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Crisi dei social: verità o menzogna? Anche LinkedIn rischia sul dark web

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Di Nicola Venturini –

Facebook e Instagram down l’altra sera per circa mezz’ora in diverse zone del mondo. Moltissimi utenti hanno segnalato – come certificato dal sito specializzato Downdetector – l’impossibilità di utilizzare i due social di Mark Zuckerberg a partire dalle ore 23.15 circa dell’8 aprile 2021. Aprendo le app, infatti, il feed non rispondeva o appariva un messaggio di errore. Come spesso accade in questi casi, l’hashtag che segnala il malfunzionamento è diventato virale su Twitter: #instagramdown e #facebookdown sono andati in tendenza. Si tratta del terzo down in due settimane per i social network. Cosa sta succedendo?

La crisi dei social, verità o bugia?

In questi ultimi mesi abbiamo visto grandi rivoluzioni all’interno dei maggiori social network, Facebook e Whatsapp in testa. Ovviamente si è cavalcata l’ondata del Covid, con centinaia di milioni di utenti chiusi nelle proprie case il momento per premere sull’acceleratore dell’advertising era arrivato. Come ho riportato in precedenti articoli, le nuove features delle app sono in continua espansione, ma insieme a queste news positive se ne sentono tante su bug, hackeraggi, cyber attacchi, privacy violata ecc. ecc. Aggiungiamoci questa tanto millantata crisi dei social (qui ne parlavo a proposito di Whatsapp) e il gioco è fatto.

Io la penso semplicemente così: più se ne parla e meglio è. Non c’è nessuna crisi dei social, semplicemente gli ADV managers dei colossi americani vogliono che ogni giorno se ne parli, che ogni giorno Facebook, Instagram, Whatsapp, LinkedIn ecc. rimbombino nella nostra testa e riempiano i nostri discorsi. Trucco vecchio come il mondo, la base del marketing, niente di che preoccuparsi, a condizione di rimanere vigili e pensare con la propria testa.

Ad ogni notizia di questo tipo subito arriva puntuale la smentita del social network interessato, che stranamente ha sempre la risposta pronta, precisa e indiscutibile. E quasi mai si tratta di reale violazione, proprio come leggerete qui sotto…

Chi si è aggiunto alla lista di queste markette? Il social network LinkedIn.

Falla anche nei server LinkedIn

Come è accaduto per il furto di dati personali degli utenti Facebook, anche per LinkedIn si tratta del cosiddetto «scraping», cioè di una estrazione di dati da un sito web per mezzo di un software e quindi non un «data breach», cioè una violazione delle piattaforme condotta con un cyber-attacco.

Come per il caso di Facebook, ancora, la cosa più saggia da fare è cambiare la password su LinkedIn e su tutti gli account associati alla stessa mail utilizzata sul social. C’è poi, come segnalato nel precedente articolo, il sito Have I Been Pwned, dove è possibile monitorare le violazioni della propria mail.

I dati

Sono tutti dati che potrebbero essere usati per ulteriori attacchi, phishing e truffe online. Secondo Cyber News non è chiaro se i cybercriminali “stiano vendendo profili aggiornati o se i dati siano stati presi da una precedente violazione subita da LinkedIn o da altre aziende”.

Chi ha messo in vendita sul dark web questa grande quantità di profili, per dimostrare la legittimità delle informazioni in suo possesso consente di scaricare due milioni di dati come campione, al prezzo di soli due dollari, mentre per l’accesso al database completo di informazioni rubate viene richiesto il pagamento di circa 1.800 dollari.

La dichiarazione di LinkedIn

“Non si tratta di violazione, dati presi da altri siti” In una nota, Linkedin ha precisato: “Abbiamo già preso in esame un presunto set di dati di LinkedIn pubblicati per la vendita e abbiamo stabilito che si tratta in realtà di un’aggregazione di dati provenienti da una serie di siti e altre società. Non si tratta di una violazione. Quando qualcuno cerca di prendere i dati dei nostri iscritti e utilizzarli per scopi che sia LinkedIn sia i nostri membri non hanno accettato, agiamo in modo da fermarli e ritenerli responsabili”.

Photo: UnSplash

Fonti: CyberNews, IlMessaggero, TGcom24

Veneto. Ex curatore di magazine e libri, approfondisce ora il mondo dell’editoria digitale e del web marketing. Ama la montagna e le lunghe camminate. Frase preferita: “chi no ga testa, ga gambe”.

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