4 lauree in 4 mesi. L’incredibile caso di Giulio Deangeli, tutto genio e motivazione

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La storia, recentissima, di Giulio Deangeli ha dell’incredibile. A 25 anni il ragazzo di Este (Padova) ha già collezionato quattro lauree. La collezione stessa è straordinaria, visto che è maturata in soli quattro mesi. Ce la racconta, tra gli altri, Lorenzo Tosa in un suo post su Instagram.

Già, quattro lauree in quattro mesi all’Università di Pisa in altrettanti percorsi di studio. Prima Medicina, nel mese di luglio. Poi è arrivata la laurea in Ingegneria a settembre, Biotecnologie a ottobre e, infine l’ultimo sprint con la quarta laurea in Biotecnologie molecolari il 9 dicembre, tutte neanche a dirlo col massimo dei voti. Il 15 dicembre arriva anche il diploma di licenza magistrale in Scienze Mediche alla Scuola Sant’Anna, in pratica un Master di Livello 2. Anche la borsa di ricerca mondiale Harvard Hip (primo italiano ad averla vinta) e l’imminente dottorato in Clinical Neurosciences a Cambridge fanno parte del pacchetto di traguardi che Giulio ha saputo raggiungere. Oltre alla prima pubblicazione su “Science” assieme ad altri scienziati dal titolo “In vivo Perturb-Seq reveals neuronal and glial abnormalities associated with autism risk genes“, frutto di una ricerca in collaborazione tra Harvard e MIT.

“È stata un’emozione incredibile – ha dichiarato il giovane Giulio Deangeli appena discussa l’ultima delle sue tesi di laurea – ancora non mi sembra vero. Desidero dedicare questo risultato a tutti coloro che sono stati al mio fianco in questo viaggio: la mia famiglia, il mio migliore amico Samuele Cannas e tutti i miei cari amici, e gli oltre 400 docenti che ho avuto l’onore di seguire e che mi hanno aperto le porte della conoscenza con professionalità e umanità formidabili. Vorrei rivolgere un ringraziamento particolare ai miei rettori, il professor Paolo Mancarella e la professoressa Sabina Nuti, che guidano con straordinaria competenza e amore il migliore di tutti i luoghi dove avrei potuto studiare: il Sistema Universitario di Pisa”.

Proprio Mancarella, rettore dell’Ateneo pisano, ha commentato “Il traguardo che Giulio ha appena raggiunto non è solo un record che fa notizia, è il frutto di una dedizione esemplare allo studio e al sapere che ci proietta in quella che è la dimensione scientifica odierna, dove l’approccio multidisciplinare è ormai un percorso obbligato. Tant’è che qui a Pisa, da tempo, lo abbiamo adottato in moltissimi campi. Spero che possa essere di esempio per i tanti giovani determinati e capaci che frequentano i nostri atenei“.

Ma cos’è che spinge un ragazzo a trasformarsi in genio? Cosa motiva al sacrificio necessario per impegnarsi talmente tanto da diventare un vero e proprio record vivente? Per Giulio è stato un obiettivo chiaro: sconfiggere un giorno le malattie neurodegenerative. Ecco l’importanza di avere uno traguardo ben piantato in mente, che per Deangeli nasce da una profonda urgenza personale, dopo essere rimasto accanto all’affezionato nonno negli ultimi momenti della sua vita, un affetto mancato proprio a causa di una malattia neurodegenerativa. Da quel momento la decisione di studiare senza risparmiarsi per acquisire conoscenze e competenze sulle malattie neurodegenerative. “A symphony of sciences“, questo il titolo evocativo scelto da Deangeli per la sua ultima tesi dedicata alla Trascrittomica single cell, che sottolinea il percorso multidisciplinare intrapreso per armarsi nella lotta alle neurodegenerazioni: mediche, biotecnologiche, ingegneristiche e di biotecnolgia molecolare.

L’Alzheimer, il Parkinson, la Sla, per citare solo le più note, costituiscono una vera tragedia umana per il malato e le persone che cercano di prendersi cura di lui” ha spiegato Giulio. “Bisognerebbe riuscire a individuare una terapia eziologica che agisca alla radice della malattia, non una palliativa che agisce invece sul sintomo. È il motivo per cui voglio diventare ricercatore.”

Commenta Lorenzo Tosa nel suo post: “Il senso di un’esistenza intera. Che non ha niente a che fare coi record, i premi, le pagine dei giornali ma con il sogno smisurato che si possa davvero cambiare il mondo con lo studio, con la ricerca, con la scienza, perché, un domani, altri non debbano vivere quello che ha vissuto suo nonno e la sua famiglia.”

Un esempio Giulio, di caparbietà, genialità, motivazione, coraggio, che in questi tempi soprattutto, è una stella che brilla nella notte, dando a tutti noi un punto di riferimento. Una notte quella che stiamo vivendo dove si fa più chiara l’urgenza della ricerca medica, della preparazione accademica e dell’impegno da parte di quegli eroi spinti da una vocazione che li porta oltre l’ostacolo, a inerpicarsi più su, fin sopra la vetta del mondo.

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