Libertà e democrazia in tempi di guerra

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A giudicare dal comportamento degli Ucraini, la risposta è scontata. La libertà e la democrazia non sono comodità su cui un popolo può fare calcoli al ribasso. Noi occidentali oggi non riusciamo a giustificare l’aumento del prezzo delle nostre forniture energetiche. Oggi. Ma ieri i nostri nonni hanno imbracciato il fucile e sono andati in montagna per cacciare lo straniero; e non erano in giuoco una manciata di chilometri in più con un litro di benzina, ma la fortuna di essere ancora vivi alla fine della giornata.

Soluzione pacifica

Ecco, questo è quello che ci torna alla mente in questi giorni in cui, piuttosto di trovare una soluzione pacifica, la parte più forte sta cercando con le armi di imporre la propria volontà sulla parte più debole, calpestando la libertà e l’autodeterminazione democratica di un popolo.

Senza tenere in conto che certi valori non sono negoziabili e per essi, anche oggi, come ieri, si è disposti a morire. “La lotta è qui, mi servono munizioni, non un passaggio.” Ha risposto Volodymyr Zelensky, secondo l’Ambasciata Americana a Kiev, quando gli è stato offerto di essere messo in salvo fuori dall’Ucraina. Mentre Donald Trump, all’intensificarsi delle manifestazioni Black Lives Matter a Washington, ha ritenuto opportuno rifugiarsi in un bunker. E Donald è anche quello che si è fatto costruire un muro antisommossa tutto intorno alla Casa Bianca. 

Questo tanto per capire, se ce ne fosse ancora bisogno, dove è più facile trovare i veri uomini forti, quelli per intenderci con la schiena dritta, se tra gli autocrati o i democratici. Putin potrà calpestare l’Ucraina e farne un cimitero, ma il cuore delle coscienze del mondo l’avra’ conquistato Zelensky e sarà la conquista che conterà veramente, perché cambierà, come già ha cominciato a fare, l’equilibrio tra autocrazia e democrazia.

Autocrazia e democrazia

Per un certo tempo vi è stata una dottrina molto in voga: “L’esportazione della democrazia.” In realtà era una stupida scusa per assoggettare un’altra nazione attraverso bombardamenti e quant’altro. Oggi Putin non potendo scusarsi dicendo di voler esportare la dittatura, per destabilizzare un altro paese, usa la pace. Lui vuole pacificare l’Ucraina ed i soldati russi sarebbero stati mandati a raccogliere fiori ed applausi. Ma non vi sono scuse per la guerra.

E’ sbalorditivo pensare quanto, menzogne sfacciate e male articolate, riescano ad ottenere credito nella mente di esseri pensanti. Tanto vale essere del tutto sinceri, uscire dall’ipocrisia, e dire che la guerra è ineluttabile e uno non ne può fare a meno. Una volta almeno si affermava che la guerra fosse fisiologica. Mah! Eppure, anche se non si accenna all’esportazione dell’autocrazia come si faceva una volta per la democrazia, in questi anni di crisi economica endemica, quando il lavoro è precario e molte famiglie non riescono a unire pranzo e cena, la soluzione sembra essere il governo forte, l’uomo solo al comando, il sovranismo, il nazionalismo, l’autarchia; noi che stampiamo la nostra moneta a miliardi di miliardi e torniamo ad essere ricchi; noi saturi di forti immagini simboliche, quali muri, rosari, forche, ruspe. Noi sopra tutto e tutti! 

Dove ci ha portato 100 anni fa

Ma un momento. Sappiamo dove questo ci ha portato quasi un secolo fa: nelle montagne, con un fucile e la vita attaccata a un filo. E allora? Ecco, l’Ucraina ce lo sta ricordando: la libertà e la democrazia vanno difese, sempre. Anche quando la pace offusca la memoria. Ho già scritto della provenienza di questi venti di guerra. Da lontano e da Est. Dalla pratica autoritaria della politica. Dal revanscismo di un potere in cerca di rivincite sulla storia. Da interpretazioni sbagliate e tendenziose. Da tutto questo e da quant’altro una analisi più accurata della mia può tirar fuori.

Ma a cosa serve? La guerra è ormai in corso e c’è gente che muore, specie civili tra cui donne e bambini. Si intensifica, malgrado trattative farsa. Neanche le sanzioni riescono a scalfire la determinazione. Sembra troppo tardi ormai. Una tragedia inaspettata si sta consumando nel cuore dell’Europa, senza che nessuno possa farci niente. Ma nessuno è sbagliato quando c’è un popolo in armi che combatte e resiste e c’è un mondo che lo appoggia e che, a parte inviare eserciti, che’ sarebbe una Terza Guerra Mondiale, aiuta e delibera in suo favore.

Putin vuole vincere una guerra persa in partenza. L’Occidente vuole vincere la pace, possibilmente fare quello che ha tralasciato di fare dopo la caduta dell’Unione Sovietica, quando qualcuno ha pensato che non ci sarebbe stata più storia e la Russia sarebbe autonomamente diventata democratica. Così, per simbiosi, invasa da blue jeans e xerox machines. 

   

Follotitta vive tra New York e Miami, è architetto e appassionato di storia, architettura e politica. Una visione a 360° sul clima made in USA vista dagli occhi di un professionista "italiano in trasferta".

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