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L’agricoltura italiana in tempi di pandemia secondo Coldiretti

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Covid. Coldiretti dichiara l’agricoltura italiana prima in Europa, ma calano valore aggiunto e occupazione.

Con 31,3 miliardi di euro, nel 2020 l’agricoltura italiana si è classificata al primo posto in Europa per valore aggiunto. La Francia arriva seconda con 30,2 miliardi di euro, e la Spagna (29,3 miliardi di euro) è terza nel Continente. Coldiretti sottolinea come sul settore abbiano pesato gli effetti dell’emergenza Covid: in particolare, si osservano un calo del valore aggiunto lordo ai prezzi base del 6,1% in volume e una diminuzione pari al 2,4% delle unità di lavoro.

“Perdite dirette e pesanti”, segnala l’associazione. Sulla manodopera – sottolinea la Coldiretti – si sono sentiti gli effetti della chiusura delle frontiere in un settore con una forte presenza di lavoratori stranieri. Si sono avute, così, ripercussioni nel comparto del florovivaismo, complici anche le chiusure e lo stop a cerimonie ed eventi che hanno costretto a portare al macero fiori e piante. Il settore agrituristico è stato travolto dal crollo del turismo e dalle chiusure forzate con perdite stimate in almeno un miliardo di euro.

Sui risultati economici del settore ha pesato la drastica riduzione dell’attività che – continua la Coldiretti – riguarda la vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. 

Da segnalare gli effetti dell’aumento dei costi che ha colpito le stalle in seguito all’impennata delle quotazioni delle materie prime per i mangimi. Il 2020 si chiude, tra l’altro, con un balzo nelle quotazioni internazionali dei principali prodotti agricoli, dal mais che registra il  massimo incremento del decennio, alla soia che raggiunge il picco da sei anni e mezzo, fino al grano al top da 6 anni, ma anche il succo di arancia concentrato che registra un aumento delle quotazioni del 28% nel corso dell’anno.

Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, che proprio in questi giorni ha invitato il Governo a non trascurare nel recovery plan le opportunità che vengono dalle campagne di Digitalizzazione delle aree rurali, ha affermato: “Per cogliere una opportunità unica abbiamo elaborato e proposto per tempo progetti concreti immediatamente cantierabili per l’agroalimentare con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni”

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