sinistra si trova l’utile sezione “hashtag seguiti” in fondo alla quale è possibile ampliarne il numero cliccando su “visualizza altro”, “vedi tutti” o “scopri di più”. Ovviamente, in base agli # seguiti, compariranno post relativi nei nostri profili. Familiarizzando con gli hashtag, pian piano sarà possibile costruire la propria strategia e le proprie routines efficaci.

Giornalista del Quotidiano La Voce e Direttrice de Il Circolo del Golf, è collaboratrice di InsideMagazine dal 2020

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Laureata in Lettere con la specializzazione in Editoria e Giornalismo presso l'Università degli Studi Roma Tre, e diplomata anche presso la Scuola di Scrittura Omero, Virginia Rifilato è una giornalista di grande talento e esperienza, con una solida carriera nel campo del giornalismo e delle collaborazioni con importanti media nazionali come La Repubblica, come editor nell'industria cinematografica e televisiva per importanti canali satellitari e terrestri come Sky e Tim Vision, e collaboratrice di alcune emittenti radiofoniche di spicco, tra cui Radio 3 e Dimensione Suono Roma.

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All'interno del magazine InsideMagazine, Virginia ha il compito di curare le interviste di punta, offrendo ai lettori un'esperienza avvincente e coinvolgente. La sua passione per la scrittura e la sua capacità di raccontare storie affascinanti, oltre alla sua abilità nel creare domande incisive e nel catturare l'essenza delle personalità intervistate, la rende una risorsa di grande valore per la redazione.

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