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“La spina e la rosa”: il teatro è Donna

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Arriva ad impreziosire l’essenza del femminile e la figura della Donna nella storia il lavoro di Angela Ricci, regista e drammaturga che ha portato in scena La spina e la rosa ad ArMa Teatro lo scorso sabato 25 e domenica 26 novembre. Lo spettacolo teatrale è stato portavoce di un messaggio importante, che ha visto ricorrere proprio nella giornata del 25 novembre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

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La storia di Donna Eleonora

La spina e la rosa è ambientato a Napoli, città che Angela Ricci porta nel cuore, e ruota intorno alla straordinaria protagonista Eleonora de Fonseca Pimentel, scrittrice e patriota portoghese del 1700 che ha vissuto la maggior parte dei suoi anni nella capitale del Regno di Napoli. Donna Eleonora si fece notare sin dalla giovane età per l’ingegno pronto e vivace, e coltivò la poesia, l’attività giornalistica, studi di carattere scientifico, giuridico ed economico. Allo scoppio della Rivoluzione Francese e cominciata la propaganda repubblicana in Italia, partecipò alla fondazione della Repubblica Napoletana e ne redasse il giornale ufficiale, il Monitore Napoletano. Alla caduta della Repubblica però, e a causa delle sue attività che la resero invisa alla monarchia borbonica, venne condannata a morte nel 1799.

Il ritratto che scaturisce dall’opera teatrale La spina e la rosa è quello di una donna, Eleonora, libera, estremamente colta e coraggiosa, pronta a tutto per difendere i propri ideali. E così l’interpretazione della brava Claudia Di Dio porta con sé proprio questo ideale indomito di fierezza e libertà, un valore profondamente compreso e fatto proprio dalla giovane popolana Matilde Condrò, accendendo una luce di coscienza anche nel giudice/boia che l’ha condannata (Gerardo La Barbera), nonché supportato dalla narratrice fuori campo Anna Piras. A coinvolgere il pubblico nella narrazione, gli intermezzi musicali (eccezionale la trovata di porre al centro della scena, dietro ad un telo trasparente, i musicisti) di Tony Accurso e Silvano Boschin, che hanno sapientemente amalgamato le scene con i momenti corali di danza popolare (coordinati da Franca Tarantino e Maria Albertone).

Con la passione nel cuore che la regista Angela Ricci ha saputo regalarmi con La spina e la rosa, ho avuto il piacere di porle qualche domanda sulla sua attività teatrale e sulla toccante introduzione che ha fatto al suo spettacolo, raccontando al pubblico l’origine della ricorrenza del 25 novembre come data ufficiale contro la violenza di genere.

“La data del 25 novembre, ufficializzata come “giornata internazionale” dalle Nazioni Unite nel 1999, è stata scelta al fine di ricordare il femminicidio, avvenuto negli anni Sessanta, di tre attiviste politiche che denunciavano da vent’anni gli orrori e i crimini della dittatura nella Repubblica Dominicana; queste, erano tre sorelle di nome Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal. Il crimine, che si cercò di camuffare come un incidente, fu ordinato proprio dall’ex-presidente Rafael Leónidas Trujillo. La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata così istituita per celebrare l’attivismo e soprattutto il coraggio di queste sorelle soprannominate “mariposas”, ovvero farfalle, che hanno combattuto per la libertà del loro Paese.”

E’ iniziata così la presentazione di Angela Ricci a La spina e la rosa, con un paio di décolleté rosse posizionate per l’occasione sul palco e un accorato discorso che spiega non solo la genesi dello spettacolo, ma soprattutto la motivazione che la conduce da anni in una continua ricerca su quei personaggi femminili spesso dimenticati anche dagli accademici. Opere teatrali su donne storiche e non solo, che fanno perno sulla passione per i miti greci e l’amore dichiarato per alcune figure archetipiche, le quali fanno immancabilmente parte del nostro immaginario collettivo attraverso simboli e allegorie.

E’ una ricerca, la mia, che dura da anni, e che pone al proprio centro non solo la donna, ma I’essenza del femminile.”

E così Angela Ricci ha portato in scena in qualità di regista molti spettacoli che hanno tra le loro protagoniste molte figure femminili della mitologia greca, donne fuori dall’ordinario, ribelli, costrette talvolta alla vendetta o portatrici di un “peccato” come poteva essere quello di hybris, piuttosto che di sete di conoscenza o di libertà, tanto invisi agli antichi, come ai contemporanei. Perché, come ci ricorda Angela Ricci, una donna eccessivamente colta, intelligente e libera, fa ancora paura a molti.

Da queste premesse hanno preso vita i personaggi dei suoi principali spettacoli come Andromaca, Ermione, Aracne, Fedra, Euridice, ma anche Elettra, protagonista di Elettra Racconta (un altro spettacolo portato in scena a novembre), Cassandra, Arianna, o ancora Echidna, Giocasta, Ismene, Antigone, e Medea (che ritorna il 20 e 21 gennaio 2024 al teatro Antigone).

Anche altre donne protagoniste della Storia medievale e rinascimentale sono oggetto degli studi di Angela Ricci, e così gli spettacoli dove la regista ha portato in scena le vicende della Papessa Giovanna e di Artemisia Gentileschi, o ancora le vicende della Rivoluzione Francese attraverso il personaggio illustre di Olympe De Gouges, una scrittrice considerata una femminista ante litteram.

Il lavoro sul femminile viene da molto lontano, dopo aver sperimentato anche altre forme teatrali come la commedia brillante, il teatro dell’assurdo e anche il teatro dialettale. Insomma, la mia è proprio quella che si può definire Una vita per il teatro!

Ringraziando Angela Ricci e tutta la compagnia che ha portato in scena lo spettacolo La spina e la rosa, aspettiamo di incontrarla nuovamente per continuare a discorrere di passioni umane, condizione femminile (così importante oggi), e di questa straordinaria forma d’arte che è il teatro. Non mancate al prossimo appuntamento!

Giornalista del Quotidiano La Voce e Direttrice de Il Circolo del Golf, è collaboratrice di InsideMagazine dal 2020

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Laureata in Lettere con la specializzazione in Editoria e Giornalismo presso l'Università degli Studi Roma Tre, e diplomata anche presso la Scuola di Scrittura Omero, Virginia Rifilato è una giornalista di grande talento e esperienza, con una solida carriera nel campo del giornalismo e delle collaborazioni con importanti media nazionali come La Repubblica, come editor nell'industria cinematografica e televisiva per importanti canali satellitari e terrestri come Sky e Tim Vision, e collaboratrice di alcune emittenti radiofoniche di spicco, tra cui Radio 3 e Dimensione Suono Roma.

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All'interno del magazine InsideMagazine, Virginia ha il compito di curare le interviste di punta, offrendo ai lettori un'esperienza avvincente e coinvolgente. La sua passione per la scrittura e la sua capacità di raccontare storie affascinanti, oltre alla sua abilità nel creare domande incisive e nel catturare l'essenza delle personalità intervistate, la rende una risorsa di grande valore per la redazione.

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