Palazzo Reale Milano
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“Signore dell’arte”: in mostra a Milano

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“La Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600”. Per la prima volta a una mostra dedicata a 34 artiste e alle loro straordinarie opere. Palazzo Reale, Milano – prossima apertura fino al 25 luglio 2021.

La mostra

Attraverso le 130 opere di artiste vissute tra il ‘500 e il ‘600, la mostra “Signore dell’Arte” racconta, in un viaggio ideale tra i loro capolavori, storie di donne conosciute come Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Giovanna Garzoni e di tante altre anche meno note al grande pubblico come la nobile romana Claudia del Bufalo.
E’ possibile ammirare, per la prima volta, alcune opere inedite come la Pala della Madonna dell’Itria di Sofonisba Anguissola, realizzata in Sicilia, a Paternò, nel 1578 e mai uscita prima d’ora dall’isola; la pala di Rosalia Novelli Madonna Immacolata e San Francesco Borgia, unica opera certa dell’artista, della Chiesa del Gesù di Casa Professa a Palermo (1663); o la tela Matrimonio mistico di Santa Caterina di Lucrezia Quistelli del 1576, proveniente da Pavia.

Un’altra opera, mai esposta, è la Maddalena di Artemisia Gentileschi proveniente dalla collezione Sursock, una famiglia Libanese; il dipinto è stato danneggiato dall’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020 ed è esposto nel suo stato attuale, prima di essere sottoposto a restauro.

34 straordinarie artiste

Suddivisa in cinque sezioni, in cui sono narrati diversi percorsi di formazione e di successo professionale, la rassegna mette in luce l’abilità compositiva di queste pittrici e, attraverso il racconto di ciascuna vicenda personale, guarda al ruolo rivestito all’interno della società di quel
tempo, al successo raggiunto da alcune presso le grandi corti internazionali, alla loro capacità di sapersi relazionare, distinguere e affermare.


Tra le eroine in mostra a Palazzo Reale regna per celebrità la figura di Artemisia Gentileschi: figlia di Orazio, artista e imprenditrice, la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca e il suo successo la porta a vivere in lotta contro l’autorità e il potere artistico paterno, contro il confinamento riservato alle donne. Ne sono una dimostrazione le sue eroine bibliche, come Giuditta, Dalila e Giaele, protagoniste di efferati episodi in cui gli uomini diventano vittime, sono figure emblematiche di rivolta e vendetta, così come il giovane Davide è vincitore sul gigante Golia, in un rovesciamento di ruoli in cui si palesa la forza dei deboli.
Nel Novecento la sua storia di donna e la sua valenza artistica sono diventate emblematiche:

Artemisia per la sua vita tormentata e trasgressiva è un mito di ribellione, e come pittrice è un manifesto di consapevolezza della propria identità professionale. 

Artemisia Gentileschi – David con la testa di Golia


Segue per notorietà, Sofonisba Anguissola, di cui sono esposte la Partita a scacchi (del 1555 e proveniente dal Muzeum Narodowe di Poznan, Polonia) e la già citata Pala della Madonna dell’Itria (1578). Originaria di Cremona, visse oltre dieci anni a Madrid alla corte di Filippo II, per poi sposarsi in Sicilia con il nobile Fabrizio Moncada, e poi a Genova in secondo matrimonio con Orazio Lomellini, e tornare infine di nuovo in Sicilia, dove le fece visita Antoon van Dyck nel 1624.

Sofonisba Anguissola – Partita a scacchi

E ancora Lavinia Fontana – bolognese e figlia del pittore manierista Prospero Fontana – che a 25 anni sposa il pittore Giovan Paolo Zappi di Imola alla sola condizione di poter continuare a dipingere, rendendo così il marito il proprio assistente – in mostra con 14 opere, tra cui l’Autoritratto nello studio (1579) degli Uffizi, la Consacrazione alla Vergine (1599) del Musée des Beaux -Arts di Marsiglia, e alcuni dipinti di soggetto mitologico di rara sensualità-.

E poi ancora la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, in mostra con autorevoli tele in cui sono raffigurati il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile, come Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno (1659) del Museo di Capodimonte di Napoli; Ginevra Cantofoli, con Giovane donna in vesti orientali (1650 circa); Fede Galizia con l’iconica Giuditta con la testa di Oloferne (1596); Giovanna Garzoni, un’altra donna viaggiatrice, che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma – in mostra con preziose pergamene -.

Fede GaliziaGiuditta con la testa di Oloferne


La mostra “Signore dell’Arte”, curata da Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié è promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, con il sostegno di Fondazione Bracco.

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