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Leadership oggi: il punto… e a capo

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Foto del profilo di Claudio Belotti

Claudio Belotti, Amministratore presso Extraordinary SRL, fa il punto sulla leadership oggi in un breve pezzo pubblicato su LinkedIn: “Negli ultimi anni anche in Italia è emersa una leadership differente.

Non è importante, oggi, definirne le ragioni. Se conosci un po’ le Dinamiche a Spirale sicuramente sai quali sono i bisogni che le persone hanno ad andare oltre lo stato attuale di esistenza e ad evolversi. Ecco, questo meccanismo si applica anche in altri ambiti e le aziende sono dei piccoli universi nei quali questo accade in continuazione. Più è forte e condivisa la spinta interna e più è facile che il cambiamento avvenga in modo armonioso.”

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E’ certamente incontrovertibile che oggi i ruoli di leaderchip debbano essere ripensati, se messi in relazione con i tempi in fervente cambiamento. Ci possiamo domandare, infatti, se il leader di ieri sarebbe in grado di affrontare le sfide di oggi, in periodo Covid-19, con tutti i cambiamenti, soprattutto nel mondo digitale e della trasformazione del lavoro, a cui stiamo assistendo. Ad oggi la sfida dei leader è duplice: da una parte tenere alta la produttività dell’azienda e dall’altra gestire la complessità relazionale dettata dalla distanza fisica tra le persone. Per far fronte a ciò è indispensabile costruire una cultura condivisa basata su fiducia, collaborazione e comunicazione aperta. Si passa, pertanto da una leadership verticale a una orizzontale, ma non solo. Il leader di oggi si avvale di soft skills che solo pochi mesi fa erano considerate assolutamente marginali. Continua Belotti:

“In conseguenza di questa evoluzione la leadership richiede dei cambiamenti. Oggi sono molti i valori che stanno emergendo nella nuova leadership, nella quale le responsabilità al pari delle decisioni non sono più decise da un vertice che fa capo ad una sola persona ma passano per gruppi di leader che agiscono proprio in funzione di quei valori condivisi e di una mission chiara e definita.

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In che modo si riconosce questa nuova leadership? Quali sono le sue caratteristiche? Scopriamolo insieme!

– continua Belotti – “La nuova leadership richiede maggiore autenticità, coraggio e conoscenza delle proprie emozioni. Prevede una grande dose di intelligenza emotiva per comprendere il viaggio che sta vivendo il cliente, la comunità nella quale vive. Le vite personali e professionali di tutti in azienda sono ora più integrate che mai: la condivisione delle responsabilità sono estese a tutto il gruppo di lavoro: si impara, si cresce, si cade e si vince insieme.

Mostra il tuo impegno personale. Fuori e dentro il lavoro porta la tua passione, il tuo esempio di vita. Con leggerezza ed eleganza non per mostrare ciò che fai ma per dimostrare chi sei, quali sono i tuoi valori e che quegli stessi valori che chiedi ai tuoi collaboratori sono gli stessi che porti con te e li vivi proprio tu in prima persona.

Suggerisce Claudio Belotti.

Le soft skills sono le competenze più difficili da sistematizzare, automatizzare, replicare. Definiscono primariamente l’attitudine alla leadership, alla creatività, all’efficacia relazionale, al team work e al problem solving. Ma sono strettamente connesse ad una enorme quantità di attitudini e talenti. Possiamo allora individuare alcune caratteristiche che hanno distinto leader nel 2020 e nel 2021:

  • sono stati in grado di coinvolgere le loro persone anche a distanza
  • hanno lavorato sulla motivazione da remoto dei collaboratori
  • hanno favorito la responsabilizzazione, con un monitoraggio continuo ma naturale delle attività
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In primo luogo la capacità di delegare, responsabilizzando e portando consapevolezza nel team. Quando una squadra sa cosa fare e i membri conoscono il loro ruolo e i loro rispettivi compiti in relazione agli altri, un’azienda può vivere anche il frastagliameno dello smartworking senza perdere in efficienza. Anzi, le statistiche ci confermano che alcune aziende sono riuscite a prosperare grazie ai nuovi modelli di lavoro a distanza in cui i dipendenti si sono sentiti più liberi di gestire il loro tempo in relazione ai loro compiti.

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“Metti in luce il tempo di qualità” sottolinea Belotti nel suo articolo su LinkedIn.

“Lavoro di qualità in un tempo di qualità. Valorizza pause e riposi in un funzione di un tempo veramente dedicato pienamente al lavoro, in modo finalmente smart. La nuova leadership crea le basi di una solida fiducia nella quale il lavoro è in gran parte espressione della passione.”

Secondo Alessandro Cravera, che ha scritto per Il Sole 24 Ore un pezzo dedicato all’argomento “Il vero obiettivo deve essere la creazione delle condizioni necessarie per dar vita a un contesto migliore e inclusivo. Durante quest’ultimo anno – scrive – l’effetto della pandemia da Covid-19 che ha necessariamente ridotto le relazioni sociali e generato un clima di diffusa diffidenza verso gli altri e di timore per il futuro. Gli effetti di questi cambiamenti sono ben visibili”.

Sempre su Il Sole 24 Ore, Andrea Beretta sviluppa il concetto: “Più attenzione alla persona che al collega, prima alla cura che alla performance, prima alla dimensione del sentimento che a quella del pensiero”.

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Si tratta di un nuovo tipo di leadership, quella di “prossimità” che punta proprio sull’importanza di una vicinanza nonostante la lontananza imposta.

Da tutto questo sta nascendo una nuova abilità, o attitudine, a gestire il lavoro in modo “fluido” rendendolo in certi contesti davvero smart, nel senso pieno del termine. Passare dal “Top Management” al “Pop Management”, suggerisce Beretta. Interessante. “A differenza di un Top Manager, lontano, distaccato, chiuso nei suoi uffici coi suoi pari, il Pop Manager è vicino, informale, aperto, accessibile, chiaro. Il bisogno è quello di “umanizzare le relazioni in ambito professionale emerso nel corso dei mesi della pandemia (potremmo definirlo come un desiderio diffuso, di capi e collaboratori, di sentirsi vicini, di darsi una mano, di essere reciprocamente supportivi in un lungo momento di difficoltà durante il quale tutti si sono sentiti più fragili, in pericolo e minacciati)”.

Come può questo tipo di approccio non portare ad un miglioramento dell’approccio al lavoro nel nostro presente e nel nostro futuro? Da una parte la trasformazione digitale, che migliora i processi e gli strumenti, dall’altro una comunicazione trasversale e innovativa, basata sul valore (ancora una volta il primato del valore!) e da un altro lato ancora gli aspetti soft di un lavoro che sfrutta la tecnologia per rendersi più “umano”.

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“Misura l’impatto che ha la tua attività. Da imprenditore, manager, team leader o semplice collaboratore nella tua attività di leadership quotidiana puoi portare anche un piccolo cambiamento. Tieni presente che questo cambiamento ha un impatto sulle persone e sull’ambiente circostante. Qual è questo impatto? Misuralo, confrontati con le persone, cerca feedback e metti in discussione il tuo lavoro.”

Conclude l’articolo Claudio Belotti, che ringraziamo per l’ispirazione.

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