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Metaverso: alleato o ladro del lavoro?

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Il metaverso non è più un’illusione, ma una certezza. Ci sono aziende che hanno puntato tutto su questa realtà alternativa e altre che, invece, fanno di tutto per non volerla vedere, pur avendocela davanti agli occhi. Il termine “virtuale” sopraccitato deriva da virtù, nel senso di capacità e potenzialità creativa. Partendo da questa definizione, si potrebbe cercare un’altra via rispetto alla demonizzazione del metaverso, come un luogo astratto privo di corporeità e sensorialità efficace.

Diversamente, visto che tutta la filosofia ha evidenziato la fallacia dei sensi, la via da preferirsi, in ottica costruttiva, è quella di vedere questo ambiente come un terreno dove poter prendere decisioni oculate proprio grazie al distacco dalle emozioni dirette. Il metaverso è più di un universo, infatti esso, già programmaticamente, si prefigge di espandersi in più direzioni spazio-temporali, dando vita a scenari comprendenti quantomeno la bilocazione. Il filosofo Emanuele Severino, nella sua spasmodica ricerca della conoscenza circa il divenire, aveva lanciato già anni orsono un tema antesignano del metaverso, dichiarando in una sua conferenza, l’importanza di essere in due posti diversi contemporaneamente per capire la realtà fenomenica del cambiamento.

In quest’ottica, il metaverso può vedersi sia come un terreno dove potersi esprimere veramente al di là della fisicità, sia come un non-luogo dove è facile perdersi per la mancanza di orientamento. Muoversi all’interno di un sistema progettato da architetti delle scelte è altresì insidioso, quanto affascinante per chi conosca i meccanismi dei bias cognitivi e della spinta gentile.

A seguito di queste riflessioni la domanda lecita circa la carriera personale è la seguente: il metaverso ci porterà via il lavoro, oppure sarà un’opportunità da cavalcare?

Sempre più spesso, viene fatta questa domanda nei percorsi di ricerca lavoro o su social professionali come LinkedIn. Ovviamente non esiste una risposta universale, ma abbiamo collezionato una serie di riflessioni che condividiamo qui con te, affinché tu possa espandere la tua conoscenza e quindi agire per tempo, alleandoti col cambiamento. È indiscusso il fatto che il mercato del lavoro utilizzerà sempre di più forme di Intelligenza Artificiale (tra cui il metaverso) per facilitare i flussi di lavoro, ottimizzare i tempi e le risorse, ridurre i costi e massimizzare le rese, aprire nuove opportunità e, in generale, migliorare le performance. Per tale motivo, la paura più diffusa è che tutto questo avverrà a scapito dei lavoratori che, oggigiorno, sono i più lontani dalle realtà digitali avanzate.

Per arrivare a previsioni ancora più nefaste: tutti saremo sostituiti da macchine e robot. Ma il metaverso potrà diventare la realtà di riferimento del futuro? Almeno dal punto di vista del lavoro e nello specifico delle relazioni tra colleghi? Innanzitutto, dovrebbe rassicurarci il fatto che, a vario titolo, già da ora circolano sul web notizie sui lavori del futuro che saranno maggiormente richiesti. Probabilmente, non saremo sostituiti tutti da macchine, robot e realtà virtuali! Ecco qui di seguito l’elenco delle figure che rimarranno salde nel prossimo futuro.

  • IT specialist
  • Programmatori di realtà virtuali
  • Sviluppatori specializzati
  • Ingegneri delle infrastrutture occorrenti
  • Esperti di sicurezza informatica
  • Specialisti in ambito marketing e comunicazione digitale
  • Formatori/docenti degli ambiti sopra descritti
  • HR correlati alla selezione delle figure di cui sopra
  • Narratori del Metaverso

Potranno quindi già tranquillizzarsi le figure junior che si stanno affacciando al mercato del lavoro, così come quelle che devono scegliere un percorso di studi o intraprendere una nuova carriera tra quelle descritte. Altrettanto potranno fare quegli specialisti plurititolati del settore che dovranno, al limite, aggiornarsi o intraprendere percorsi più mirati, ma comunque già in linea con quanto fatto fino a quel momento.

metaverso

Il futuro non è uguale per tutti

Ma quale sarà il futuro per chi, invece, non abbia particolari titoli di studio e una storia professionale in linea con queste previsioni? Di seguito i nostri suggerimenti.

1.Fare cross skilling

Nei percorsi di reinserimento lavorativo, così come nella scelta di un nuovo impiego, più in linea con le attuali richieste del mercato del lavoro, è utile imparare a contemperare la continuità con l’evoluzione. In pratica ci sono competenze apprese che possono essere valorizzate, riattualizzate e portate con sé nel cambiamento. Se ne hai, inizia a pensare al valore che possono apportare rispetto a chi comincia da zero.

2.Puntare sull’ in-formazione e sull’aggiornamento

Per dirigerti verso il nuovo futuro, quali skills invece ti mancano ancora? Inizia a pensare già da ora – visto che hai ancora tempo – quali potresti apprendere e come.

3.Creazione di un nuovo mindset adattivo

Come potresti pensare in linea con l’evoluzione? Avere una mentalità proiettata all’inserimento nella realtà a venire è fondamentale per sentirti bene e diminuire le interferenze interne. Ci sono molti modi di modificare il mindset, tra cui il coaching: il consiglio è cominciare prima possibile.

