Il futuro dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese italiane negli USA rimane rassicurante. Il punto di ExportUSA

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In un contesto globale caratterizzato da incertezze economiche e fluttuazioni di mercato, l’export e l’internazionalizzazione delle imprese italiane negli Stati Uniti sono salvi.


La prospettiva di espansione oltreoceano – precisa Lucio Miranda, Presidente di ExportUSA, società che segue l’avvio e lo sviluppo della presenza italiana negli States – rimane salda e promettente perché i programmi di investimento avviati dall’amministrazione Biden continueranno per diversi anni, sostenendo così la domanda aggregata negli Stati Uniti. Siamo fiduciosi che la Federal Reserve saprà gestire al meglio le dinamiche macroeconomiche: in questo momento i mercati stanno metabolizzando e costruendo i due scenari”. 

Secondo ExportUSA, il programma di Trump, che include misure come l’aumento dei dazi, il controllo severo dell’immigrazione e il taglio delle tasse, potrebbe provocare, se eletto, un incremento dei tassi di interesse poiché si tratta di azioni interpretate come altamente inflattive. “Bisogna però vedere – aggiunge Lucio Miranda – con che grado di estensione verrebbero implementate” precisa Miranda, “per questo motivo Powell non si è ancora pronunciato e sta solo analizzando la situazione. Indipendentemente da chi sarà il presidente, consigliamo alle imprese italiane di identificare il loro vero interlocutore: gli Stati, le Contee e le Organizzazioni per lo Sviluppo Economico“.

Queste entità sono, da sempre, in competizione tra loro per attrarre nuovi investimenti e offrire opportunità vantaggiose per stabilire nuove attività economiche (siano esse di natura produttiva o commerciale) e creare nuovi posti di lavoro all’interno del proprio territorio. Crediti per la ricerca e l’innovazione, abbattimento della sales tax, abbattimento dei contributi previdenziali, crediti d’imposta, eliminazione della property tax, cash grant e land grant sono solo alcune delle agevolazioni previste e variano da stato a stato.

Tutti gli stati americani sono tra loro in competizione; un esempio emblematico è rappresentato – tra le tante realtà – dallo Stato del New Mexico e dall’agenzia di sviluppo economico di Arlington, Virginia. Entrambi sono alla ricerca di investitori nel settore della componentistica per l’industria dell’aerospazio e della difesa: un’interessante opportunità per le imprese italiane leader nella produzione di componenti che in America sono rare o addirittura inesistenti e che necessitano di essere prodotti o assemblati direttamente sul territorio statunitense, per ottimizzare i processi industriali.

Le aziende che aspirano a esportare negli Stati Uniti devono quindi migliorare la loro strutturazione e pianificazione e organizzarsi per offrire servizi e prodotti secondo le aspettative di mercato. Negli USA il livello del servizio è considerato tanto importante quanto il prodotto stesso: è necessario, pertanto, agire in maniera strategica. Gli americani, per quanto appaiano poco formali, operano in un contesto altamente formalizzato. Ciò implica la necessità di familiarizzare con il “codice” delle trattative commerciali di successo, approfondendone ogni sfumatura e ultimo, ma non di importanza, attivare un proficuo dialogo con i giusti interlocutori: i singoli stati. 

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