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Cesare Prandelli e la lettera di addio al calcio

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“Cesare Prandelli ha scritto una lettera di addio in cui ha messo a nudo tutta la sua sofferenza. A Firenze aveva affrontato momenti personali durissimi, che noi tifosi ricordiamo bene. Così come resteranno indelebili i bei ricordi, le vittorie, la classe. A volte arriva il momento di fermarsi per ritrovarsi e solo i grandi professionisti hanno il coraggio di ammetterlo. Indipendentemente dai risultati sportivi, onore e dignità sono per pochi.
In bocca al lupo Mister.”

Un post di augurio da parte di un tifoso che si somma a quello di molti altri sportivi italiani che hanno voluto affiancare Prandelli in un momento complicato.

La lettera di Prandelli

“Firenze, 23 marzo 2021. È la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme.

In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. Ho intrapreso questa nuova esperienza con gioia e amore, trascinato anche dall’entusiasmo della nuova proprietà. Ed è probabilmente il troppo amore per la città, per il ricordo dei bei momenti di sport che ci ho vissuto che sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa non era esattamente al suo posto dentro di me.

La mia decisione è dettata dalla responsabilità enorme che prima di tutto ho per i calciatori e per la società, ma non ultimo per il rispetto che devo ai tifosi della Fiorentina.

Chi va in campo a questo livello, ha senza dubbio un talento specifico, chi ha talento è sensibile e mai vorrei che il mio disagio fosse percepito e condizionasse le prestazioni della squadra. 

In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose. Sono venuto qui per dare il 100%, ma appena ho avuto la sensazione che questo non fosse più possibile, per il bene di tutti ho deciso questo mio passo indietro.

Ringrazio Rocco Commisso e tutta la sua meravigliosa famiglia, Joe Barone e Daniele Pradè, sempre vicini a me e alla squadra, ma soprattutto ringrazio Firenze che so che sarà capace di capire.

Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono. 

Cesare Prandelli”

Un addio sentito

Il tecnico ha lasciato la Fiorentina con queste parole. Non è usuale che si lasci una squadra pubblicando una lettera così intima e sentita. Segno di un’appartenenza al club e di una particolare sensibilità tradita da un mondo a cui l’allenatore e l’uomo sono sempre appartenuti. Ora lo strappo, apparentemente irreparabile.  Una lettera densa di significati che mostrano un disagio sempre più radicato e che si era manifestato anche nelle ultime settimane. Ad esempio, dopo la partita con il Benevento, Prandelli aveva detto “il fatto è che sono molto stanco e abbastanza vuoto dentro”.

Capita a volte che ci si debba fermare per ritrovarsi. Capita quando i propri valori e obiettivi collidono con quelli che ci si trovano attorno. Il tecnico ha scritto chiaramente che il mondo del calcio lo ha alienato, portato altrove fino a farlo smarrire “dentro”. I nostri migliori auguri all’uomo e all’allenatore affinché ritrovi motivazione e voglia di tornare con lo stile che lo ha sempre contraddistinto.

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