Jack Ma tycoon di Alibaba
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Jack Ma è scomparso! Non si hanno più notizie del tycoon di Alibaba

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di Giacomo Torresi –

Da settimane non si sa nulla di Jack Ma, proprietario di Alibaba, (multinazionale cinese privata con sede ad Hangzhou composta da una serie di società attive nel campo del commercio elettronico, piattaforme di pagamento e compravendita, motori di ricerca per lo shopping e servizi per il cloud computing) e uomo fra i più ricchi della Cina.

Ma soprattutto non si deve parlare di lui. È questo l’ordine giunto ai media cinesi da parte del Governo di Pechino.

Ne dà notizia il Financial Times, che spiega come “il regime abbia ordinato ai media del Paese di censurare ogni notizia riguardante il colosso tecnologico Alibaba e l’indagine antitrust in corso e di non dare eco alle notizie provenienti dai media internazionali“.

La vicenda deve quindi essere circondata da un inquietante silenzio. E ora questa scelta delle autorità cinesi di esercitare un controllo asfissiante sulla copertura mediatica delle notizie riguardanti il gruppo di Ma, dimostra forse che la faccenda è diventata una questione di sensibilità politica nazionale in Cina.

Negli ultimi mesi, Pechino ha imposto un giro di vite sull’impero commerciale di Jack Ma. A cominciare dall’offerta pubblica iniziale di 37 miliardi di dollari dell’affiliata per i pagamenti di Alibaba, Ant Group, che è stata annullata dalle autorità all’ultimo minuto nello scorso mese di novembre.

Qualche settimana dopo, le autorità di regolamentazione della concorrenza hanno annunciato un’indagine antitrust su Alibaba.

Una vicenda che ha avuto risonanza internazionale e che, per la prima volta negli ultimi anni, pone la Cina in un ruolo diverso rispetto ai suoi colossi tecnologici: non più Paese trainante, ma zavorra per bloccare la crescita incontrollata di alcune aziende e di alcuni imprenditori.

Lo stesso Jack Ma, ad ottobre 2020, nella sua ultima apparizione in pubblico, ha tenuto un discorso molto duro contro le banche statali e le autorità di regolamentazione finanziaria cinesi. Alla fine di dicembre, il braccio propagandistico del Governo cinese ha ordinato ai media di rispettare rigorosamente la linea ufficiale di Pechino circa l’indagine antitrust su Alibaba e di non impegnarsi in un’analisi della vicenda senza autorizzazione.

Il silenzio su Alibaba e su Jack Ma, imposto dal regime ai media statali, non è un fatto secondario. Si tratta di una direttiva abbastanza insolita. E c’è chi ricorda che questa imposizione ricorda quelle disposte per eventi politici molto importanti, come il processo a Bo Xilai, ex politico condannato all’ergastolo con l’accusa di corruzione.

Secondo Xiao Quian, ricercatore dell’Università della California al Financial Times “Gli investimenti delle società di Jack Ma sono direttamente associati ad alcune delle famiglie politiche più potenti della Cina. Il fatto che questa volta si stia mettendo nei guai con lo Stato cinese ha probabilmente un’eco politica molto importante, non solo perché ha fatto un discorso che potrebbe aver colpito Xi Jinping, ma anche qualche altro funzionario del Partito Comunista“.

Xi Jinping presidente della Repubblica popolare cinese

Proprio Xi Jinping, sembra sia stato coinvolto nella decisione di fermare l’IPO di Ant Group e le azioni Alibaba hanno perso circa il 30% nelle settimane successive.

La convinzione più diffusa, fra gli analisti internazionali, è che col suo discorso di ottobre Jack Ma abbia in qualche modo sfidato Pechino, o almeno la leadership cinese e il partito a quanto pare hanno inteso le parole del fondatore di Alibaba come un guanto di sfida.

Da quel giorno, non solo è stata bloccata l’IPO di Ant Group, ma l’intero impero di Ma è stato messo a soqquadro dalle autorità di regolamentazione.

La domanda che continua a circolare negli ambienti finanziari e non solo, e che sta portando anche un certo stato di apprensione resta sempre la stessa: che fine ha fatto Jack Ma?

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