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Fenomenologia dei graffiti

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Diversamente dalle opere artistiche che si svolgono in spazi istituzionalizzati (musei, gallerie, teatri), quelle realizzate per le strade e negli spazi pubblici sono considerate Urban Art (Street Art).

I graffiti

I termini comuni “graffiti” e “arte di strada” sono troppo limitati per descrivere e contenere la pluralità delle forme visive “illecite” che popolano lo spazio della città. la chiave per decifrare la visualità unica dello street artist è la sua forma di radicamento nella strada, on the road e, in modo corollario, la forma di esperienza visiva – i tipi di visione – che la strada apre allo spettatore urbano.

L’arte urbana si esprime attraverso la musica, il teatro, il circo, il disegno. Ci sono innumerevoli spettacoli per le strade cittadine dove fondamentalmente gli artisti cercano di essere pagati da coloro che si fermano a guardare le loro esibizioni. In questo caso, l’arte esercitata nelle strade è il loro pane quotidiano. Per i graffiti è diverso.

Gli artisti dei graffiti sono diversi dai vandali. In tutto il mondo, innumerevoli artisti di graffiti hanno scritto, disegnato e dipinto sui muri sin dall’antichità (pitture rupestri). Sono oggetto di molte controversie sul riconoscimento e la legalità del loro lavoro. Alcuni assumono la propria identità, altri si mimetizzano in pseudonimi, molti passano inosservati e altri diventano famosi. Questi ultimi includono, ad esempio Basquiat, Os Gêmeos di San Paolo, e il super creativo Banksy, pseudonimo dell’artista guerrigliero che aveva uno dei suoi pannelli ricoperto di vernice dai dipendenti municipali della città britannica di Bristol, e successivamente aveva tutte le sue opere conservate dal Consiglio Comunale della stessa città. I graffiti vengono sempre condannati, ma anche protetti o, addirittura, patrocinati. E’ il caso recente di questa notizia: A Roma il nuovo murale mangia smog contro l’omofobia, oppure della recente approvazione da parte della Regione Lazio della legge sulla valorizzazione della Street Art, generando controversie tra i sistemi normativi comunali ovunque.

Dare nuovo senso alla città

Gli street artist operano sempre all’interno dell’ordine visivo dato dalla città e come tale la questione della loro efficacia è affrontata in termini di relazione dell’artista con la sua personale misura della città, vetrina infinita. 

Il contesto delle strade – più precisamente i suoi muri – è la tela e la cornice scelta dai graffiti artist. Il graffitismo consiste nell’esprimere nei disegni, nelle frasi, ciò che si sente e si percepisce nella vita di tutti i giorni, soprattutto in relazione all’esperienza urbana. Mostra le persone in modi diversi, forme oniriche, percezioni peculiari.

Graffitare è urlare, esprimere come ci si sente, cosa si pensa, è stupire, far vivere un’esperienza, disorientare anche. Qui sta la motivazione, la sottigliezza e la popolarità dei graffiti: espongono mormorii con urla affinché l’intera città possa sentire, spostarsi dal consueto, ispirarsi.

L’importante nei graffiti è ciò che accade sotto forma di disegni e / o parole, stabilendo riassunti che si aprono come dinamite, esplosioni che chiariscono cosa succede per le strade, nelle case, nelle teste. In questo senso, i graffiti sostituiscono i cartoni animati sui giornali, tanto quanto riassumono gesta e intenti dei fumetti dei supereroi. C’è sempre un aspetto di esplosione individuale quando l’artista è di fronte alla sua “tela” che vive come qualcosa che imprigiona e che va “aperto”, liberato, ricontestualizzandolo. I graffiti possono anche essere espressione di rivolta, di critica al sistema alienante. È libertario fintanto che esprime sentimenti. Tutto in un graffito è un atto contro una situazione consolidata, la manifestazione di un desiderio, una considerazione, una critica. Pertanto, i graffiti rappresentano una protesta urbana.

Il sistema capitalizzato

Purtroppo siamo in un sistema in cui tutto viene capitalizzato, utilizzato, imitato. Da quando i graffiti sono diventati popolari nelle città moderne, persone, aziende, organizzazioni e persino istituzioni religiose hanno iniziato a fare propaganda, avvertimenti, versi e disegni sacri utilizzando graffiti per attirare clienti e consumatori o per “pescare anime”.

Quest’arte spontanea, questo grido della gente, coagulato ed espresso sui muri – i graffiti – si trasforma anche dalla mediazione dei mercanti (galleristi e agenti) in un oggetto di lusso, un quadro costoso. Poi abbiamo le strade sui muri, che decorano immensi vivi. In questo modo i graffiti diventano di moda e iniziano ad avere un valore aggiunto; le sue urla sono così meccanizzate dall’allargamento o dal soffocamento.


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