Namx Huv è molto più di una suv a idrogeno ed entusiasma al Salone di Parigi col suo concetto di auto alimentata a idrogeno che utilizza serbatoi rimovibili.
Il futuro dell’automobile
“Poiché siamo preoccupati per il futuro dell’automobile in un contesto ecologico che tutti conosciamo, abbiamo lanciato il primo SUV a idrogeno. Conosciamo i vincoli legati al mondo della mobilità, e le aspettative di tutti. Il desiderio di libertà, passione e innovazione ci ha spinto a creare l’auto a idrogeno francese che sta rivoluzionando la mobilità pulita”.
Inizia così la presentazione che fa di sé la NamX, il SUV che al salone di Parigi ha catturato più di uno sguardo curioso.
Un concetto di auto di nuova generazione che promuove la migliore alternativa possibile all’alimentazione elettrica. Sapendo che il 62% dell’elettricità mondiale è prodotta da combustibili fossili, è urgente trovare soluzioni di mobilità più ecologiche. Scommettere sull’idrogeno significa, quindi, scommettere su un mondo migliore in termini di mobilità responsabile.
Know-how e innovazione si incontrano in un’auto a idrogeno dalle curve sinuose ed attraenti grazie al design firmato Pininfarina, emblema di un progetto che nasce tra Europa e Africa che ambisce a raccogliere la sfida dell’idrogeno come soluzione per un’auto davvero green, contribuendo così a creare il futuro della mobilità. Di origine rinnovabile, questo innovativo carburante promette una visione alternativa e più sostenibile per il mondo automobilistico basato su alcuni punti chiave: libertà, lunghe distanze, ricarica rapida, zero emissioni.
L’idrogeno è davvero il futuro della mobilità?
I sistemi di propulsione a idrogeno stanno iniziando a diventare di nuovo interessanti, con diverse case automobilistiche nuove e vecchie che annunciano nuovi modelli alimentati dal gas colorato. Un esempio viene dall’Australia con la Nexo, automobile già in commercio, con una larga autonomia e che mentre è in moto purifica l’aria. Tutte le caratteristiche nel nostro articolo.
La questione dell’efficienza è ancora un neo per l’alimentazione a idrogeno e, per questo, ancora poco scelta dalle varie case automobilistiche. In particolare, con le auto elettriche a batteria solo l’8% dell’energia viene persa durante il trasporto dell’elettricità, prima che questa venga immagazzinata nelle batterie dei veicoli. Quando invece l’energia elettrica viene convertita per azionare il motore elettrico, si perde un altro 18%. Ciò conferisce all’auto elettrica un livello di efficienza compreso tra il 70% e l’80%, a seconda del modello.
Al contrario, con l’auto alimentata a idrogeno, le perdite sono notevolmente maggiori: il 45% dell’energia si perde durante la produzione di idrogeno attraverso l’elettrolisi. Circa un altro 55% viene perso quando l’idrogeno è convertito per azionare il motore. Ciò significa che l’auto alimentata a idrogeno raggiunge un’efficienza compresa solo tra il 25% e il 35%, a seconda del modello. Le nuove auto alimentate a idrogeno, però, promettono di migliorare questi parametri e va da sé che più case automobilistiche proporranno motori alimentati a idrogeno, più la ricerca si tradurrà in migliori soluzioni tecnologiche.
Idrogeno, una scommessa da vincere
I veicoli a celle di combustibile a idrogeno erano un tempo considerati la migliore soluzione per la mobilità a emissioni zero. Negli anni, tuttavia, tutte tranne una manciata di case automobilistiche hanno abbandonato il carrozzone FCEV. Uno dei motivi è stata la mancanza di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno. NamX, la società afro-europea, è fiduciosa di poter risolvere questo problema offrendo un sistema di rifornimento ibrido per il suo primo FCEV, il NamX HUV, appunto.
La vera innovazione della NamX risiede proprio nell’idea di uno stoccaggio ibrido di idrogeno con un serbatoio fisso e capsule di idrogeno intercambiabili. NamX sta infatti cercando di risolvere le criticità legate alle stazioni di rifornimento di idrogeno ad oggi ampiamente insufficienti considerata l’assenza della domanda per la mancanza di veicoli a idrogeno circolanti.
Per questo, NamX ha progettato il suo NamX HUV con due sistemi di serbatoi di idrogeno. Quello fisso è comune su altri FCEV a idrogeno, come per la Toyota Mirai. La vera innovazione è, quindi, il secondo serbatoio, che utilizza capsule di idrogeno rimovibili. A differenza del primo, questi non hanno bisogno di essere riempiti in una stazione di servizio dotata di idrogeno. Secondo la proposta che porta avanti NamX, le cartucce (o capsule) possono essere acquistate nei negozi o ordinate online. NamX ha chiamato le sue capsule intercambiabili “CapX” e CapXtore è il nome del negozio online che le persone possono utilizzare per ordinare le nuove capsule.
Ci sono sei capsule CapX sul NamX HUV e, insieme al serbatoio fisso, possono alimentare il crossover fino a 800 km. Niente male. Ciascuno contiene circa 8 kg di idrogeno e ci vogliono circa 30 secondi per lo scambio. Ci sono ovviamente ancora molte cose da risolvere, ma NamX si dà tutto il tempo per farlo visto che prevede di iniziare a vendere l’HUV a partire dall’ultimo trimestre del 2025.
La NamX Huv sarà commercializzata in due versioni: una base a trazione posteriore da 300 CV, per una velocità massima di 200 km/h e un’accelerazione già di tutto rispetto, da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi. La seconda versione GTH propone una trazione integrale da 550 CV, con velocità massima di 250 km/h (autolimitata) e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi. La fascia di prezzo: tra i 65 e i 95.000 euro. Sicuramente una scelta non per tutte le tasche.