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Dipendenza da smartphone: i giovani passano 2 mesi all’anno sui social

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di Giacomo Torresi –

Non è una novità il fatto che, soprattutto tra i giovani, lo smartphone crei dipendenza.

Una recente ricerca condotta dall’Osservatorio scientifico dell’associazione no profit “Social Warning-Movimento Etico Digitale” lo ribadisce fornendo dati dettagliati sul rapporto simbiotico tra i ragazzi minori di 18 anni e lo smartphone. Uno su tutti: “8 ragazzi su 10, con età compresa tra gli 11 e i 18 anni, trascorrono più di 4 ore al giorno sui social utilizzando lo smartphone”. Equivale complessivamente a due mesi all’anno.

Una dipendenza di cui sono consapevoli, visto che la metà (52%) dei giovani partecipanti alla ricerca ha confermato di aver provato a ridurre il tempo trascorso online, ma senza riuscirci; il 32% invece ha dichiarato esplicitamente di sapere che si tratta di un utilizzo eccessivo. Un parametro per quantificare quanto sia forte la dipendenza tra lo smartphone e i possessori più giovani è rappresentato dal numero di sblocchi giornalieri: sono in media 120.

Social, musica e video in streaming, sono le principali attività che i ragazzi svolgono, spesso fino a tarda notte e con una scarsa propensione ad essere interrotti. La metà dei ragazzi coinvolti nello studio ha sottolineato che ha risposto male o ha alzato la voce nei confronti di chi lo ha disturbato durante l’utilizzo dello smartphone. Secondo Davide Dal Maso, fondatore della no profit, “si tratta di segnali che indicano chiaramente una vera e propria dipendenza dallo smartphone (nomofobia). Sono talmente assorti mentre sono on line da percepire ogni interferenza esterna come intromissione indebita o attacco personale, hanno necessità di portare lo smartphone con sé ovunque si vada; hanno difficoltà a lavorare, concentrarsi, relazionarsi con gli altri a causa dell’uso continuativo dello smartphone che usano per sopperire a sensazioni di ansia e tristezza”.

Sicuramente il 2020 è un anno particolare che non può essere considerato come il più indicativo dal punto di vista dell’utilizzo medio degli smartphone, visto che la pandemia ha dato una marcata accelerazione a questa pratica.

È altrettanto vero il fatto che dell’abuso degli smartphone si parlava da molto tempo prima dell’insorgere dell’emergenza sanitaria e che il problema continua ad essere tale anche alla luce delle conseguenze.

Ad esempio, il tempo sottratto al riposo quotidiano: il 40% degli intervistati ha dichiarato che perde ore di sonno perché continua ad utilizzare di notte lo smartphone, ma anche console e PC.

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