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Ottawa. 500.000 persone seguono in protesta un convoglio di camionisti chiedendo diritti e lavoro

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Un convoglio, composto da 30.000 camionisti che affermano di averne avuto abbastanza delle restrizioni impostegli a causa della pandemia di COVID-19, è partito questa settimana. Direzione parlamento di Ottawa, capitale del Canada.

Lo abbiamo appreso in un messaggio arrivato alla redazione di I’M oggi: “Se potete, divulgate la notizia che sicuramente non arriverà tramite i media… in Canada ieri è iniziato il “Convoy of Freedom”. 30.000 camion stanno andando a bloccare Ottowa dove risiede il parlamento Canadese…. Bloccheranno la città fino a quando il primo ministro toglierà tutte le restrizioni. Sarebbe bello se questa notizia arrivasse in Italia, da Mazzucco, Paragone, ai portuali… 💚 Qui sta succedendo un casino!”.

Il convoglio di camionisti

“Lo scopo del convoglio è portare l’attenzione su una questione molto importante”. Ciò di cui parla Benita Pedersen, uno dei promotori del convoglio in un’intervista a CTV News, è il mandato per i camionisti transfrontalieri entrato in vigore il 15 gennaio che gli vieta di attraversare il confine se non vaccinati. “Queste restrizioni non sono solo irragionevoli e illogiche, stanno danneggiando le persone ed è tempo di porvi fine, completamente e immediatamente”. Il senso comune che riunisce molte persone nelle piazze è legato ad un sentimento di ingiustizia discriminatoria. In Italia, come in Canada, il dissenso tra le persone cresce. Soprattutto tra i lavoratori che si vedono portare via il sostentamento per loro e le loro famiglie con nuove decisioni e decreti.

Il convoglio per Ottawa, di cui non si parla in Italia, ma che è importante conoscere, è una dimostrazione fisica di centinaia di migliaia di persone disperate che oggi si affiancano ad una moltitudine di camionisti in marcia e che cercano un sostegno a quel sentimento di libertà e diritti che sentono negati. Tra loro non sono i no-vax a condurre la marcia, come si sarebbe portati a pensare. Le due cose sono distinte. Il vaccino da molti è visto come una risorsa, una delle possibili, ma al pari dei colleghi in protesta, non ne tollerano l’irragionevole imposizione.

Le restrizioni che si applicano anche al confine tra Stati Uniti e Messico, in questo momento sono applicate a tutte le persone non statunitensi che viaggiano per motivi sia essenziali che non essenziali. In precedenza, i conducenti di camion erano stati esentati come fornitori di servizi essenziali. Ma la situazione è velocemente cambiata ed ha portato ad un casus belli dalle imprevedibili conseguenze.

Leggi discriminatorie

Il convoglio di camionisti e dei loro sostenitori si è riunito a Delta per iniziare un viaggio attraverso il Paese inteso a consegnare un messaggio a Ottawa in segno di protesta contro i mandati di vaccinazione per i lavoratori che attraversano il confine tra Canada e Stati Uniti.

“Molti di noi sono costretti a lasciare un lavoro per non essere in grado di attraversare il confine”, ha detto il camionista Colin Valentim, uno degli organizzatori, e questa è solo una delle molte restrizioni subite a causa delle decisioni politiche in contrasto alla pandemia di Covid.

I camionisti non sono gli unici coinvolti. “Ci sono operatori sanitari, agenti delle forze dell’ordine, insegnanti, lavoratori edili, genitori, bambini e molte altre categorie colpite”, ha affermato Colin, spedendo il video di ciò che stanno incontrando durante il percorso. La partecipazione delle persone è massiva e gli stessi “truckers” non avrebbero mai pensato di cogliere l’entusiasmo e il senso di mancanza di giustizia di una buona parte della nazione: “Questo convoglio è fantastico!”.

Alcuni dei danni causati dalle restrizioni sono stress, problemi di salute, ansia, depressione accompagnati alla perdita di posti di lavoro e di sostegno da parte dello Stato. In molti si chiedono, visto che lo Stato “siamo noi”, e dovrebbe essere rappresentativo del popolo, come sia possibile che ad un certo punto “lo Stato si dimentichi della propria identità”.

“Non è ragionevole continuare queste restrizioni”. Pedersen afferma che oggi sappiamo quanto sia irragionevole per il governo imporre regole che richiedono a chiunque di “accettare un’iniezione con cui si sentono a disagio”.

“La nostra libertà e i nostri diritti ci sono preziosi e cari e questo convoglio andrà a Ottawa, a dimostrazione di come i canadesi da costa a costa credano nella protezione e nel ripristino di libertà e diritti”.

Secondo quanto riferito, una campagna GoFundMe , creata per aiutare a coprire i costi associati al viaggio, ha già raccolto oltre $2 milioni ed è in costante crescita. Un sostegno finanziario “sorprendente”, segno che in molti in Canada stanno guardando a questa azione simbolica con la speranza in un cambiamento di rotta nelle politiche “dittatoriali” del Primo Ministro.

“Quando i soldi seguono il movimento, sai che stai facendo qualcosa. Il GoFundMe Freedom Convoy 2022 è significativo perché dimostra quanto si siano appassionate le persone”.

Il dissenso del dissenso

Non tutti sono così contenti del supporto che la protesta sta ricevendo o del messaggio che si sta cercando di trasmettere. La Canadian Truckers Alliance (CTA), un gruppo che rappresenta vettori, operatori proprietari e fornitori del settore, ha dichiarato di condannare le azioni di tutti coloro che sono coinvolti nelle proteste su strade pubbliche, autostrade e ponti. Ed ancora una volta le posizioni nella popolazione sono nettamente divise.

“CTA ritiene che tali azioni, in particolare quelle che interferiscono con la sicurezza pubblica, non siano il modo in cui dovrebbero essere espressi i disaccordi con le politiche del governo. I membri dell’industria degli autotrasporti che vogliono esprimere pubblicamente il proprio disappunto per le politiche del governo possono scegliere di organizzare un evento legale organizzato in Parlamento”, si legge nella dichiarazione.

Stephen Laskowski, presidente della CTA, afferma che i governi canadese e americano sono entrambi giunti alla stessa conclusione: i camionisti devono essere vaccinati per prevenire la diffusione del COVID-19. Quindi è giusto per loro che senza vaccino, oggi, non si abbia diritto al lavoro.

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