4.Imparare a guardarsi intorno in modo costruttivo

Trova nuovi amici reali per affrontare la realtà virtuale. Stabilire rapporti sani e basati sui valori può darti sicurezza in un mondo dove tutto è vero e falso allo stesso tempo.

Per applicare, quanto hai appena letto, efficacemente puoi porti le seguenti domande:

  • Proprio tutti vivranno esclusivamente di realtà virtuali?
  • Tutti i lavori potranno essere fatti da robot?
  • Scompariranno veramente alcuni settori, perché diventati inutili?

La nostra provocazione è quella di provare a pensare che:

  • Il mercato del lavoro sta cambiando e volendo, o non volendo, dobbiamo tutti aggiornarci, in-formarci, adattarci per avere successo.
  • Il metaverso, così come l’Intelligenza Artificiale, non sono dei ladri subdoli di lavoro a cui dichiarare guerra ma dei potenziali alleati da conoscere e addomesticare. Essi renderanno le nostre vite, private e professionali migliori, affrontandole con un mindset costruttivo.
  • Molti dei lavori che spariranno sono quelli già snobbati negli ultimi anni a causa della corsa in massa verso quelli considerati più trendy (i cosiddetti lavori 2.0)… E non ci riferiamo all’agricoltura o all’artigianato!

Da ciò se ne potrebbe dedurre, riflettendoci un po’, che certi lavori, con le dovute migliorie digitali e tecnologiche, rimarranno lì dove sono, mentre per assurdo potrebbero essere proprio quelli considerati oggi giorno i più cool ad essere sostituiti per buona parte dalle macchine, proprio perché più scollati da quella realtà umana, analogica quanto non replicabile interamente. L’integrazione intelligente e mirata del metaverso all’interno delle routine aziendali può invece fornire un impulso significativo alla produttività e all’engagement dei dipendenti. In particolare, il Metaverso potrebbe essere un potente strumento per ridefinire e potenziare la comunicazione interna!

Quando pensi al metaverso, puoi immaginare un ambiente virtuale in cui le tradizionali barriere fisiche si dissolvono e le idee, insieme alla creatività, fluiscono senza ostacoli. Grazie all’uso strategico del metaverso, ogni persona potrebbe creare una rappresentazione digitale di sé, un avatar che rifletta non solo l’aspetto fisico, ma anche la personalità e lo stato d’animo del momento. Questo non solo promuoverebbe un senso di identità e appartenenza, ma creerebbe anche un terreno fertile per la comunicazione autentica e l’interazione sociale, tra persona e persona, al di là del ruolo aziendale. Le possibilità sono infinite con un utilizzo virtuoso del metaverso.

Le riunioni possono trasformarsi in esperienze coinvolgenti, dove i partecipanti possono partecipare da qualsiasi parte del mondo, interagendo in tempo reale attraverso le loro emanazioni digitali. Già oggi gli spazi di dialogo virtuali offrono la flessibilità di comunicare in modo informale, incoraggiando l’interazione spontanea e la costruzione di legami di confidenza tra i colleghi: figuriamoci cosa potrebbe succedere positivamente in un mondo tutto nuovo come il metaverso?! Ci si può prefigurare qualcosa di immersivo quanto differente dalla classica call in cui si vede solo il viso della persona, vero?

Attraverso la creazione di agorà virtuali personalizzate, ad esempio, l’azienda potrebbe esprimere la propria identità unica e promuovere la cultura aziendale in modo coinvolgente. Gli spazi digitali, appositamente creati, potrebbero essere utilizzati come centri di collaborazione per conferenze, focus group o sessioni di brainstorming. Un evento nel metaverso dedicato alle persone dell’azienda come un “caffè virtuale” o un “aperitivo on line” potrebbe finanche rafforzare il senso di appartenenza, favorendo la conoscenza reciproca e la collaborazione inter-funzionale al di là degli stigmi sociali. I ragionamenti fatti fino a qui possono essere di aiuto a chi voglia cimentarsi, fin da oggi, con una realtà che affiancherà quella fisica, rendendola sotto molti aspetti interessante da riscoprire.

Certi lavori artigianali molto materici, oggi dimenticati, saranno molto probabilmente portati in auge da persone stanche dell’immaterialità e dell’impermanenza del mondo digitale… Ma per questo ci vorrà tempo! Il consiglio che ci sentiamo di dare, pertanto, è quello di tenere metaforicamente il piede in due staffe, evitando di specializzarsi in uno solo dei due mondi. Piuttosto sarà utile mantenere aperta la mente alle opportunità che si paleseranno in entrambi, secondo scenari impossibili da prevedere oggi.

Simona Bargiacchi, Rovena Bronzi e Dario Ramerini

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Rovena Bronzi: job coach umanista e consulente di orientamento professionale, con una laurea in psicologia del lavoro. Si occupa di orientamento al cambiamento professionale e al work life balance.
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Simona Bargiacchi: oggi si occupa principalmente di comunicazione interna, employer branding, relazioni con Università e benessere delle persone. Certificata Chief Happiness Officer.
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Dario Ramerini: "lo Stilista delle parole", specializzato in comunicazione e persuasione etica per la negoziazione. Autore del libro “Il Perfetto recupera crediti”.

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