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Il Colosseo: Pianificazione e costruzione. Cap. 3

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Segue dal Cap. 2

Possiamo mettere in dubbio i 5 anni di tempo per il completamento dell’opera, ma non l’efficienza con cui il cantiere deve essere stato organizzato. Molti compiti potevano essere imparati in breve tempo; come mischiare e preparare il cemento, posarlo in opera, misurare distanze ed angoli, segare la pietra, porre in posizione blocchi e macchine per il sollevamento, e così via. Una larga forza di schiavi e lavoratori esperti, doveva essere sempre presente per sopperire alle varie necessità in ogni momento. Ed in quanto ai materiali, la loro disponibilità doveva essere stata assicurata con molto anticipo rispetto al loro impiego. Così come per le maestranze specializzate, come capi muratori, carpentieri e ingegneri idraulici, che dovevano essere sempre presenti. 

L’impostazione planimetrica deve essere stata stabilita con l’uso di corde che, fissate agli 8 centri di curvatura posti lungo i 2 assi principali, hanno disegnato sul terreno gli 8 tratti di circonferenza della struttura. Probabilmente per evitare l’errore dovuto alla lunghezza delle corde, si saranno usate corde più corte, fissando prima il circuito multicentrico dell’arena e poi, per mezzo di linee di misura perpendicolari alle tangenti di un certo numero di punti posti lungo la curva dell’arena, si sarà stabilita la curvatura esterna della cavea. Questo sopperiva anche alla ragione pratica di permettere, abbandonando i centri di riferimento iniziali posti lungo gli assi dell’edificio e quindi dentro l’arena, di utilizzare questa, sin dall’inizio, quale zona di attività e deposito materiali che, altrimenti, avrebbero ostruito l’uso delle corde-raggio tese a guidare la costruzione. Una volta stabilito il circuito esterno, per ulteriore precisione, si sarà controllata l’uniformità in spessore della cavea, dall’interno verso l’esterno.

Schematicamente, la griglia che compone la geometria del Colosseo è composta da linee anulari e radiali. Lungo le 80 radiali, in ognuna di esse, erano fondati 7 pilastri in travertino, la cui altezza variava con l’andamento delle gradinate superiori; questi costituivano la struttura portante dell’edificio; al piano terra, i 2 anelli più esterni erano liberi e formavano degli ambulatori continui che, dal piano terra sino al terzo piano, sopperivano alla circolazione orizzontale. Vi erano anche 2 ambulatori più interni, ma solo al primo piano. Negli anelli più interni lo spazio fra i pilastri era riempito con pareti in tufo e, 3 ogni 4 spazi fra le pareti, erano riempiti da scalinate radiali. Nella zona più bassa, lungo i primi 2 anelli della cavea, essendo lo sforzo in compressione delle gradinate superiori minore, il travertino era stato sostituito da blocchi di tufo più piccoli e da mattoni. Questi anelli più vicini all’arena oltre a ospitare i 2 anelli di circolazione più interni, erano adibiti a servizi, incluso le latrine dei senatori. In sezione verticale la cavea è costituita da 4 piani, incluso il piano terra, corrispondenti ai 4 ordini della facciata dell’edificio; ed ogni piano è impostato esattamente allo stesso livello della base delle semicolonne esterne.

La cavea poggiava su una massiccia fondazione a zattera, profonda sui 13 metri; la parte superiore di questa, circa 90 centimetri, era in travertino, il resto in cemento con 2 bande in mattoni, una al confine interno dell’anello minore, l’altra al confine esterno dell’anello maggiore. Nel vuoto interno della zattera, sotto il piano dell’arena, erano gli ambienti per i gladiatori e gli animali, in un seguito di ambienti disposti lungo gli assi dall’edificio; la struttura a supporto del piano di calpestio dell’arena, era costituita da pilastri in travertino. 

Per il drenaggio e l’approvvigionamento di acqua, vi erano centinaia di tubazioni e grondaie, sistemate nei recessi di pareti e pilastri, facilmente accessibili per la manutenzione. Solo nei tratti in cui passavano nello spessore delle volte, sarebbero risultati inaccessibili. Recenti studi suggeriscono vi fossero 28 fontane al piano terra, 56 al secondo livello, e 73 al terzo; vi erano anche 76 latrine al terzo piano. Dentro la fondazione in cemento scorreva una ragnatela di larghi canali di drenaggio e condutture di acqua, dalle quali partivano corte sezioni di tubazioni verticali, in corrispondenza  dei recessi di pareti e pilastri, per l’approvvigionamento di acqua, per drenare pioggia e scaricare latrine. 

E’ complicato da seguire e mai come in questo caso un disegno varrebbe mille parole. Ma una visita al Colosseo, per chi può in tempo di Covid, potrebbe sostituire mille disegni.  

Follotitta vive tra New York e Miami, è architetto e appassionato di storia, architettura e politica. Una visione a 360° sul clima made in USA vista dagli occhi di un professionista "italiano in trasferta".

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