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Nuovi Lockdown: causano più danni che benefici

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Assolutamente, non sosteniamo i lockdown come principale misura di controllo del coronavirus”, non lo ha detto uno dei tanti manifestanti che in questi giorni scelgono le piazze per far sentire la voce del proprio dissenso, ma David Nabarro, inviato speciale dell’OMS per l’emergenza Covid-19, intervistato da The Spectator.

A Rotterdam notte di rivolta anti-lockdown: auto in fiamme, la polizia spara
Scontri a Rotterdam

No ai lockdown

Nabarro non è un funzionario tra i tanti, ma una voce autorevole: co-direttore dell’Institute of Global Health Innovation dell’Imperial College di Londra, uno dei sei inviati speciali del direttore generale dell’OMS per rispondere alla pandemia di Covid-19. Nel 2014 è stato inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sull’Ebola, e nel 2016 è stato scelto per guidare la risposta delle Nazioni Unite all’epidemia di colera a Haiti.

Secondo il funzionario, infatti, l’approccio autoritario per fermare la diffusione della pandemia non è solo del tutto inutile ma, come stiamo vedendo più o meno ovunque, rischia di fare più danni di quanti vada a contenerne. Ma andiamo per gradi.

L’unico caso in cui crediamo che un lockdown sia giustificato è quando permette di guadagnare tempo per riorganizzare e riunire le risorse, proteggere gli operatori sanitari che sono esausti, ma in generale preferiremmo non farlo”. Quindi, l’inviato speciale dell’OMS per l’emergenza Covid-19 esorta in questo periodo a riconsiderare le contromisure contro il ritorno dei contagi.

I mesi estivi, con i contagi al minimo, dovevano essere sfruttati meglio“, sostiene uno dei tanti proprietari di locali al centro di Roma, ma sono le stesse parole che si possono ascoltare anche a Napoli e a Milano. “No al Green Pass”; “Due metri di dissenso“; “Libertà di scelta”; “Andrà tutto bene se difendiamo i lavoratori“; “Non distanziare ma stanziare!” si legge sui vari striscioni che hanno accompagnato le sommosse di piazza in Italia. Perfino l’OMS esorta i leader mondiali a smettere di usare i lockdown come principale mezzo di contrasto al virus.

“I lockdown causano più danni che benefici”

Danni collaterali da lockdown

Nabarro nella sua intervista sottolinea i danni collaterali che le misure restrittive e i nuovi lockdown hanno avuto e stanno avendo in tutto il mondo, specialmente nei Paesi più poveri. “Basta guardare cosa è successo all’industria del turismo nei Caraibi durante la scorsa ondata, per esempio, o nel Pacifico. Guarda cosa è successo ai piccoli agricoltori di tutto il mondo. Sembra che la povertà raddoppierà nel mondo entro il prossimo anno, potremmo avere almeno il doppio di bambini malnutriti”, ha detto.

C’è già chi si organizza per tornare all’home working emergenziale approfittando degli sconti del black friday per acquistare pc, tablet e altro materiale tecnologico. Intanto, il Premier Draghi non riscuote più quella larga fiducia dei suoi esordi da parte degli italiani. E mentre le sue quotazioni stanno scemando, l’ennesima ondata torna a rappresentare un flagello “improvviso”, dipinto come inverosimile da chi prevedeva che con i vaccini all’80% avremmo sconfitto il virus. Così non è: questo virus è qui per rimanere e diventare endemico, dicono gli esperti. E allora serve ripensare di nuovo tutto.

Il parere degli scienziati

Più di 6.000 scienziati nei mesi passati avevano firmato una petizione per evitare i lockdown come arma nella battaglia contro il virus, citando i danni irreparabili che hanno causato e che potrebbero continuare a causare.

“In qualità di epidemiologi di malattie infettive e scienziati della salute pubblica, nutriamo gravi preoccupazioni per gli impatti dannosi sulla salute fisica e mentale delle politiche anti Covid-19, e raccomandiamo un approccio chiamato “protezione mirata“.

La soluzione alternativa al lockdown?

Gli esperti si guardano bene dal discutere che Green Pass, chiusure, possibili coprifuoco per i non vaccinati non salvino vite, ma molti si affrettano anche a ricordare che tenere le persone bloccate nelle loro attività o imporre limiti alla socialità e agli spostamenti provochi conseguenze altrettanto negative, come un aumento di uso di droga, tentativi di suicidio, violenza non solo sociale ma anche domestica e vari altri reati. Insomma, non si muore solo di Covid, ma anche dei danni collaterali delle limitazioni che impone.

La soluzione alternativa per questi esperti sarebbe quella di migliorare la qualità e la quantità di informazioni distribuite alla gente, coinvolgendo delle figure influenti e popolari, continuare a suggerire i richiami per aumentare la protezione delle persone più vulnerabili, continuare a proporre i tamponi come metodo affidabile, soprattutto considerato che la maggior parte delle persone non vaccinate fanno il tampone almeno una volta a settimana ottenendo un riscontro statisticamente rilevante di negatività al virus. Ultimo ma non meno importante: abbassare i costi dei tamponi, soprattutto se fatto per motivi di lavoro, visto che in altri paesi d’Europa costa meno di 5€ o è addirittura gratuito.

Guardando le molte proteste, le manifestazioni, le recentissime vicende dolorose di Rotterdam, dove la polizia spara ai manifestanti ad altezza d’uomo, le tante persone critiche nel nostro Paese, nel nostro continente e nel mondo, non possiamo che riflettere sulla necessità di ripensare le politiche restrittive e costrittive dei vari Governi. Viene in mente la canzone dei Beastie Boys targata anni ’80 che recitava:

Kick it!
You wake up late for school, man you don’t want to go.
You ask you mom, please? but she still says, no.
You gotta fight for your right to party!
Man, living at home is such a drag!
You gotta fight for your right to party!

Che parafrasando lancia più o meno questo messaggio: “Vivere a casa è una tale seccatura! Devi combattere per il tuo diritto a fare festa!” Devi combattere per il tuo diritto al superfluo.

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