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Egitto: ritrovata la “città d’oro perduta” di 3.000 anni fa

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di Ileana Barone –

Riportata alla luce l’antica città di Aten in Egitto, conosciuta come la “città d’oro perduta“, risalente a circa 3mila anni fa e collocata non distante da Luxor.

Egitto
Egitto – Antica città di Aten

Betsy Bryan, professoressa di egittologia alla Johns Hopkins University e membro della missione, ha dichiarato, in una nota ripresa dal Washington Post:

Potrebbe essere la seconda scoperta archeologica più importante mai fatta dopo il ritrovamento della tomba di Tutankhamon.

Si ritiene che la città di Aten sia stata fondata dal faraone Amenhotep III, che governò l’Egitto dal 1391 al 1352 a.C., diventando il più importante insediamento amministrativo e industriale dell’epoca in pochissimo tempo.

“La sua scoperta – ha aggiunto Bryan – ci darà nuove opportunità per capire come vivevano gli antichi egizi” in un periodo in cui l’impero era al suo apice.

La missione in Egitto

Gli archeologi avevano già iniziato a scavare a settembre in una zona circoscritta tra i templi del faraone Ramses III e di Amenhotep III.

Zahi Hawass, archeologo ed ex ministro per le Antichità del Paese africano, oggi alla guida del team di ricerca, ha dichiarato che: “Molte missioni internazionali hanno cercato questa città e non l’hanno mai trovata”.

Egitto Zahi Hawass
Zahi Hawass

L’obiettivo originale della missione era quello di trovare il tempio mortuario del faraone Tutankhamon e non certo la città di Aten.

“Nel giro di poche settimane, con grande sorpresa della squadra, formazioni di mattoni di fango hanno cominciato ad affiorare in molte direzioni“, si legge nel comunicato diffuso dalla missione.

Quindi quello che stava venendo alla luce “era il sito di una grande città in un buono stato di conservazione, con mura quasi complete, e con stanze ricche di strumenti utilizzati nella quotidianità”.

La città, attiva durante il regno di Amenhotep III e quello di suo figlio, Amenhotep IV, noto anche come Akhenaton, fu governata anche da Tutankhamon e dal suo successore, il faraone Ay. Hawass. Il ritrovamento ha raccontato come le strade della città siano ancora oggi fiancheggiate da molte abitazioni, alcune delle quali hanno muri alti quasi 3 metri.

La squadra di archeologi impegnati nella spedizione “ha datato l’insediamento servendosi di iscrizioni geroglifiche trovate su vasi, anelli, scarabei, ceramiche e mattoni di fango in cui sono stati incisi i sigilli del re Amenhotep III”.

Nei vari scavi eseguiti “la missione ha trovato molti strumenti utilizzati legati ad attività industriali come la filatura e la tessitura”, come si legge nella nota in cui si aggiunge che “sono state trovate anche scorie metalliche e di fabbricazione del vetro”.

Ritrovamenti

Sono stati rinvenuti, in un’altra zona, i resti di una persona con le braccia distese sui fianchi e una corda avvolta intorno alle ginocchia. A nord della città è invece stato trovato un grande cimitero, assieme a un gruppo di tombe tagliate nella roccia.

“I lavori sono in corso e i ricercatori impegnati nella missione si aspettano di scoprire tombe intatte e piene di tesori”, conclude la dichiarazione.

Il ritrovamento della “città d’oro perduta” è l’ultima di una serie di scoperte archeologiche fatte negli ultimi mesi in tutto il Paese che permetteranno agli esperti di comprendere meglio cosa successe durante le dinastie che hanno governato l’antico Egitto.

Il governo del Cairo spera che possano sostenere l’industria turistica colpita dalla pandemia di coronavirus, dagli attacchi dei militanti islamici e dall’instabilità politica degli ultimi anni.

(Fonte: Agi)

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