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Lavoro ibrido: l’azienda Revolut accorda due mesi di smart working all’estero

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Marco Carlomagno, Segretario generale FLP – Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche – molto attivo su LinkedIn con alcuni post orientativi di grande ispirazione per noi di I’M, scrive:

𝙍𝙚𝙫𝙤𝙡𝙪𝙩 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙚𝙙𝙚 𝙖𝙞 𝙨𝙪𝙤𝙞 𝙙𝙞𝙥𝙚𝙣𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞 60 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙞 𝙡’𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙢𝙖𝙧𝙩 𝙬𝙤𝙧𝙠𝙞𝙣𝙜 𝙖𝙡𝙡’𝙚𝙨𝙩𝙚𝙧𝙤

Cita da un articolo di Vanity Fair: “Lo sappiamo: il rientro in ufficio sarà (o è già stato) rivoluzionato. Dopo questo anno «sospeso» ognuno ha tirato le sue somme e ha capito meglio che cosa vuole cambiare, che cosa vuole lasciare per sempre e che cosa non vorrebbe perdere mai.

E così, tra le varie nuove opzioni, c’è quella attivata da Revolut, la app finanziaria fondata dal miliardario Nikolay Storonsky, che ora ha deciso di consentire ai suoi 2.000 dipendenti di lavorare dall’estero per 60 giorni l’anno, come parte della sua politica di smart working: una volta che le restrizioni di viaggio verranno allentate, i dipendenti Revolut avranno così l’opportunità di lavorare da un luogo diverso rispetto al Paese di impiego. L’azienda ha studiato le normative applicabili in materia di imposte per la società, immigrazione, imposte sul reddito e previdenza sociale per creare una policy vantaggiosa e conveniente per i dipendenti.”

Chi siamo

“Insomma, che lavoro flessibile sia” conclude Marco Carlomagno, sancendo virtualmente e idealmente l’inizio di una nuova era, quella del lavoro ibrido.

Del lavoro fluido anche, forse, probabilmente. Ne parlavamo già tempo fa in un’intervista con un altro grande professionista, Simone Terreni, che di lavoro in formule smart ne sa un bel po’.

2000 dipendenti “ibridi”

Revolut è una realtà consolidata in campo finanziario che propone un’unica app per tutto ciò che riguarda il denaro. Dalle spese quotidiane alla pianificazione del futuro con risparmi e investimenti. Sono più di 2.000 i dipendenti in azienda che potranno lavorare dall’estero fino a 60 giorni l’anno. L’azienda fa un ulteriore passo per promuovere il lavoro agile posizionandosi come la prima a scavalcare i confini nazionali per distribuire dipendenti tra le sue sedi. Ovviamente tutto ciò solamente quando le restrizioni di viaggio verranno allentate. Ma qualcuno alla Revolut già sta facendo le valigie e programmando la nuova avventura: conoscere nuovi lidi, arricchirsi professionalmente e culturalmente, perfezionare una lingua straniera.

“Lavoro temporaneo all’estero”

I dipendenti di Revolut avranno l’opportunità di lavorare temporaneamente da un luogo diverso rispetto al Paese di impiego. E’ stato fondamentale studiare le normative applicabili in materia di imposte per la società, immigrazione, imposte sul reddito e previdenza sociale per creare una policy vantaggiosa e conveniente per i dipendenti. Ma una volta esaminato a fondo l’aspetto burocratico, i vantaggi in termini di cultura aziendale, branding e promesse per il futuro potranno essere, e si stanno già rivelando, enormi.

Come lavoriamo

L’azienda sta facendo parlare di sé per promuovere la prima super app finanziaria “realmente mondiale”. Nel 2015, Revolut ha lanciato nel Regno Unito un servizio di trasferimento e cambio denaro.

L’azienda sta facendo parlare di sé per promuovere la prima super app finanziaria “realmente mondiale”. Nel 2015, Revolut ha lanciato nel Regno Unito un servizio di trasferimento e cambio denaro. Oggi, i loro clienti in tutto il mondo utilizzano decine di prodotti per effettuare più di 100 milioni di transazioni al mese. Attraverso i conti personali e aziendali, aiuta i consumatori a migliorare la loro solidità finanziaria, grazie a un maggiore controllo e a connessioni senza problemi tra persone dislocate in tutto il mondo.

La nuova politica di lavoro temporaneo dall’estero è stata lanciata per venire incontro alle richieste dei dipendenti che, provenendo da tanti diversi Paesi, hanno espresso la necessità di visitare le famiglie più spesso e/o per periodi più lunghi. Revolut si propone così di abbracciare la diversità culturale del suo personale, consentendo ai dipendenti di trascorrere più tempo di qualità all’estero.

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